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Il Festival del Libro di Venarotta plaude Cesira Donatelli

Scritto da redazione

La  silloge Nettare di Luce e l’#poesiaovunque al premio dedicato ad Elisabetta Trebbiani

Cesira Donatelli

Sulmona,30 giugno– Si è conclusa da pochi giorni la 2° Edizione del Festival del Libro di Venarotta, bilancio tutto positivo ed interessante.  Edizione questa intitolata alla spadaccina Elisabetta Trebbiani, personaggio medievale distintosi per aver partecipato a dispute cittadine, per essere una donna di lettere, in particolare, poetessa capace di far coesistere spada e calamaio; sangue tutto piceno quello che scorreva nelle vene di questa straordinaria donna.

Una tre giorni dedicata ai libri, alla musica, al teatro e all’arte pittorica, che hanno potuto contare sulla presenza di molteplici artisti, di varie case editrici e di tanti autori. 

Fra le penne alternatesi nei salotti letterari pomeridiani, anche quella della poetessa Cesira Donatelli, che con la raccolta di poesie Nettare di Luce, edita Masciulli Edizioni, ha voluto ribadire l’importanza della poesia, intesa come un commensale da condurre nelle nostre vite. 

La Donatelli, sostiene da sempre, -che ogni essere si componga di una cartina geografica interiore che non è altro che l’insieme degli elementi naturali dei luoghi dove si nasce, si cresce e si vive. E’ proprio la portata del fiume, la consistenza di un fiocco di neve o la forza dell’onda a cui si è  prossimi a renderci unici e irripetibili.  Una sorta di DNA, quello che la poetessa venera e diffonde, dato   dai luoghi di appartenenza, dalle dimore degli affetti, dalle entità territoriali in cui si viene allevati.  Anche laddove la vita e il suo corso, allontanino ogni essere vivente dai “primi luoghi” le origini resteranno il tatuaggio interiore indelebile nel tempo.

Un intervento improntato tutto sui legami e l’essenza, quello della Donatelli, che non ha tralasciato di parlare della sua Roccaraso e dell’amato padre, icona questi, del paese montano post bellico che  tutti i turisti ricordano con il soprannome  di Scheriffo.  

Il pubblico intervenuto, è stato   omaggiato da un puntuale resoconto sulle usanze e i riti abruzzesi praticati nella notte di San Giovanni. Una notte, quella tra il 23 e il 24 giugno, colma di significati e riti magici, seguito dalla lettura della  lirica dedicata alle “Cascate di San Giovanni” ricadenti nel territorio di Guardiagrele.

A moderare, con garbo e profondità, l’intervento la scrittrice Alessia Poliandri, anch’essa autrice Masciulli con il libro “Oasi Autogrill”. La Masciulli Edizioni, ossia la Casa Editrice Positiva, ha visto sfilare a Venarotta, anche gli autori Sabrina Galli con il libro “La rivelazione del gelso” e il giovane Andrea Verrocchio con il libro “Le Idi di Marzo”.

Tanto bello e tanta condivisone è perseguibile e realizzabile, grazie alla magistrale regia di Bruno Costantini,presidente del Festival del Libro di Venarotta e del suo efficiente staff. Un evento, quello di Venarotta,  organizzato e curato nel dettaglio, questo è possibile solo quando si è professionisti nella cultura ed appassionati amanti della stessa. 

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