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 Centrale unica di committenza avrà sede a l’Aquila

Scritto da redazione

Per il sen. Guido  Liris:” Risultato di sforzo congiunti Regione-Stato”

Sulmona,14 aprile-   “La centrale unica di coordinamento di tutti i servizi di emergenza che avrà sede all’Aquila sarà presto realtà e oggi è stata scritta una pagina decisiva dopo che la Regione, quando ero assessore al Bilancio, ha stanziato le risorse necessarie. Ringrazio il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che oggi in città ha sottoscritto il protocollo d’intesa in Prefettura, passaggio chiave per dare concretezza ad un progetto al quale abbiamo a lungo lavorato”.È il commento del senatore , Guido Liris (Fdi), che stamattina in Prefettura ha partecipato all’incontro con il rappresentante del governo.“

L’investimento, che complessivamente ammonta a 4 milioni di euro e per i cui costi di gestione, da parlamentare, mi sto battendo per far sì che lo Stato aumenti il proprio contributo, è reso possibile anche grazie al fatto che nei mesi scorsi abbiamo sbloccato la ricostruzione dell’edificio cosiddetto ex Inapli, nel quartiere San Sisto, in disuso dal 2009, che ospiterà proprio la sede della sala operativa del Nue, il numero unico delle emergenze”, ricorda Liris. “Non è l’unico ‘compito’ a cui ha assolto la Regione, e per questo ringrazio anche il presidente Marco Marsilio”, aggiunge il senatore, “il personale sarà infatti formato da 40 persone assunte da Abruzzo Progetti spa a partire dal 2024”.“I lavori della realizzazione della centrale sono già avviati con affidamento e contratti già sottoscritti e dovrebbero concludersi entro la fine di quest’anno”, continua Liris. “Provvisoriamente la sede sarà presso l’Agenzia regionale di protezione civile in via Salaria antica est prima di essere trasferita nell’immobile ex Inapli”.“La centrale del Nue all’Aquila”, osserva infine il senatore, “è anche una risposta, simbolica ma non troppo, a tutte le emergenze a cui questa terra è stata costretta a dover rispondere, dal terremoto agli incidenti del Velino e di Campo Felice, senza dimenticare il dramma di Rigopiano e il dissesto idrogeologico. Integrare i sistemi delle emergenze, dalle forze dell’ordine alla protezione civile, significa riuscire a far parlare un linguaggio unico a tutti i soggetti”.

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