Sulmona, 2 aprile- Una celebrazione semplice, ma ricca di commozione e significato quella celebrata ieri mattina da Mons. Michele Fusco, vescovo di Sulmona-Valva, nella Casa circondariale di Sulmona.
“Qualcuno tra voi mi ha chiesto «che cosa ci ha portato Padre vescovo?»”, ha esordito mons. Fusco durante l’omelia, “sono venuto a portarvi qualcosa che non perisce, che non termina nel giro di una festa: sono venuto a portarvi la Parola di vita eterna, Cristo Gesù nostro Signore, l’unico che può rendere liberi realmente, al di là delle contingenze; è difficile parlare di libertà qui dentro, ma è la libertà che solo Dio può donare al cuore di ogni uomo aldilà di ogni situazione”.
Nei giorni scorsi è stata consegnata a Mons. Fusco, per mano del Cappellano di Sulmona, padre Lorenzo Marcucci, la “Croce della Speranza”, progetto, promosso dall’Ispettorato Generale dei Cappellani, nella persona di don Raffaele Grimaldi, in collaborazione con l’Associazione dei Cappellani delle Carceri “San Giuseppe Cafasso”, con la Caritas Regina Pacis e con l’Associazione “Liberi nell’Arte”, grazie al supporto dell’Accademia Internazionale Arti e Restauro.
In quella occasione il vescovo di Sulmona-Valva espresse la sua piena gratitudine per quel dono, segno di speranza e riconciliazione.
“Vorrei poter ringraziare”, conclude Mons. Fusco, “la Direzione della Casa circondariale, nella persona del dott. Stefano Liberatore, sempre attenta nella gestione dei servizi, che mette sempre al centro dell’azione di recupero la persona con i suoi bisogni primari”.