Home Politica Ed ora si apre il “caso” della discarica di Noce Mattei

Ed ora si apre il “caso” della discarica di Noce Mattei

Scritto da redazione

Il sindaco Di Piero ha annunciato che presto sarà istituito un tavolo tecnico così come proposto dall’Arta 

Sulmona,27 dicembre– E’ arrivata  al Comune di Sulmona la relazione dell’Agenzia Regionale per la Tutela Ambientale (Arta)  sulle emissioni provenienti dall’impianto Cogesa di Noce Mattei e il sindaco Gianfranco Di Piero ha già provveduto  a trasmetterla al Cogesa, per i necessari adempimenti di competenza e a darne immediata comunicazione alla Procura della Repubblica di Sulmona, all’Asl 1, ai Sindaci dei Comuni soci e ai Consiglieri Comunali del Comune di Sulmona. 

Il Sindaco ha annunciato che sarà istituito al riguardo un tavolo tecnico, come suggerito dall’Arta.

 L’Arta afferma, nelle conclusioni, che: “Le molestie olfattive patite dalla popolazione nell’intorno dell’impianto della COGESA appaiono confermate dalle segnalazioni inoltrate per mezzo dell’applicativo NOSE e risultano ascrivibili a più cause concomitanti associate all’impianto. L’installazione, autorizzata con n. DPC 002/PAUR/25 del 3/12/2022, costituisce un sistema complesso che comprende un impianto di trattamento meccanico-biologico e una discarica annessa.

Le emissioni convogliate che possono originare molestia olfattiva sono costituite essenzialmente dagli effluenti del biofiltro. Questo impianto di abbattimento tratta le arie esauste aspirate dal trattamento biologico. In caso di corretta gestione, le emissioni del biofiltro possono considerarsi trascurabili dal punto di vista olfattivo. 

Va precisato, tuttavia, che in occasione del primo controllo l’impianto risultava inefficace in quanto quasi completamente ostruito, mancante di sistemi di campionamento a monte della fase di abbattimento ed il suo corretto funzionamento è inficiato dall’efficacia del confinamento dei locali aspirati i cui portoni sono stati trovati spesso aperti.

Gianfranco Di Piero Sindaco di Sulmona

Una seconda sorgente olfattiva, di natura diffusa, è costituita dagli scarrabili utilizzati per il conferimento della FORSU e posti all’esterno del capannone in adiacenza di una rampa di carico.

Durante il trasferimento dei rifiuti, il carico e i conseguenti colaticci restano esposti all’azione eolica. Nel periodo estivo meccanismi putrefattivi generano miasmi che non sono contenuti da misure tecniche o gestionali di una qualche efficacia. 

Si tratta di una sorgente particolarmente dipendente dai tempi di raccolta e dalle temperature esterne. A questa sorgente si sommano i materiali putrescibili occasionalmente stoccati all’esterno (FOS).

La FOS, generata dal TMB, contiene una frazione residua di carbonio organico e la sua putrescibilità la rende potenziale sorgente olfattiva. Resta da verificare se l’indice respirometrico al termine del trattamento biologico risponda ai limiti prescritti come condizione di utilizzo per la copertura giornaliera del materiale in discarica.

La discarica costituisce una grande sorgente passiva areale. Il flusso emissivo di odore stimato in occasione dei controlli (SOER) la rende di gran lunga la sorgente olfattiva più significativa. Al proposito si deve rilevare che concorrono a causare molestie olfattive sia condizioni micrometeorologiche che questioni gestionali. Lo studio ha dimostrato che sono sorgenti rilevanti sia la porzione di discarica esaurita che quella in coltivazione. Nel caso della prima, sull’emissività influisce in maniera essenziale la possibilità data al Gestore di rimandare la chiusura definitiva della discarica. 

Ciò comporta una scarsa captazione del biogas e maggiore formazione di percolato che in alcuni punti della superficie sembra riemergere. Nel caso della porzione di discarica in coltivazione, invece, la maggiore emissività è attribuibile alla intempestiva copertura e all’utilizzo di FOS che in base ai valori emissivi riscontrati in discarica sembrerebbe non sufficientemente stabilizzato.

Anche i frequenti incendi della FOS e della discarica testimoniano una gestione carente dell’impianto. A causa di temporanea indisponibilità del sistema di calcolo, si rimanda a data da destinarsi la simulazione della dispersione atmosferica da ripetere con i dati emissivi appena stimati per verificare se le segnalazioni di molestia siano spiegabili dalle sorgenti individuate o se si debbano ipotizzare ulteriori meccanismi di trasporto. In via prioritaria si ritiene comunque di doversi proporre all’AC:

1. Una differente gestione del conferimento della FORSU al fine di contenere le emissioni odorigene,

possibilmente con il confinamento delle attività;

2. La chiusura definitiva della porzione di discarica esaurita;

3. La verifica della natura del liquido rilevato sul corpo di discarica ed eventualmente la rimozione del

percolato;

4. L’obbligo a utilizzo di sistemi di chiusura automatica e relativi allarmi del capannone;

5. La predisposizione di bocche di campionamento sulle linee di adduzione al biofiltro e sistemi

automatici di monitoraggio dei livelli di impaccamento nonché incremento della frequenza della

distribuzione delle velocità superficiali del biofiltro e obbligo di verifica efficienza di abbattimento;

6. Il divieto a stoccare all’aperto materiali putrescibili;

7. Adozione di misure di sorveglianza antincendio”. 

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