Home Politica Sulmona: gli attivisti ‘No Snam’ hanno posto  sotto “sequestro” il cantiere della Centrale

Sulmona: gli attivisti ‘No Snam’ hanno posto  sotto “sequestro” il cantiere della Centrale

Scritto da redazione

Una originale e significativa manifestazione di protesta che  fa riflettere e mette a nudo i limiti della politica abruzzese-

Sulmona, 27 maggio- Lo avevano preannunciato e lo hanno fatto. Sotto lo sguardo attento di Polizia e Carabinieri gli attivisti No Snam hanno posto sotto “sequestro” il cantiere illegale che la multinazionale del fossile ha allestito in località Case Pente di Sulmona per costruire la centrale che dovrebbe spingere il gas fino a Minerbio (BO) lungo il metanodotto Linea Adriatica di 430 chilometri.

Prima di procedere a mettere i “sigilli” al cantiere gli ambientalisti hanno spiegato che l’azione si è resa necessaria in seguito all’ inerzia delle autorità preposte le quali fino ad oggi non hanno adottato nessun provvedimento. Pertanto i cittadini hanno deciso di “sostituirsi” a chi di dovere, recintando il cantiere con un nastro rosso e bianco ed apponendo all’ingresso un grande cartello con la scritta: “Cantiere abusivo sequestrato dai cittadini”.

L’azione di “sequestro” del cantiere, definita dagli ambientalisti “un atto necessario di obbedienza civile”, è avvenuta al termine di un flash mob teatrale nel quale l’accusa è stata rappresentata da un “procuratore dei cittadini” e la difesa da una impacciata “signora Snam” affiancata da due improbabili supporters.

Nel corso della rappresentazione teatrale sono state evidenziate non solo le violazioni di legge ma anche i tanti danni e rischi connessi alla realizzazione del progetto Linea Adriatica la cui necessità è contestata alla radice dagli ambientalisti.  “Si tratta di un’opera del tutto inutile – essi affermano – perché il consumo di gas nel 2023 è arrivato ai minimi storici, appena 61 miliardi e 500 milioni di metri cubi.  Le infrastrutture metanifere esistenti sono eccessive rispetto al fabbisogno dell’Italia. Più che costruirne di nuove bisognerebbe cominciare ad avviare un programma di dismissione di tali impianti”. 

“La Snam vuole realizzare la centrale e il metanodotto solo perché c’è in ballo un affare di due miliardi e 500 milioni di euro – essi aggiungono -; anche se nel tubo non passerà nemmeno un metro cubo di gas la Snam il suo profitto lo avrà fatto, perchè a pagare l’opera saranno i cittadini italiani attraverso la loro bolletta energetica. Anche i finanziamenti che dovrebbe dare l’Europa attraverso il PNRR sono soldi pubblici buttati al macero i quali, invece, potrebbero essere utilizzati proficuamente per sviluppare le fonti energetiche pulite e rinnovabili e per mettere in sicurezza il territorio del nostro Paese”.

I rappresentanti dei Comitati cittadini per l’ambiente dopo aver spiegato che l’iniziativa si è resa necessaria dopo aver constatato la scarsa attenzione  della politica e delle istituzioni attorno ad un  problema di grande rilevanza hanno ricordato che “il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, nel luglio dello scorso anno, ha prorogato la pubblica utilità e il vincolo preordinato all’esproprio ma non il termine d’inizio dei lavori, la cui autorizzazione è irrimediabilmente decaduta il 7 marzo 2023. Nel maldestro tentativo di evitare la decadenza dell’atto autorizzativo- hanno aggiunto– la Snam aveva messo in piedi alcuni giorni prima e in tutta fretta un fantomatico “avvio dei lavori” violando apertamente la condizione fondamentale stabilita dal Decreto VIA del marzo 2011, ovvero l’adempimento di ben 22 prescrizioni ante operam”. 

Si chiude cosi’un nuovo capitolo di una storia che in tanti considerano ancora molto lunga

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