Home Attualità Il bello delle donne e l’unione di culture per la festa della donna

Il bello delle donne e l’unione di culture per la festa della donna

Scritto da redazione

Fra le tante iniziative organizzate ovunque spicca quella promossa da Tish Zauner residente ad Introdacqua dal 2015  che  ha deciso di organizzare per la seconda volta un momento di riflessione e di conversazione per onorare tutte le donne.

  Introdacqua, 9 marzo- Nella giornata di ieri, 8 marzo, giornata internazionale della donna, una donna americana di nome Tish Zauner residente ad Introdacqua dal 2015, ha deciso di organizzare per la seconda volta un momento di riflessione e di conversazione per onorare tutte le donne. Per l’occasione la Dottoressa Marta Tardio ha tenuto un discorso informativo sulla salute femminile dispensando consigli utili per un corretto e sano stile di vita. 

L’iniziativa ha reso onore ad una data che non ha bisogno di feste, di musica, di mimose, di frasi strappalacrime. L’8 marzo è dedicato con sommesso rispetto a tute le donne che hanno lottato per ottenere diritti inalienabili, che hanno dato la propria vita per le generazioni future. L’unico modo per ringraziarle è riflettere, ricordare e non permettere mai a nessuno di vanificare i loro sacrifici. 

Ciao Tish. Cosa ti ha portato ad organizzare un’iniziativa a nome delle donne e per le donne? 

Allora, questa è un’iniziativa già inaugurata poiché la organizzammo anche lo scorso anno. Ho deciso di ripeterla anche oggi perché credo fermamente che le donne ne abbiano diritto. Credo che abbiano diritto a più opportunità e a conoscersi meglio. Lo scopo ultimo di questa mia idea non è assolutamente politico ma è semplicemente un modo consapevole di ricordare il percorso fatto dalle donne nel corso della storia, fare informazione medica rispetto alle nostre problematiche e creare nuovi legami. 

 Raccontaci di te e della tua storia. Quanto era difficile essere una donna nella United States Army Air Force? 

Nel mio piccolo ho sempre sostenuto i diritti delle donne. Premetto che, nel corso della mia carriera ho avuto sempre l’opportunità di avere una voce, di provare a fare la differenza. Ho lavorato per la United States Air Force per vent’anni e come civile per altri undici anni. Ho avuto l’opportunità di viaggiare, conoscere molti posti e molte persone. Nel 1968, venendo dalla guerra del Vietnam, per le donne militari non c’erano molti diritti. Per prima cosa, non si potevano avere figli. Nel 1971 cambiarono la legge, per fortuna, ma erano comunque molto rigidi. Non era assolutamente possibile pensare di poter assistere i propri bambini da malati o in qualsiasi altra situazione di emergenza altrimenti il rischio di perdere il lavoro sarebbe diventato una realtà. Ero un’infermiera, sono ancora un’infermiera e, soprattutto nel campo infermieristico, medico, è importante dare se stessi e lavorare duramente per il prossimo. È stato un lavoro duro, estenuante che implicava forza fisica e mentale, in special modo per noi donne. L’ho fatto. Con grande onore, anche per dimostrare che noi donne non siamo deboli. 

Parliamo ora del presente, sei una donna americana che ha deciso di vivere in un piccolo paese nel centro d’Italia: quali sono, e se ci sono, le differenze sostanziali in ambito femminile tra le due società?

Non so dirti se ci sono davvero delle differenze in quanto posso rapportarmi solo ad un piccolo borgo d’Italia. Ovviamente, sono stata io a dovermi adattare ai loro usi e costumi e non loro ai miei. Conosco molti giovani di Introdacqua e l’unico consiglio che ho sempre dato alle ragazze è di continuare a studiare e di viaggiare, andare fuori per lavoro, vivere nuove esperienze, libere e indipendenti. Ho lavorato nel reparto di ginecologia militare ed ero la caposala di una grande unità e ricordo una media di 15 mila parti al mese, vi erano anche gli aborti negli anni ’70. Non ricordo proteste di donne come quelle che vediamo oggi, a prova del fatto che ora le donne sentono di dover lottare affinché non vengano tolti loro dei diritti. La donna deve poter scegliere se sposarsi, rimanere single, accudire i figli a casa, condurre una carriere brillante. Tutte opzioni a discrezione della donna stessa e di nessun altro. 

Cosa vorresti fare per Introdacqua? 

Ribadisco la mia estraneità politica. Non parlo per una carica ipotetica ma per il bene che voglio a questo paese. Il bello di Introdacqua è la miscellanea di culture che convivono armoniosamente e apprendono l’una dall’altra. Ho fatto parte di un gruppo di persone, anche di inglesi e americani che vivono qui, per darsi da fare per il bene del paese, per il decoro, per le attività e le iniziative. Ci chiamavano “clean up gang”, abbiamo pulito le strade, la villa comunale, dipinto, potato siepi e alberi, piantato fiori, abbiamo comprato giochi per i bambini e così via. Siamo felici di averlo fatto e di continuare a fare il bene del nostro paese. Ringraziamo anche il sindaco e i membri dell’amministrazione per averci permesso di aiutare nel nostro piccolo la comunità e per continuare a farlo, ci auguriamo ancora per molto.  

Chiara Del Signore

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