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(primo piano) – Regia di un sogno d’amore

Scritto da Cesira Donatelli

 Sulmona,4 giugno- Pronunziare la parola amore, per taluni, richiede una particolare predisposizione spirituale. Non è un comune sostantivo maschile, fatto di vocali e consonanti a cui basta abbinare un timbro di voce aggraziato e un’espressione di coinvolgimento.

In questa condizione di amore provato, ma taciuto, Micaela è vissuta per anni, illudendosi di poter azzerare il sentimento provato per Samuele. Il rispetto per il sacramento del matrimonio con Daniele, la quiete in cui voleva crescesse sua figlia Elisa, l’hanno portata a praticare l’allontanamento dall’amore della sua vita. Una scelta lacerante all’inverosimile per entrambi.

All’inverso, da questa storia si apprende che, seppur complicato disfarsi dei recinti della fede, non è impossibile amare platonicamente, senza concedersi amplessi e senza avere un tempo proprio. 

Regia di un sogno d’amore è un romanzo dove gli ambienti circostanti hanno il dono di essere in continua sintonia con l’animo dei protagonisti. Leggendo è come se si assistesse alla realizzazione di dipinti live, i paesaggi appaiono come acqua limpida, con il compito di riflettere le vicende narrate. Queste combinazioni fra arti differenti a chi possono appartenere se non ad Annalisa Lucarini che nasce pittrice e diviene autrice?

Più e più lettere intermezzano una narrazione complessa non per lo stile, ma per l’imprevedibilità degli accadimenti. Vivere il distacco di un amore mai sopito, senza farne scemare l’entità e la portata, è per pochi! Ogni lettera che Samuele indirizza a Micaela testimonia una forma di liberazione, mettere nero su bianco tutto ciò che non si può sussurrare, condividere o donare diviene una forma di sopravvivenza.

…peccato che un amore così grande rimanesse agli occhi di tutti e anche di Dio solo ”una colpa” …

L’amore, quello vero, quello superiore e non comune si ciba di momenti. Momenti che per mezzo di un graduale rilascio aiutano a vivere, anzi a zoppicare nella vita. L’amore viene consumato e vissuto attraverso le parole, mediante similitudini armoniose ed evocative di commozione. Tanto il trasporto di chi vuole andare a fondo nella lettura che pare di calpestarle quelle stanze della separazione, così come pare di essere nella stanza della clinica deputata all’allestimento di una nuova dimensione di un nuovo divenire.

Annalisa Lucarini sconvolge e attrae, quando decide che non tutto è perduto, nonostante il sopraggiunto alzheimer, nonostante i chiaro scuri della mente, nonostante l’assenza di proiezione. E tutto questo, folle incanto, lo mette in atto in riva al mare, forse in prossimità dell’immensità il tempo e la ragione, non han più ragion d’essere!

L’autrice prova con più mezzi a scuotere la sua protagonista, la tenta e la contenta. L’affetto che si nutre per un proprio personaggio eleva la scrittura, rendendola realmente di tutti…

…” se solo la smettessi di vedermi come il tuo angelo salvatore e ti facessi salvare dall’uomo che c’è in me, saremo salvi entrambi” …

Nella prima parte del libro si da assoluta importanza ai gesti, intesi come unico mezzo in grado di entrare in relazione con l’animo.  Si è dinnanzi a due persone che hanno dovuto imparare a tradire solo con il cuore, mai attraverso la carnalità. La ragione sul cuore non ha potuto!

Complesso appurate se, ad ostacolare il congiungimento abbia influito maggiormente il timore per il giudizio divino o il giudizio della figlia. Certo è che per amor di una figlia si retrocede dinnanzi alla tentazione del suicidio. 

Annalisa Lucarini sancisce, mediante, Regia di un sogno d’amore, che non vi è malattia o condizione che cancelli definitivamente le vie dell’amore, un modo chi ama lo trova! Si finisce a fare, comunque, qualcosa l’uno per l’altro, forse quando è troppo tardi? Chi può dirlo? Cristallino che finché vi sono i sogni nessuno è perduto. Pure la malattia può assumere ruoli…

…pensa alla tua malattia come a un ponte tra lei e te che, qualche volta, ti ha concesso di incontrarla…

L’amore è in ogni dove, talmente è divulgato che può accadere che lo si pratichi con abitudinarie maniere e frequenti distrazioni. Fermarsi e chiedersi perché è ovunque e sotto ogni forma, sarebbe cosa buona e giusta. Provare a consideralo “bene di prima necessità “potrebbe aiutarci a comprenderne l’abbondanza, praticarlo senza sottoporlo al giudizio degli altri potrebbe condurre a libertà più assolute e meno di circostanza!

Cesira Donatelli

REGIA DI UN SOGNO D’AMORE di Annalisa Lucarini

(Edito Albatros Il Filo)

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