Home Politica Sulmona: vicenda Cogesa, nuovo capitolo. Intanto  la confusione cresce 

Sulmona: vicenda Cogesa, nuovo capitolo. Intanto  la confusione cresce 

Scritto da redazione

Un documento dei Consiglieri di minoranza che sollecitano le dimissioni del sindaco Di Piero. Però questa vicenda certifica il fallimento della politica casereccia, senza idee e senza programmi, con partiti fantasmi che non parlano e non scrivono. Brutto segnale. Alcuni partiti e alcuni consiglieri che  assolvono a ruoli importanti appaiono incapaci di invocare iniziative necessarie per far luce sull’intera vicenda. Questa incapacità non piace di certo  ai sulmonesi . Ecco la nota del gruppo di minoranza a Palazzo San Francesco

Sulmona, 22 aprile – Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale del 2022, alcuni consiglieri di minoranza avevano invitato il Sindaco Di Piero, prima di assumere qualsiasi determinazione riguardo alle scelte da compiere sul Cogesa, a riferire in Consiglio al fine di condividere le decisioni da adottare.


Ciò nonostante il Sindaco Di Piero, assieme ad un ridotto numero di sindaci dei comuni azionisti del Cogesa, pur nella consapevolezza che il Consiglio di Amministrazione del Cogesa aveva presentato domanda di concordato preventivo o accordo di ristrutturazione dei debiti, con una iniziativa del tutto personale, senza ricevere indirizzo del Consiglio Comunale, adottava il 30.12.2022 una delibera con la quale revocava per giusta causa gli amministratori e metteva in sella alla società il dott. Franco Gerardini.
L’atto adottato, considerata la sua gravità, avrebbe imposto la discussione in Consiglio comunale, perché la revoca di un Cda per giusta causa comporta enormi responsabilità in capo a chi la compie. Ma oltre lo sgarbo politico quel che ha lasciato interdetti è che la decisione, che avremmo sconsigliato ove fossimo stati resi partecipi in un dibattito in aula, è stata clamorosamente bocciata dal Tribunale di L’Aquila cui la nuova amministrazione, spinta dallo sparuto numero di Sindaci che avevano adottato il provvedimento, si era dovuta obbligatoriamente rivolgere per vedere resa valida la revoca “per giusta causa” adottata nei confronti del precedente Consiglio di Amministrazione.
Aldilà della bocciatura mortificante, quel che è scaturito dalla improvvida e dannosa iniziativa per il territorio, è che il Tribunale ha stabilito che non ricorreva alcuna giusta causa che consentisse a quei Sindaci, compreso il Sindaco Di Piero, di revocare il consiglio di amministrazione il quale, a detta del Tribunale, aveva al contrario posto in essere tutti gli atti dovuti per la grave situazione economica dell’ente. Ma vi è di più! Il Tribunale ha definito la revoca della compagine amministrativa, intervenuta non a caso dopo soli quindici giorni dalla presentazione della domanda di procedura concorsuale, come una vera RITORSIONE e come ABUSIVA DEL DIRITTO.


In buona sostanza i Sindaci hanno usato il loro potere per operare una ritorsione nei confronti degli amministratori, finanche abusando del diritto. Affermazioni di enorme gravità che imporrebbero a Gianfranco Di Piero, che ha così disinvoltamente operato, di fare un passo indietro dal ruolo che oggi ancora ricopre.
La illegittima ed improvvida iniziativa di questi Sindaci oltre a far poi decadere il dott. Gerardini, che si è inutilmente dimesso essendo in pratica defenestrato per effetto del ripristino del precedente C.d.A., ha messo a nudo la situazione di insolvenza del Cogesa, tanto da disporre la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica per la adozione delle opportune determinazioni di competenza.
Dalla possibilità di pervenire, così come operato dal consiglio di amministrazione, alla composizione della crisi, si paventa oggi una possibilità di liquidazione giudiziaria (cioè il fallimento) del Cogesa.
Il nostro Sindaco e la maggioranza consiliare che lo ha condiviso, con il loro operato, rischiano di far liquidare il Cogesa, e far perdere a questo territorio l’autonomia di gestione di una importante società per lo smaltimento dei rifiuti. Il rischio di imprenditori e società di fuori pronte a sostituirsi è dietro l’angolo. Inoltre, ci chiediamo chi pagherà il risarcimento del danno che legittimamente chiederà il cda licenziato senza giusta causa e la risposta purtroppo la sappiamo tutti perché saranno ancora una volta i cittadini di Sulmona a dover pagare le scorribande di un manipolo di sindaci sconsiderati. In ultimo, non si può non rilevare la profonda spaccatura tra la gran parte dei sindaci di questo territorio ed il comune di Sulmona che avrà in futuro delle grosse ripercussioni sulla politica territoriale.

Di Rocco
Gerosolimo
La Porta
Masci 
Proietti
Santilli
Zavarella

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