Home Attualità La Uil scrive al Prefetto per organizzare al meglio l’accesso dei detenuti nel Pronto Soccorso di Pescara

La Uil scrive al Prefetto per organizzare al meglio l’accesso dei detenuti nel Pronto Soccorso di Pescara

Scritto da redazione

Sulmona, 3 febbraio– Il Segretario regionale  della Uil PA PP nella persona di  Ruggero Di Giovanni, ha voluto sensibilizzare il Prefetto di Pescara, L’Assessore alla Sanità della Regione Abruzzo e il Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria Lazio-Abruzzo e Molise affinché l’accordo di massima raggiunto nelle settimane scorse tra i vertici dell’ASL e l’Amministrazione Penitenziaria abbia un seguito.

 La UIL PA PP Abruzzo nei mesi scorsi si era fatta portavoce di una disfunzione e causa di una forte criticità che tuttora coinvolge la Polizia Penitenziaria, privati cittadini e detenuti allorquando, questi ultimi, vengono accompagnati nel Pronto Soccorso della città dove l’istituto penitenziario insiste. 

 “Nello specifico- spiega Mauro Nardella– lo stesso Di Giovanni aveva messo in risalto una delle più forti criticità presenti nella  regione Abruzzo e che riguarda l’accesso dei detenuti della Casa Circondariale di “San Donato” nel Pronto Soccorso di Pescara. In sostanza, ogni qualvolta si renda necessario trasportare detenuti al pronto soccorso nel nosocomio rivierasco si crea  un’attesa lunghissima, sovente superiore alle 6 ore (il 14 gennaio 2023 l’attesa si è protratta dalle ore 09:00 fino alle ore 17:00) e che vede la scorta ed il detenuto posizionati  per tanto tempo lungo i corridoi interni del Pronto Soccorso. Corridoi dove stazionano non meno di 20 o 30 pazienti, in ambienti angusti dove la promiscuità  aumenta il rischio che possano accadere episodi non certo piacevoli. La Uil nel mese di dicembre 2022- aggiunge Nardella-  aveva chiesto ed ottenuto una riunione con i vertici della ASL Pescarese.  

 All’incontro avevano partecipato, tra gli altri, il direttore del Pronto Soccorso di Pescara, il Responsabile Sanità Penitenziaria per il Carcere di Pescara, il Direttore del Carcere  ed il Comandante del Carcere.  L’incontro sembrava aver dato i suoi frutti  visto che si era raggiunto un compromesso che vedeva garantiti gli interessi di sicurezza dell’amministrazione penitenziaria, la privacy per il detenuto, la sicurezza degli altri pazienti e la continuità del servizio per la ASL di Pescara e  cioè che il detenuto  fosse messo in attesa in una stanza dedicata  e non nel corridoio. Purtroppo nonostante le ottime premesse ci è stato comunicato, in via informale, che il progetto avviato non avrebbe avuto alcun seguito. Di qui  la necessità di scrivere alle personalità tirate in causa dalla nota”.

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