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Recensione Libri – Cronache Da Dinterbild

Scritto da Cesira Donatelli

Sulmona, 8 ottobre– Una lesione presuppone un urto, genera uno spazio, richiede del tempo, porta dolore. Può essere innesto!

Di innesti, Peppe Millanta in Cronache Da Dinterbild, ne ha inseriti molti, il più delle volte sottotraccia, per questo sorprendenti. Quasi imperativo classificarli in istanze all’ascolto, all’osservazione, alla parola, tutte arruolate affinché gli accadimenti possano avere una lettura, semmai se ne ravvisasse la modalità, ribelle e disobbediente.

Peppe Millanta ha sicuramente fantasia da “spacciare”, la follia sta nel portarla sui mercati della vita; pertanto, alla luce del sole rifuggendo la clandestinità. In ciò risiede la ragione per cui i suoi personaggi seppur lontani da ogni concezione di normalità, vuoi per comportamenti, vuoi per capacità organizzative, sono estremamente attuali e attenti alla trattazione di tematiche sociali, sentite e preoccupanti.

Ned, Biton e Coty se non fosse per i messaggi “salutari “di cui si fanno “coltivatori diretti”, sarebbero ricercati perché fuori di senno. Nessuna storia passa dalle conchiglie al lettore per caso, tutte hanno una valenza educativa, ci si imbatte in quella dal tratto psicologico, si giunge a quella con l’impronta civica e a quella con lo sfondo economico, concretamente trattasi di manifesti, denunce sociali. Con una narrazione snella, scorrevole e galoppante ci si trova seduti in una dimensione nuova, pulita, spesso nuda e cruda, che genera riflessioni e considerazioni rilevanti. Di punto in bianco la superfice fiabesca si accolla un registro di narrazione concreto, si è condotti a fissare il punto, un punto nuovo, ricercato e utile alla crescita del singolo e quindi della collettività.

Di amore ne porta a secchiate Millanta nelle sue cronache, in calce alla pagina 108 scrive solo le parole Ti   Amo e  la  pagina 109 la lascia completamente vuota, cristallino che non serve altro. Per bocca di Del fissa un concetto basilare…

…perché almeno una dannata volta va detto, “Ti amo” …altrimenti si rischia di scoppiare, proprio come era successo a lui…

Rincuora imbattersi nella parola coincidenze, la si legge in verticale, come a significare che non è la regolarità a garantire che tutto vada bene, ma è l’osare. Si dovrebbe acquisire la consapevolezza e a fine lettura si è strutturati in tal senso, che la vita non va passata tentando di ricomporre ciò che si rotto, ciò che ci è sfuggito. Lecito indagarsi, sacrosanto rivedere l’agire, indispensabile crescere, migliorarsi ripartendo dal punto di crisi.

Le storie di violenza, di tradimenti, di sofferenze e di disagio che si palesano dinnanzi al lettore, restano sempre eleganti e delicate, come potrebbe essere altrimenti se messe al mondo da conchiglie-levatrici? Nella “sala travaglio” tutte queste storie soffrono di una comune “contrazione”, tutte chiedono a gran voce di non arrendersi…

…un’apnea di vite inespresse, impossibili da insabbiare finché non fossero state vissute…

Seppur con una iniziale ilarità, il problema lavoro con annessi diritti sindacali e incarichi di responsabilità approda sull’isola abitata dai protagonisti di Cronache Da Dinterbild, siccome nulla è casuale se fuoriesce dalla penna di Peppe Millanta, tra una contestazione e l’altra, nel bel mezzo del cantiere navale che vede, Biton e Ned e in fine Coty, impegnati notte e giorno si scopre che spesso, troppa burocrazia, troppi incarichi e troppe diciture paralizzano i lavori. E pensare che la narrazione, almeno stando allo scritto, è improntata sulla costruzione di una barca mediante l’utilizzo di conchiglie!

Queste conchiglie contengono storie, e che storie! Sono tante, sono differenti e sono emozionanti, vanno maneggiate, ascoltate e scelte con cura, perché devono incastrarsi perfettamente per costruire la barca che porterà i nostri protagonisti verso l’Altrove. 

Ogni giorno gli individui reali, non quelli di Millanta, sono alla ricerca di un altrove, le ragioni sono soggettive e poco sindacabili, di certo vi è che tutti gli aspiranti hanno una storia, che l’insieme di queste storie crea un universo e che questo nuovo cosmo potrebbe ambire ad essere migliore, potrebbe ripudiare qualsiasi forma di dolore. State a vedere che anche questa è una morale che si prefigge Cronache da Dinterbild? Verosimile! E non è l’unica!

L’agire umano viene spesso smascherato durante la narrazione, si evince che si è portati a credere per “convenienza” …

…” Tu credi in Dio? 

   “Non sempre” …” così come credo che non sempre lui abbia creduto in me” …

Si è avvolti da un plaid di dolcezza, durante la lettura ci si sente bambini e si comprende che non vi è nulla di male, anzi ne guadagna la componente sincerità!

Complicato dire quale conchiglia abbia raccontato la storia più performante. Si imprime il messaggio per cui l’affamato per combattere la denutrizione muta la sua natura, equivalente l’atteggiamento del sazio, nessuno resta più lo stesso. Tanto che ci si trova al funerale della propria sorella e si è costretti a tacere lasciando credere a tutti che nella bara ci sia la sorella in vita. Scambi di persone necessari perché le guerre quando terminano sul campo, continuano a mietere morti nell’ animo di chi resta.

 Cronache Da Dinterbild fornisce frequenti bagni di realtà, soppone a “terapie della scoperta”. La potenza di questo scritto sta nell’acrobatica capacità di invertire le parti, il lettore diviene protagonista.  Mentre sta per arrivare l’alta marea chi legge è costretto ad ammettere a sé stesso…

…che ognuno di noi, dentro, abbia nascosto da qualche parte una stanza piena di cose “appassite”…

Ad un certo punto pare di essere dinnanzi ad una lavagna, che l’audace insegnante riempie di suggerimenti vigorosi, che altro non sono che le formule esatte per andare avanti, anche quanto non si comprende, l’importante è non arrendersi. 

Ambire ad essere fuori dalla collezione, distinguersi per una passione, per un sogno, per una progettualità, la non omologazione è riscatto.

La propria storia va cercata, vissuta, rielaborata e condotta, condotta verso la bellezza. La potenza della bellezza è infinita, duella e vince con ogni abiezione. Cronache da Dinterbild è lo spadaccino che combatte con la spada della bellezza, senza mai ferire.

Cesira Donatelli

CRONACHE DA DINTERBILD di Peppe Millanta

(Edito NEO.)

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