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Consiglio regionale ha approvato nuova legge urbanistica. Commenti e reazioni

Scritto da redazione

L’Aquila,21 novembre Il Consiglio regionale abruzzese ha approvato, a maggioranza,  nel corso della seduta odierna la nuova legge regionale urbanistica Successivamente in Aula è iniziata la discussione sulla Nuova Legge Urbanistica Regionale  Il testo, che si compone di sette Titoli suddivisi in capi e sezioni, per un totale di 108 articoli, detta le norme per il governo del territorio al fine di garantire lo sviluppo sostenibile delle attività rispetto alle trasformazioni territoriali da esse indotte, evitando il nuovo consumo di suolo, salvaguardando e valorizzando il patrimonio territoriale inteso come bene comune; l’uguaglianza di diritti all’uso ed al godimento del bene stesso nel rispetto delle esigenze legate alla migliore qualità della vita delle generazioni presenti e future. Viene ritenuto strategico fornire chiari indirizzi sul ruolo dei singoli soggetti chiamati alla pianificazione territoriale nonché dei procedimenti di approvazione dei diversi livelli di pianificazione: la Regione, quale ente con competenze legislative nei vari procedimenti, le Province, quali enti di area vasta, i Comuni, quali soggetti primari di governo del proprio territorio. 

Dall’edilizia massiva con ingente consumo di suolo alla riqualificazione urbana, dall’urbanistica quantitativa, incentrata sul dimensionamento organizzativo dell’espansione urbana della città costruita, alla qualità del territorio ed alla sostenibilità degli interventi: questi i nuovi paradigmi della programmazione che diventano centrali. L’obiettivo primario è il raggiungimento del “consumo di suolo zero”, che da vincolo si trasforma in motore di una nuova stagione di trasformazione urbana, fondata sulla riqualificazione dell’esistente e sul ridisegno del territorio urbanizzato, che non deve essere più considerato come un dato acquisito e irreversibile ma suscettibile di essere ridisegnato e ricucito secondo nuove e più funzionali orditure in grado anche di recuperare i danni di uno sviluppo passato, di carattere spesso incontrollato e disperso. A tale scopo la legge conterrà una serie di strumenti, dispositivi operativi concreti e meccanismi regolativi, che consentiranno di avviare questo processo di rigenerazione urbana a consumo netto zero di suolo.

Urbanistica: per Presidente Sospiri si tratta di una legge moderna ed efficace

“Dopo quarant’anni riformiamo una materia che a livello normativo non era più al passo con le trasformazioni degli ultimi decenni. Tra le finalità del testo approvato oggi dal Consiglio regionale ci sono il contenimento del consumo di suolo, la riqualificazione e la rigenerazione urbana oltre alla semplificazione delle procedure. Si tratta di un testo innovativo e per alcuni versi rivoluzionario anche grazie all’introduzione di un diverso impianto della pianificazione del territorio rurale che saprà tracciare, in modo ordinato, una nuova fase di sviluppo socio economico dell’Abruzzo. La nascita della nuova Legge Urbanistica Regionale ha visto un ampio dibattito con tutti i soggetti interessati e il prezioso contributo di Associazioni, Organismi di Categoria e cittadini oltre che delle opposizioni. A questo proposito voglio ringraziare tutti compresa l’intera struttura tecnica e gli uffici del Consiglio regionale. Sarà possibile garantire il corretto uso e la tutela delle risorse territoriali, ambientali e paesaggistiche; viene assunto come un dovere il contenimento del consumo del suolo; si punta a migliorare la qualità urbana attraverso la compensazione urbanistica e le misure premiali; si tutela le aree agricole di rilevanza ambientale e la qualità degli spazi urbani; si promuove il risparmio energetico e idrico, con un sistema della mobilità e di smaltimento dei rifiuti che sia razionale; si determinano i livelli di qualità urbana in grado di garantire benessere, salubrità, efficienza e sicurezza, oltre a livelli accettabili di insediamenti urbani promuovendo una maggiore qualità della vita soprattutto per i soggetti fragili, il che significa innanzitutto abbattimento delle barriere architettoniche e città a misura di anziano, bambino o diversamente abile. Oggi consegniamo all’Abruzzo uno strumento moderno, solido ed efficace, capace di adeguare al nuovo millennio una norma ormai datata e che doveva fare i conti con gli input che ci arrivano dall’Europa, ma anche con una regione profondamente cambiata che oggi al consumo del suolo preferisce reinventare una nuova vita per l’esistente. Oggi diamo una direzione, fissiamo dei punti fermi e ai territori spetterà recitare il ruolo da protagonisti”. E’ quanto ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale al termine della votazione odierna Lorenzo Sospiri

Urbanistica: Csx , la maggioranza rifiuta confronto

Il centrodestra cala la maschera e con un colpo di mano ghigliottina tutti gli emendamenti delle opposizioni. A quarant’anni di distanza dall’ultima legge regionale in materia, la maggioranza arriva a dichiarare l’urgenza sul provvedimento, scelta regolamentare mai utilizzata prima, tranciando il dibattito e cancellando voce e contributo delle opposizioni. Una scelta irrazionale, visto pure che gran parte delle proposte di modifica riguardavano modifiche alla legge suggerite da organizzazioni di categoria, ordini e tecnici intervenuti in Commissione. Un metodo inaccettabile, ma famigliare a chi governa l’Abruzzo da cinque anni”, così i consiglieri Pd e Abruzzo in Comune a fronte dei lavori del Consiglio regionale odierno sulla nuova legge urbanistica.

“Per capire il valore e la necessità delle modifiche, basterebbe fare riferimento alle richieste venute in primis dagli Ordini degli Architetti di Pescara, l’Aquila e Teramo, che hanno spiegato come il nuovo testo di legge, seppur innovativo rispetto alla legge del 1983, si innesti su un sistema di piani regionali, il piano paesistico, il quadro di riferimento, fermi al 2000 – spiegano i consiglieri Silvio Paolucci, Antonio Blasioli, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci e Sandro Mariani  – È proprio su questa visione che i Comuni abruzzesi saranno tenuti a uniformarsi per la loro pianificazione, con “Puc” che prendono il posto dei Piani Regolatori e che tra l’altro dovranno essere redatti senza risorse regionali e senza incentivi a farlo insieme, rendendo i territori più omogenei tra loro. La nuova legge cristallizza la disciplina del Decreto Sviluppo regionale, una norma nata come derogatoria, che diventa però parte di un testo unico, elargendo aumenti di volumetria in caso di demolizione e ricostruzione, questo senza il reperimento di standard e, ancor più, senza piani attuativi specifici. Proprio su questi aspetti, avevamo proposto due emendamenti significativi, falcidiati dalla “ghigliottina” del Presidente Sospiri. Con il primo si puntava a rendere alternativi gli incrementi di volumetria ad oggi in vigore grazie alla modifica della legge regionale n. 49/2012 (decreto sviluppo) avvenuta con l.r. n. 29/2020. Infatti al 60% di aumento di volumetria già possibile, in caso di demolizione e ricostruzione, veniva aggiunto il 10% in caso di ricostruzione in classe energetica A più il 15% in caso di ricostruzione in classe energetica superiore. È evidente che per questi ultimi due incentivi, di fatto si dava lo stesso incremento due volte ed era pertanto necessario quanto meno renderli alternativi.

Il secondo emendamento tagliato, prevedeva l’inserimento di una fascia di rispetto di 200 metri dal demanio marittimo, in cui non erano applicabili gli aumenti di volumetria. Questo perché il combinato disposto dato dall’85% totale e dall’assenza di una disciplina di vincolo sui litorali, sta di fatto portando alla realizzazione, in quelle zone, di edifici alti, che, da un lato risparmiano suolo, ma dall’altro oscurano tutte i fabbricati retrostanti. L’emendamento trovava forza anche per quello che sta avvenendo sui  litorali dove in assenza di una disciplina di vincolo è possibile un aumento di questa portata. Incredibile, poi, quanto deciso per i terreni agricoli: viene reso di fatto impossibile costruirvi, poiché le nuove edificazioni sono permesse solo in presenza di un progetto di sviluppo di un’azienda agricola, che dovrà tra l’altro essere approvato dal Consiglio comunale del territorio di appartenenza. Una scelta che farà discutere e sarà causa di liti giudiziarie.

Per chiunque non sia un coltivatore diretto o un’azienda agricola sarà altrettanto impossibile realizzare un piccolo edificio in territorio agricolo, anche nel caso si tratti di una porzione di terreno edificabile. Per l’ennesima il vero volto della destra abruzzese si manifesta: no al confronto, no alla discussione trasparente e si a norme che dietro l’intenzione del risparmio del suolo, in realtà permettono il dilagare di aumenti volumetrici e cemento”.

Legge Urbanistica: M5S “ Applicata la “ ghigliottina” per tafgliare voce ai territori per  sostenere campagna elettorale di Fdi”

“È stata applicata in Consiglio regionale la manovra della cosiddetta “ghigliottina”, per l’approvazione della nuova legge sull’urbanistica. Il fatto che si applichi questo tipo di bavaglio, su una legge così importante per la regione, la dice lunga su quanto il centrodestra sia disposto a sacrificare in termini di ascolto dei territori, pur di avere una stampella in più a tener su la becera propaganda di cui sono maestri. Aver impedito alle opposizioni di portare in aula le proprie proposte significa aver impedito ai portatori di interesse, che su quelle proposte hanno lavorato, la possibilità di vederle approvate” ad affermarlo è il Capogruppo del M5S Francesco Taglieri che, con i consiglieri presenti in aula Giorgio Fedele, Barbara Stella e Domenico Pettinari, continua “ Il motivo dell’indifferibile urgenza è stato espresso chiaramente in Commissione Capigruppo dall’Assessore Campitelli, che ha chiesto l’applicazione del regolamento che taglia di netto la voce alle opposizioni, perché, e solo perché, siamo a fine legislatura.  Una barzelletta che farebbe ridere se l’Abruzzo, anche oggi, non avesse pagato a caro prezzo il pressapochismo di chi lo governa. 

La nostra regione – incalzano i 5 Stelle –  sta pagando a caro prezzo la smania di potere di Fratelli D’Italia, Lega e Forza Italia che dopo anni di immobilismo in quota maggioranza del Consiglio li vede rincorrere l’approvazione in fretta e furia di norme che non rispecchiano le reali esigenze dell’Abruzzo e degli abruzzesi e sulle quali si dovrà tornare in futuro per aggiustare il tiro. Questa è una norma che l’Abruzzo attende da quarant’anni, ma che per come approvata agli abruzzesi non sarà utile. E sia chiaro che non lo dice solo il M5S, ma lo dicono tutti i portatori di interesse che hanno preso parte ai lavori e che fino a questa mattina chiedevano alla maggioranza di fermarsi per apportare delle modifiche al testo della norma.Nella norma, inoltre, non c’è nulla sulla transizione ecologica, sul Piano ambientale, sul consumo del suolo, sulla sicurezza sismica e su tutte le emergenze, quelle sì urgenti, alle quali il centrodestra è stato incapace di dare risposte. Ma probabilmente per questi signori è importante mettere un’altra medaglia al petto sull’approvazione di una legge, poco importa se sia di stagno e coperta da una velata cartina d’orata, perché probabilmente l’obiettivo è quello di arrivare al 10 marzo. L’orizzonte non arriva oltre e soprattutto non guarda al benessere degli abruzzesi!” concludono.

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