Home Attualità Sulmona, i sindacati lanciano l’allarme: scabbia in carcere

Sulmona, i sindacati lanciano l’allarme: scabbia in carcere

Scritto da redazione

Sulmona, 9 ottobre- Sembrerebbe essersi materializzato il primo caso di patogenia da sarcoptes scabiei, dai più conosciuta come scabbia, anche tra i poliziotti di stanza al carcere di Sulmona.

Purtroppo i timori delle organizzazioni sindacali, stante le notizie arrivate da fonti certe, si sono avverati. Sarebbero al momento due, infatti, i poliziotti vittime della scabbia. Se confermate, anche se i dubbi sono stati oramai azzerati dalla diagnosi rilasciata, ci si ritroverebbe di fronte ad un caso grave e di dubbia gestione amministrativa.

Questo è quello che emerge in una nota inviata al Direttore del Carcere peligno, Stefano Liberatore, dai sindacati di categoria rappresentative della stragrande maggioranza dei baschi blu in servizio presso la struttura di Piazzale Vittime del dovere.

“Per quello che starebbe accadendo in questi giorni presso la Casa Reclusione di Sulmona potremmo tranquillamente affermare che tanto tuonò che piovve!” –dichiarano Tiziana Sciarra dell’Osapp, Gaetano Consolati della UIL PA PP, Giuseppe Mazzagatta dell’ Uspp e Davide Tabolitzki della Cgil-Il riferimento è a quanto starebbe succedendo ad un ( divenuti due nel frattempo) poliziotto penitenziario il quale, da indiscrezioni assunte da fonti molto attendibili, sembrerebbe abbia contratto la patogenia della acariosi meglio conosciuta come scabbia.

Se le indiscrezioni venissero confermate, aggiungono ancora i sindacalisti, ci ritroveremmo dinanzi alla dimostrazione di un teorema che mai avremmo voluto venisse praticato e che nelle note precedenti inviate all’attenzione della competente A.D. ne avevamo posto le basi.

Basi tra l’altro criticate e rese oggetto di affermazioni avanzate nella nota di risposta praticata dalla Direzione carceraria, circa i paventati tentativi di “attacco” fatti dalle OO.SS. nei confronti della Direzione stessa, che rispediamo al mittente visto  che mai avremmo prodotto un idoneo reclamo se non fossimo stati certi della delicatezza della situazione venutasi a creare”

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