Home Economia La strana programmazione della Regione che non aiuta il nostro territorio. Che fare ?

La strana programmazione della Regione che non aiuta il nostro territorio. Che fare ?

Scritto da redazione

La Regione Abruzzo ha predisposto il PROGRAMMA REGIONALE FESR-FSE (2021-2027) e ha dato attuazione alle strategie territoriali per lo sviluppo e il riequilibrio del territorio abruzzese ma, purtroppo, quando è andata a definire la configurazione dei sistemi urbani del territorio regionale, diversamente da quanto indicato dalla Commissione Europea e da quanto correttamente previsto da uno studio coordinato dal Prof. Mascarucci, anziché considerare la regione come una unica entità e suddividere tutto il territorio in Aree Urbane Funzionali con un unico criterio ed un unico obiettivo, ha suddiviso la regione in due aree e per ognuna di essa ha fissato criteri e obiettivi diversi, escludendo tra l’altro di inserire nel programma 46 comuni che per la maggior parte si trovano nelle province di Chieti e di Pescara e prevedendo risorse troppo esigue per un disegno così ambizioso. Il prof. Aldo Ronci che da anni si occupa di questi problemi  che la strategia  adottata dalla Regione presenta una serie di anomalie ed esclude molti comuni (46)dagli eventuali benefici comunitari.Ecco perchè

Sulmona,28 ottobre– Con delibera n. 410 del 10/07/2023 la Giunta della Regione Abruzzo, spiega Ronci, ha dato attuazione ed implementazione alle strategie territoriali per lo sviluppo e il riequilibrio del territorio abruzzese. Nelle linee di indirizzo per la formulazione delle Strategie Territoriali, il Programma Regionale (che gode dei finanziamenti FESR-FSE 2021-2027) prevede: la Priorità 5 che si pone l’obiettivo di “Riequilibrare l’Abruzzo per un benessere diffuso” mediante la realizzazione di interventi a favore delle Aree Urbane ; l’individuazione delle aree urbane abruzzesi attraverso: l’analisi delle esigenze di sviluppo e delle potenzialità dell’area, comprese le interconnessioni di tipo economico, sociale e ambientale; la descrizione dell’approccio integrato per dare risposta alle esigenze di sviluppo individuate e per realizzare le potenzialità dell’area; la descrizione del coinvolgimento dei partner.

I criteri adottati dalla regione Abruzzo sostanzialmente rispecchiano quelli indicati dalla Commissione Europea per individuare le Aree Urbane Omogenee quando ha invitato ciascun paese membro a dotarsi di una “Agenda Urbana” che permetta ai Territori di essere direttamente coinvolti nell’elaborazione delle strategie di sviluppo.Le Aree Urbane Funzionali, come da indicazione della Commissione Europea, sono individuate sulla base dei seguenti parametri: Demografia, Econom Servizi essenziali  Salute,Trasporti Istruzione e formazione Ambiente Società  Cultura e divertimento. 

Su questo tema esiste uno studio coordinato dal Prof. Roberto Mascarucci (professore Ordinario presso il Dipartimento di Architettura dell’Università “G. D’Annunzio”), che, in due volumi di 134 e di 161 pagine , prevede, sulla base dell’applicazione di un rigoroso metodo d’indagine, la suddivisione del territorio regionale in 7 Aree Urbane Funzionali che fanno riferimento alle Città di Pescara-Chieti, Teramo, L’Aquila, Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto che, tra l’altro, sono gli stessi 7 Ambiti Funzionali Subregionali individuati nel 2000 nel QRR della Regione Abruzzo nel piano di riassetto del sistema territoriale. 

La individuazione delle 7 Aree Urbane Funzionali è stata realizzata declinandole come sistemi territoriali gravitanti sulle città medie che ben rappresentano la struttura policentrica del territorio abruzzese. 

il prof. Aldo Ronci

La ripartizione ottimale del territorio abruzzese è stata costruita analizzando in maniera completa ed esauriente tutte le realtà e le esigenze di uno sviluppo equilibrato ed armonico della Regione usando come strumenti di indagine : i sistemi insediativi, le reti di trasporto, l’ambiente, la struttura sanitaria, la densità abitativa, la demografia urbana, la struttura del sistema produttivo, la ricerca, l’innovazione, il sistema energetico, l’attrattività dei territori, il sistema turistico ricettivo, le filiere enogastronomiche, la popolazione straniera residente. 

Lo studio, che suddivide il territorio abruzzese in 7 Aree Omogenee, come già detto, non è una novità ma ha il grandissimo merito di aver documentato in maniera convincente che la ripartizione ottimale del territorio abruzzese è proprio quella delle 7 Aree. 

Ma come sono state individuate le Aree Urbane nel programma regionale 2021-2027 dalla Regione Abruzzo?  A questo interrogativo Ronci risponde richiamando la delibera della Giunta regionale n. 410 del 10/07/2023  e soprattutto l’allegato 1 alla stessa  “Strumento di approfondimento per definire la configurazione geografica delle Strategie Territoriali” si forniscono gli elementi conoscitivi necessari alla definizione della configurazione territoriale di ciascuno dei sistemi locali interessati dalle Strategie Territoriali. 

La configurazione dei sistemi urbani è avvenuta suddividendo il territorio regionale in due aree:   Aree SNAI e Aree funzionali urbane delimitate sulla base della mobilità giornaliera, La Regione Abruzzo ha individuato 7 Aree cosiddette SNAI e, in coerenza con le indicazioni dell’Accordo di Partenariato riguardanti le tipologie di territori interessati dalle Strategie Territoriali e in linea con gli orientamenti in esso contenuti, interverrà in favore di queste 7 Aree interne “per sostenere i presidi di comunità nei territori interni, per la produzione di servizi eco sistemici, la manutenzione attiva del territorio e la salvaguardia delle risorse naturali e culturali, secondo l’approccio promosso dalla Strategia nazionale per le aree interne (SNAI)”. 

La Regione Abruzzo, in applicazione dei criteri che si è data e di cui sopra, ha individuato 8 Aree funzionali urbane la cui delimitazione è stata effettuata sulla base della mobilità giornaliera, ossia sono stati costruiti cluster (sistemi di comuni confinanti) in cui i cittadini effettuano la maggior parte dei loro spostamenti non solo per motivi di lavoro ma anche per motivi legati alla gestione personale e familiare, alla funzione sociale e ricreativa e a quella educativa e che, di norma, sono organizzate intorno ad un comune di rango relativamente superiore a quelli che lo circondano. 

In queste 8 Aree la Regione si prefigge di promuovere lo sviluppo sociale, economico e ambientale integrato e inclusivo, la cultura, il patrimonio naturale. 

Le Aree SNAI sono composte da 138 comuni e sono state individuate sulla base della distanza dai Poli e si prefiggono soprattutto di sostenere i presidi di comunità nei territori interni, per la produzione di servizi eco sistemici, la manutenzione attiva del territorio e la salvaguardia delle risorse naturali e culturali. 

Le Aree funzionali urbane sono composte da 121 comuni e sono state individuate sulla base della mobilità giornaliera. 

L’Aquila,sede Giunta regionale

È evidente che i due tipi di Aree (Aree Snai e Aree funzionali urbane) sono stati individuati sulla base di criteri ed obiettivi diversi tra di loro e, comunque diversi anche da quelli fissati dalla Regione stessa e dalla Commissione Europea. 

 Dulcis in fundo: ci sono 46 comuni che, nel Programma Regionale FESR-FSE (2021-2027), sono stati esclusi. Ad esempio nel Centro Abruzzo, composto da due ambiti, si trovano: nell’Alto Sangro (12 comuni) 

  • ·  comuni ricompresi nelle Aree SNAI; 
  • ·  comuni esclusi che restano fuori da ogni possibilità di intervento: Castel di Sangro, Ateleta, Roccaraso, Rivisondoli e Pescocostanzo. nel Territorio Peligno (24 comuni): 
    • ·  12 comuni ricompresi nelle Aree SNAI; 
    • ·  7 comuni ricompresi nelle Aree funzionali urbane (così come definite dalla Regione Abruzzo); 
    • ·  5 comuni esclusi che restano fuori da ogni possibilità di intervento: Pacentro, Cansano, Campo di Giove, Pettorano e Rocca Pia. 

Per i 46 comuni che non sono stati inclusi né nelle Aree Snai né nelle Aree Funzionali Urbane è prevista una delle seguenti alternative: l’inserimento tra le Aree Funzionali Urbane a condizione che ci sia la contiguità territoriale e che sia presentata una motivata richiesta da parte delle Coalizioni Territoriali; l’’inserimento tra le Aree Snai se sono soggetti alle dinamiche di spopolamento e presentano le  caratteristiche di perifericità. 

Di fatto, a oggi, questi comuni restano fuori dalle Strategie Territoriali e possono essere definiti “comuni esclusi” 

 Ma in soldoni.  Quali saranno le risorse ? “Il Programma Regionale FESR-FSE (2021-2027) destina alla Priorità 5 che ha l’obiettivo di “Riequilibrare l’Abruzzo per un benessere diffuso” la somma di euro 81.381.715. Agli inizi degli anni duemila il Territorio Peligno- conclude Ronci– è stato destinatario di 38 milioni di Fondi dei Patti Territoriali e di 12 milioni dei PIT per un totale di 50 milioni di euro che purtroppo non hanno fermato lo spopolamento. Se sono stati inefficaci 50 milioni per una popolazione che rappresenta 1/26 di quella regionale figurarsi quali esiti potranno avere 81 milioni per tutta la Regione”.

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