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Mai più una Regione con le ruote sgonfie

Scritto da redazione

Sulmona, 18 febbraio– La campagna elettorale è entrata ormai nella fase finale.  Poco  più di quindici giorni e gli abruzzesi dovranno fare i conti in qualsiasi modo con la realtà che emergerà da questo appuntamento. E’ stata finora una brutta campagna elettorale, forse la peggiore degli ultimi venti anni. Caratterizzata dal nulla con tanto fumo e chiacchiere inutili pur di apparire , giganteschi manifesti colorati, decine e decine di sedi elettorali di candidati sparse sul territorio molte delle quali vuote, quindi inutili. E poi niente. Non abbiamo trovato e raccolto uno straccio di proposta o di idea che si intende portare avanti per chi sogna di approdare a Palazzo dell’Emiciclo. Negli ultimi cinque anni per i sulmonesi la Regione è stata assente, lontana dai bisogni e le priorità della nostra gente. Quello che raccontano e promettono i candidati in queste giornate vale poco e non ci interessa affatto

Fanno tenerezza  tutte quelle donne, ma anche  quegli uomini,  inseriti per ragioni diverse nelle liste in competizione  che non hanno mai messo piede dentro a Palazzo dell’Emiciclo, luogo simbolo delle istituzioni e della politica abruzzese, e continuano a parlare di Regione confondendo spesso il ruolo dell’Esecutivo con quello dell’Assemblea legislativa . Per carità tutti possono imparare in politica come nella vita ma Sulmona e l’Abruzzo hanno bisogno di altro.

Hanno bisogno, ad esempio, di capire la forza e la qualità della sensibilità dei candidati verso i reali problemi che toccano da vicino  le nostre comunità; hanno bisogno di capire e verificare se il lavoro portato avanti negli ultimi cinque anni dalla Regione sia stato utile per la nostra città ed il  Centro Abruzzo; i sulmonesi, come tutti i cittadini abruzzesi, hanno bisogno di capire se la qualità della produzione legislativa e le diverse decisioni assunte in questa legislatura sia stata sufficiente e per quale ragione, ad esempio, tanti settori sono stati ignorati completamente. Così dovrebbe muoversi la bella politica che dovrebbe puntare ad esaltare il metodo della partecipazione che resta pur sempre un fatto di rispetto verso la comunità a cui si chiede il voto.

Provare per credere. Perché nella nostra città dopo cinque anni e passa resta ancora chiuso Palazzo Portoghesi sede dell’Agenzia di Promozione culturale che molti tecnici ritengono “un capriccio clamoroso di carattere politico- amministrativo”. Nessuno si è mai chiesto inoltre per quale ragione si è scelta, in sostituzione, una struttura alternativa distante, scomoda, poco funzionale e accessibile, privando a tanti cittadini il diritto di poter usufruire di un servizio utile. Non c’è stato un Consigliere regionale, amico della città, che  si sia posto il dubbio sulle ragioni vere della chiusura e non c’è stato, purtroppo, nemmeno  un  consigliere comunale che abbia  assunto un’iniziativa concreta per fare luce su questa vicenda e difendere le ragioni di Sulmona.

Cinque anni fa, con largo anticipo sulla campagna elettorale, il Presidente Emerito  Luciano D’Alfonso presentò  un  rapporto dal titolo “ I mei 1500 giorni” alla guida della Regione con un elenco dettagliato  di tutte le scelte strategiche effettuate,  i provvedimenti adottati per le varie aree e città abruzzesi, le risorse finanziarie  assegnate. Questa volta non sappiamo nulla. La cosa abbastanza anomala di questa vicenda, sia detto con molta franchezza, non è tanto lo scarso interesse di chi governa verso questo metodo democratico e di civiltà quando il silenzio dei candidati, soprattutto quelli dei partiti di opposizione, che non hanno balbettato una parola di protesta per pretendere, si pretendere, questo diritto elementare e di grande utilità, rafforzando  invece la convinzione che in questi cinque anni tutto sia filato liscio con il tacito consenso dei sulmonesi. Questo non era mai capitato in passato e nella storia di questa città che vanta tradizioni prestigiose in politica.

Altra cosa che ci ha colpito finora e che  in questi giorni sentiamo ripetere spesso da qualche candidato che una delle emergenze di questo territorio oggi è rappresentato dal fenomeno  del calo demografico o dello spopolamento che potrebbe raggiungere punte impressionanti, soprattutto per Sulmona, fra 15-20 anni. Tutti ne parlano ma nessuno sa avanzare soluzioni credibili. Infatti nessuno dei tantissimi candidati che continuano a passare da queste parti  ha annunciato, ad esempio, che la prima iniziativa che intende assumere arrivando in Regione si impegnerà a presentare un apposito  progetto di legge per arginare il fenomeno ben sapendo che lo spopolamento  non si risolve  garantendo alla comunità solo servizi adeguati (trasporti, sanità ed istruzione) ma lo sviluppo e il riequilibrio delle diverse realtà regionali  e spingendo la Regione ad adottare lo strumento delle Sette Aree Urbane Funzionali un progetto molto utile per puntare a promuovere  un percorso di sviluppo armonico ed equilibrato di tutto il territorio Abruzzese. Ma c’è di più.

In questi ultimi giorni i sulmonesi hanno dovuto toccare con mano un ulteriore aspetto. La città, secondo i dati Istat, a fine Novembre ha perso altri abitanti ed è scesa paurosamente sotto la soglia dei ventimila residenti (19.933) . Segnale allarmante che  dovrebbe spingere tutti a riflettere un momento sulle cose da fare. Strategie mirate e puntuali dalla Regione non ne abbiamo percepito. Anzi molti consiglieri regionali e perfino qualche Assessore regionale fanno confusione fra Aree funzionali ( che sono altra cosa) e aree interne

Quattro anni fa fu organizzato proprio a Sulmona un Convegno di Studi promosso dal Pd locale  con il prof. Mascurucci dell’Università di Chieti, il dott. Ronci ,ed altri esperti e studiosi di questi fenomeni. Poi fu avviata una raccolta di firme per sostenere in Regione l’iniziativa. Lo scorso anno, febbraio 2023, a Bugnara i giovani di un’Associazione culturale del posto organizzarono un convegno sul fenomeno dello spopolamento dei piccoli borghi. Fu un’occasione straordinaria che ebbe una grande risonanza in Abruzzo perché avviò una nuova nuova fase di coesione territoriale e di attenzione verso questo fenomeno. Da quella occasione nacque l’Osservatorio della Valle del Sagittario uno strumento di  studio e ricerca che  si occupa di questa fetta importante del territorio regionale non solo di cultura ma anche di economia, turismo, programmazione.

Quello che ci ha colpito seguendo  questi processi è che la Regione non sia apparsa troppo attiva e al fianco  di queste realtà delle aree interne. Anche perché gli annunci che si fanno in campagna elettorale sono altra cosa e valgono poco

Non basta assicurare pochi spiccioli  per chi sposta la propria residenza in questi paesi ma ci vogliono secondo noi idee forti che richiamano tante persone che sono fuggite dai luoghi d’origine ma anche condizioni diverse per restare in questi territori e ricostruire delle speranze per un divenire migliore

Finora la Regione non ha brillato per idee e progetti giusti. Un grosso Ente  anche di programmazione che ha fatto poco o nulla per combattere in maniera concreta lo spopolamento non ha offerto anche per queste emergenze un buon segnale.

Insomma ci è parsa una grande realtà con ruote sgonfie. Sarà ancora così ? Lo capiremo assai presto anche perché tanti sindaci hanno capito che, in questa stagione buia per la politica abruzzese, per farsi ascoltare e rispettare forse il metodo dei trattori qualche volta appare necessario. Ne riparleremo. Buona domenica a tutti.

Asterix

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10 Commentii

Angelo 18 Febbraio 2024 - 16:07

Siamo alle solite, in campagna elettorale tutti fanno gli eroi poi passata la festa i sulmonesi ricominciano a piangersi addosso. Povera la nostra città !!

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Loreto Gianpaoli 18 Febbraio 2024 - 16:08

La Regione è un ente straordinario guidato da una politica che dovrebbe garantire pari oppprtunità a tutti. Chi rappresenta gli interessi della nostra città cosa ha fatto in questi anni per dare uno scossone agli inquilini di Palazzo dell’Emiciclo ?

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Piazza XX 18 Febbraio 2024 - 16:09

Ma una Regione che spende soldi( tanti) per portare il Napoli calcio in vacanza nell’Alto Sangro e non si occupa di quello che accade negli ospedali è normale ?

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Antonella 18 Febbraio 2024 - 16:09

Una fotografia delieneata da Asterix precisa che ci fa aprire gli occhi e che dovrebbe spingere la politica locale a cambiare atteggiamenti

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Luciano 18 Febbraio 2024 - 16:10

Palazzo Portoghesi? E’ vero,possibile che nessuno a Sulmona o in Regione è stato capace di fare qualcosa? Che vergogna!!

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Paolo 18 Febbraio 2024 - 16:11

E che dire dei trasporti, della sanità,dello spopolamento,del lavoro che non c’è ? Ma il Presidente della Regione conosce questa città? I suoi problemi ? Le sue esigenze? E allora cosa ha fatto in questi cinque lunghi anni? Quante volte è venuto a parlare con i cittadini ?

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Peppino 19 Febbraio 2024 - 12:46

Ha ragione Asterix conoscere il lavoro svolto in questi cinque anni è sopratutto una forma di rispetto per l’elettore. E poi perché meravigliarsi ? D’Alfonso è stato, ed è,un gigante della politica abruzzese. L’attuale governatore si è distinto per la storia dei tre mari che bagnano l’Abruzzo, per aver regalato soldi al Napoli calcio per le vacanze a Castel di Sangro ( altro che incremento di turismo perchè i turisti quando arrivano i napoletani fuggono da Roccaraso), per aver pensato solamente alla città dell’Aquila e per risolvere il problema della Naiadi faceva i tuffi in piscina. Ma per favore !!!!!

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Marcello Di Biagio 19 Febbraio 2024 - 12:57

Ho seguito su Rete8 sere addietro il confronto fra i due candidati Presidenti. Bella trasmissione a me è piaciuta molto per la correttezza dei due protagonisti. Avrei voluto altri conduttori meno salottieri e più’ pungenti per stimolare altre riflessioni. Su una cosa sono rimasto colpito: sulla vicenda dei trasporti e della Società TUA. Non sapevo del buon lavoro fatto dal prof. D’Amico alla guida di questa società nel ripiano dei debiti che aveva trovato e nel miglioramento della qualità dei servizi.Ha spiazzato pure Marsilio che forse non ricordava l’esperienza del suo avversario. Ora speriamo che la Regione nella prossima legislatura possa contare su una politica migliore. Chissà

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