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AlimentiAmo la speranza: “Leandro for Africa”

Scritto da redazione

Un cammino di nove mesi per aiutare l’Africa La sfida straordinaria dell’ex Consigliere regionale abruzzese Leandro Bracco con l’obiettivo di finanziare ben otto progetti in sette Paesi. Camminerà  tutti i giorni tranne la domenica per 5300 chilometri e 234  tappe percorrendo una media di 23 km al giorno. Si era trasferito dal suo paese d’origine a Roseto degli Abruzzi  ed è stato  Consigliere dal 2014 al 2019 per il M5S sua vita distinguendosi  nel suo impegno politico e istituzionale  sempre per correttezza, passione politica. Studioso attento soprattutto per le problematiche sociali e quelle ambientali. Laureato in Scienze della Comunicazione è diventato giornalista professionista nel 2004. Poi la sua vita è cambiata improvvisamente, ha lasciato la politica attiva ed ha deciso di dedicarsi “ ad una politica più bella e utile per aiutare quanti hanno veramente bisogno”. Ecco perché…

L’ex Consigliere regionale Leandro Bracco

Sulmona, 20 marzo – Lo incontro per caso a Sulmona. Non lo vedevo da anni. Abbigliamento sportivo ma soprattutto fisico tonico e asciutto. Me lo ricordavo più paffutello. Dopo l’atroce morte del padre, la sua vita ha imboccato la strada dell’Africa. La dimostrazione più autentica e cristallina che per fare Politica non serve la poltrona

“Allora Leandro come procede la tua vita dopo che l’esperienza in Regione è giunta al capolinea? Come mai la tua esistenza negli ultimi anni è completamente cambiata?”

Nello stesso mese in cui la mia carica di consigliere regionale terminava (febbraio 2019, ndr), mio padre se n’è andato in circostanze tragiche a causa di una sindrome che definisco demoniaca e che colpisce una persona ogni milione. La sua sofferenza ha segnato la mia esistenza, facendomi imboccare strade che fino a quel momento ritenevo non compatibili con la mia persona.

“In che senso? Quale direzione ha preso la tua vita?”

Sin da ragazzo sono sempre stato attratto dall’Etiopia. Il motivo credo sia da ricercare in tutto il male del quale il regime mussoliniano si macchiò in quell’incantevole territorio. Su tutti, il ‘macellaio del Fezzan’ Rodolfo Graziani (per l’ONU un criminale di guerra) si rese protagonista di azioni improntate alla crudeltà più sanguinaria tranquillamente paragonabili a ciò che Putin sta facendo vivere al martoriato popolo ucraino. In definitiva lo stesso Graziani seminò morte, distruzione e dolore. Quindi, forse per un senso di solidarietà e vicinanza nei riguardi del popolo etiope, pochi mesi dopo la dipartita di mio padre ho deciso di andare ad Addis Abeba.

“In Etiopia cosa hai fatto? Per quanto tempo ci sei stato?”

Ho vissuto là per cinque mesi tornando in Italia pochissimi giorni prima rispetto alla chiusura generalizzata del nostro Paese causata dal Covid. Mi sono avvicinato, da laico, al mondo della cooperazione religiosa. Stando a stretto contatto con suore e sacerdoti ho avuto il privilegio di toccare con mano la quantità infinita di bene che trova concretezza in un silenzio pressoché assordante. E poi arriva la data spartiacque: il primo novembre 2019.

“Cosa accadde quel giorno?”

Una premessa: sin dall’adolescenza sono sempre stato profondamente credente. Porto sempre un crocifisso e senza esso mi sento nudo. Quel giorno, festa di Ognissanti, vado ad assistere alla Messa presso la chiesa di San Salvatore ad Addis Abeba. Nessuna parola del sacerdote mi sfugge ma anzi la alimento cercando di afferrarne il significato più autentico e profondo. E in quel contesto ovattato e denso di sacralità comprendo la direzione che desidero dare alla seconda parte della mia vita. Stop definitivo alla cosiddetta politica politicante, basta con il teatrino finalizzato quasi esclusivamente ad acquisire notorietà con il fine ultimo di vedere il portafoglio gonfiarsi. La possibilità di essere molto più pragmatici esiste. Bisogna solamente trovare il coraggio di agire.


“Tu l’hai trovato? Cosa hai ideato?”

Quel giorno è germogliata in me l’idea di un pellegrinaggio di carità nel nome di Maria della durata di 9 mesi. Ne ho parlato con il mio amico fraterno Claudio Bullano con il quale ci conosciamo da un trentennio. Mi è stato vicino sin dal primo istante. Abbiamo organizzato il tutto nella maniera più chirurgica possibile e ora finalmente ci siamo. Il cammino prenderà avvio sabato 25 marzo, solennità dell’Annunciazione e terminerà il giorno di Natale. Attraverserò a piedi 7 nazioni per un totale di circa 5300 chilometri. Una media quotidiana di 23 km da percorrere ogni giorno tranne la
domenica, festività nella quale mi riposerò. Sarò sempre affiancato da un fuoristrada guidato da persone tanzaniane sul quale troveranno riparo acqua e cibo e che rivestirà anche un ruolo di sicurezza qualora lungo il cammino dovessi infortunarmi oppure stare poco bene. Fra tre giorni (domani per chi legge, ndr) partirò alla volta della Tanzania.



“Ci descrivi le varie sfaccettature di questo cammino? Come s’intitola l’iniziativa?”

Questo pellegrinaggio di carità nel nome di Maria s’intitola ‘AlimentiAMO la SPERANZA” ed è patrocinato a livello non oneroso dal santuario mariano più importante delle Alpi che è quello di Oropa, vicino Biella, dove viene venerata la Madonna nera. I Paesi che attraverserò saranno sette: Tanzania, Malawi, Zambia, Zimbabwe, Sudafrica, Eswatini e Mozambico. Toccherò sempre le capitali di queste nazioni allo scopo di dare risalto alle cattedrali cattoliche. Le tappe complessive saranno 235.


“Mi parlavi di pragmatismo. Questo concetto per te basilare come si coniuga con il pellegrinaggio che hai ideato?”

Durante i nove mesi di cammino, tramite le più moderne e trasparenti tecnologie di comunicazione, sarà attivata una raccolta fondi non in Africa ma per l’Africa al fine di andare a finanziare specifici progetti di cooperazione, sviluppo e, appunto, carità, messi nero su bianco da Ordini religiosi con i quali negli scorsi mesi ho stipulato accordi. I beneficiari saranno quattro categorie di persone: i bambini orfani e abbandonati, i disabili, le donne che hanno vissuto sulla
propria pelle il cancro della violenza e gli ex detenuti.


“Il Leandro Bracco amante delle tematiche sociali torna quindi prepotentemente alla ribalta. L’iniziativa è straordinaria. Un vero e proprio unicum che credo non abbia precedenti, che farà sicuramente rumore e per lo più ideato da un ex politico che ha chiuso definitivamente con il mondo dorato del Palazzo”.

Negli scorsi decenni, nel continente africano, sono state molte le iniziative improntate all’avventura organizzate da laici di diverse nazionalità. Quelle che possedevano anche un carattere di solidarietà erano però una minoranza. In aggiunta a questo, tutto ciò che negli scorsi anni ha preso vita in Africa sono stati eventi messi in atto con fuoristrada, moto e anche biciclette. A piedi, per nove mesi, attraversando sette nazioni e con una finalità prettamente sociale, credo sia proprio un unicum.


“Rimango affascinato da quanto tu e i tuoi amici siate riusciti a mettere in piedi. Pur trovandoti fisicamente al top, sono dell’opinione che la tua tenuta mentale sarà messa a dura prova. Non hai paura dei rischi nei quali potrai incorrere? E poi in base a quali parametri sono state scelte le nazioni che attraverserai?”

La bussola per individuare i sette Paesi e successivamente definire le 235 tappe è stata la consultazione approfondita e scrupolosa del sito viaggiaresicuri.it collegato alla Farnesina. Il tutto per evitare di entrare in Stati che fossero a rischio di fondamentalismo religioso. Sul discorso mentale hai ragione: più che la stanchezza fisica qualche pensiero me lo dà la tenuta psicologica. Senza alcun dubbio però la forza per andare avanti e non mollare mi sarà veicolata pensando agli
sguardi innocenti e colmi di speranza di quella moltitudine purtroppo quasi sterminata di bambini orfani e abbandonati la cui unica richiesta è quella di vivere serenamente e che ho avuto modo di vedere dal vivo prima in Etiopia e, tra la prima e seconda ondata di Covid, nello Zambia e in Tanzania.


“Posso solo lontanamente immaginare che dietro all’organizzazione di un’iniziativa del genere ci sia un lavoro gigantesco. Ho altre tre curiosità: hai sponsor, con quali Ordini religiosi sei entrato in contatto e perché proprio 7 Paesi e non un altro numero?”

Solamente per individuare i sette Stati e pianificare il percorso, il lavoro è durato un anno e mezzo. La calibratura poi di tutte le altre sfaccettature ha richiesto altri dodici mesi di impegno. ‘AlimentiAMO la SPERANZA’ è completamente autofinanziato e quindi sponsor non ce ne sono. Sono strafelice che sulle magliette che ho fatto produrre sia
presente all’altezza del cuore l’effigie della Madonna di Oropa. Era la cosa alla quale tenevo di più. Gli Ordini religiosi con i quali ho stipulato accordi sono i sacerdoti di Missioni Consolata, le suore di San Giovanni Battista, le Maestre Pie dell’Addolorata, le figlie di San Francesco di Sales, le suore Mantellate Serve di Maria e i frati Cappuccini. Perché sette Paesi e non un altro numero? Perché sette sono i doni dello Spirito Santo nel Cristianesimo e sempre sette sono
le lame conficcate nel cuore di Maria.


“Chi gestirà la raccolta fondi? Come sarà strutturata?”

A novembre 2021 ho avuto la fortuna enorme di conoscere una persona eccezionale. Il suo nome è Giandonato Salvia, ha 33 anni e ha un curriculum eccelso. Un anno e mezzo fa, Sergio Mattarella lo ha nominato Cavaliere della Repubblica per avere ideato una app per dispositivi mobili il cui fine è quello di contrastare in maniera netta e radicale il racket dell’elemosina. In pratica è stato l’inventore della carità elettronica e del concetto di economia sospesa per la quale ha preso spunto dalla tradizione partenopea del caffè sospeso. Con Giandonato è nata una limpida amicizia ma soprattutto un rapporto di stima reciproca. La sua OdV (organizzazione di volontariato, ndr) si chiama Tucum e gestirà sia la raccolta del denaro che la successiva ripartizione dello stesso per finanziare i progetti individuati nelle sette nazioni che attraverserò. Si potrà donare tramite il classico bonifico bancario, inquadrando il QR code di Tucum (si può scaricare la app dal Play Store) oppure connettendosi al sito www.tucum.net cercando l’iniziativa AlimentiAMO la SPERANZA:
Leandro for Africa.


“In ultimo: cosa ti prefiggi di ottenere da questa fantastica iniziativa che non ha precedenti?”

Innanzitutto smuovere le coscienze per tentare, nel mio piccolo, di dare concretezza a due concetti dall’importanza enorme enunciati da due Papi che hanno scritto e stanno scrivendo la Storia quali Ratzinger e Bergoglio. Il primo diceva che viviamo nella dittatura nefasta del relativismo e che bisogna combatterla senza tentennamenti. Ci sono infatti scelte di vita che bisogna compiere senza troppo filosofeggiare. Non avere nella vita alcun punto di riferimento non
genera libertà bensì ci fa essere in balia dei conformismi del momento producendo smarrimento. Papa Francesco invece ha affermato che la globalizzazione dell’indifferenza è il cancro in metastasi della società contemporanea. ‘AlimentiAMO la SPERANZA’ è l’esatto contrario dell’indifferenza. E’ il mettersi al servizio del prossimo affinché, per gli altri, si possa diventare dono.



“Un’ultimissima curiosità di matrice musicale: hai un brano che ha contribuito a darti energia nell’organizzazione di questo pellegrinaggio di carità? E chi ti volesse contattare come deve fare?”

Le canzoni sono due: ‘Allez dire’ di Eyma dedicata all’Immacolata
Concezione di Lourdes e l’ennesima perla scritta da Max Pezzali e che
s’intitola ‘Noi c’eravamo’. La mia mail è leandro22041977@gmail.com

“Grazie Leandro, grazie veramente”.

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