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Cosa accadrà dopo il reddito di cittadinanza?   

Scritto da redazione

 Dietro ai ritardi del Governo ci sono le vite delle persone Il grido d’allarme lanciato dalla Cgil  che in Abruzzo interessa 29.300 persone  e Molise 8200

Sulmona, 16 dicembre- Mancano due settimane alla fine del reddito di cittadinanza per 29.300 persone in Abruzzo e 8.200 in Molise, ma non si sa ancora nulla dell’Assegno Di Inclusione, la nuova misura introdotta dal Governo per superare l’RdC. Dicembre, infatti, vedrà l’ultimo pagamento dell’indennità di reddito che è rimasto solo per le famiglie che, oltre ad essere in condizione di povertà, hanno al loro interno un minore, un disabile o un ultrasessantenne. Particolari condizioni di fragilità sociale che avevano fatto sì che il sostegno continuasse anche oltre luglio, mese in cui, in migliaia, con un sms, si sono già visti togliere il sussidio.

Nonostante le persone coinvolte vivano queste problematiche, ad oggi il Governo non ha ancora emanato il decreto che definisca modalità e tempi per l’invio delle domande di Assegno di Inclusione, rischiando inevitabilmente di generare ritardi, disservizi ed incertezze. Il grido d’allarme è stato lanciato nelle ultime ore da Carmine Ranieri  Segretario generale della Cgil Abruzzo-Molise e Mirco D’Ignazio Coordinatore generale Inca Cgil Abruzzo-Molise

A farne le spese saranno le famiglie più deboli: quelle che non avranno i soldi necessari a sostenere le spese quotidiane per i bambini, per gli anziani o per i disabili che si trovano ad accudire. Oggi, per loro, l’importo medio del sussidio mensile è di 530€, ma il rischio reale è che a gennaio rimangano senza nulla.

Il Governo Meloni, hanno aggiunto Ranieri e D’Ignazio, ha raccontato l’abolizione del Reddito di Cittadinanza come il superamento di una misura inutile, che disincentivava il lavoro, ma aveva anche assicurato che le nuove misure avrebbero garantito occupazione o sostegno ai più fragili.

L’occupazione ad oggi non si è vista: con il Supporto Formazione Lavoro, partito a settembre, non è ancora iniziato nessun corso di formazione né, tanto meno, si sono creati nuovi posti di lavoro. Inoltre, anche il pagamento dei 350€ mensili previsti stenta a partire: ad ormai 4 mesi dall’avvio ancora non è chiaro il rapporto tra Centri per l’Impiego ed INPS ed a farne le spese sono più di cinquemila persone lasciate, in Abruzzo e Molise, senza nessun sostegno, in balia di informazioni che non ci sono, corsi che non partono e lavoro che non c’è.

Ora, anche i più fragili, quelli che non sarebbero stati lasciati indietro, rischiano di vivere le stesse dinamiche. Poveri e fragili che scontano la distanza tra le fasce sociali più deboli ed un Governo che è più interessato a banche e condoni fiscali.

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