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Carcere Sulmona: visita ispettiva Garante detenuti

Scritto da redazione
Un momento della conferenza stampa presso il carcere di Sulmona

 Sulmona, 9 agosto -Integrare il personale sanitario mancante, ammodernare una parte delle apparecchiature diagnostiche, digitalizzare le cartelle sanitarie dei pazienti, implementare la telemedicina. Sono gli obiettivi, da realizzare in tempi brevi, scaturiti dalla visita ispettiva promossa questa mattina dal Garante dei detenuti di Regione Abruzzo, Gianmarco Cifaldi, all’istituto penitenziario di Sulmona. Insieme al Garante, hanno partecipato all’ispezione il direttore generale della Asl1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Ferdinando Romano e il vicepresidente del Consiglio regionale, Roberto Santangelo.

La delegazione è stata accolta dal direttore facente funzione dell’istituto penitenziario sulmonese, Lucia Di Feliciantonio e assistita dal personale penitenziario. In particolare, i sopralluoghi hanno interessato le cucine, l’infermeria e alcune sezioni dei reparti. Le soluzioni annunciate dal direttore sanitario della Asl1, Ferdinando Romano, intendono contribuire a migliorare le condizioni di vita e di lavoro di detenuti ed operatori. “La presenza fisica del personale sanitario in carcere, – ha dichiarato Romano – non ha solo una funzione strettamente medico-assistenziale, ma ha spesso un valore umano. I pazienti cercano un dialogo, un ponte tra l’interno e l’esterno”. Il Garante dei detenuti ricorda quanto è stato già realizzato, in accordo con Regione e Consiglio regionale: “Abbiamo dato slancio alla formazione universitaria dei detenuti, ottenendo l’abolizione della tassa sul diritto allo studio per i ristretti degli istituti penitenziari abruzzesi. Rispetto agli scorsi anni nei quali gli iscritti ai corsi si attestavano su numeri molto bassi, oggi abbiamo più di una cinquantina di immatricolati”.

COMMENTI E REAZIONI

Nardella (Uil Pa “ Traferire subito i collaboratori di giustizia lontani da  Sulmona”

Mauro Nardella (UIL)

“Ho appreso favorevolmente dell’affermazione da Cifaldi- spiega Nardella- fatta sulla questione afferente l’implementazione delle docce in cella e che vedrebbe i reparti desueti chiusi per consentire la loro posa in opera ed adeguarli così  all’attuale normativa.Nelle more, però, che i lavori inizino bisognerà assolutamente agire per trasferire i collaboratori di Giustizia altrove e comunque lontani da Sulmona.Allo stato, per la peculiarità che hanno di essere incompatibili con un Istituto votato ad una circuitazione che vede la presenza di 400 detenuti mafiosi e che, in sostanza, per farla breve, altro non sono che coloro i quali sono stati oggetto delle loro delazioni giudiziarie, questa categoria di reclusione rappresenta davvero una mina vagante nello scenario generale del penitenziario sulmonese.Questo senza considerare il fatto che le peggiori aggressioni subite negli ultimi tempi dai poliziotti provengono da questa tipologia di reclusi.Risulta pertanto comprensibile l’enorme difficoltà che hanno non solo i baschi blu nel fare il loro lavoro ma anche le restanti aree professionali del carcere le quali, nel gestire contestualmente due classi di detenuti totalmente contrapposti gli uni con gli altri, si vedono assai  complicato ed a volte ingestibile tutto il loro  vissuto professionale. È stato strano sentire parlare di Operatori socio sanitari anche perché dal 31 Maggio sono fuori dallo scenario carcerario e finora mai reintegrati. Se ne parla e questo ci fa ben sperare nel loro immediato ritorno. Almeno questo è il nostro auspicio”.

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