Home Cultura (primo piano)-Per boschi e per vivere-Viaggio itinerante dentro e fuori di me-

(primo piano)-Per boschi e per vivere-Viaggio itinerante dentro e fuori di me-

Scritto da redazione

Sulmona,12 febbraio-La dicitura da consumarsi preferibilmente entro il _____ non la si trova impressa sui cuori delle madri. L’amore di una madre è “prodotto” ad erogazione infinita, un po’ come è infinita la bellezza del tornare a vivere.

Per boschi e per vivere è un immenso e colmo granaio. Ogni chicco di frumento raccolto e custodito evoca un ricordo, pone una domanda, delinea un sogno. Tutta la narrazione è saldamente incastonata, tanto da non incrociare, durante la lettura, una benché minima numerazione dei capitoli. 

Roberta Rubino in questa autobiografia scrive alla sua vita, fornendone l’indirizzo:

Spett.le Vita Mia,

Via dei Sogni n° infinito

Scatolo di Legno

L’autrice chiede alla sua esistenza un periodo di aspettativa per cercarsi, per scovare il non senso di cui avvisa necessità. Giunge a questa formula di rottura perché nel suo percorso umano una marcata linea segna il confine fra il prima della tragedia e il dopo della tragedia. La voragine per la scomparsa di un figlio rende ciechi, sordi e frantumati, seppur…

nel mio rifugio personale non è mai mancato vinavil, spago, nastro adesivo…

Tornare a vedere, a sentire rimboccando le coperte al pianto e al dolore è oscuro e tenace.

La madre-autrice narra della personale vergogna per non riuscire a credere nel futuro, in un futuro possibile, che non sia un minestrone fra il non volere, il non sentire e il dormire. 

Le lievi e poche divergenze avute da sempre, con la Bibbia, sono destinate ad irrobustirsi. Spontaneo questionarsi su dove risieda l’attenzione di Dio quando il male scorrazza per le strade mietendo vittime, di Lui si deve predicar bene per poi assistere al suo razzolar male?

L’andare è inesorabile e ha bisogno di risposte e di azioni che non posso allinearsi né con l’equatore, né con i poli. Concreta l’ipotesi di individuare un non limite e un non addio che confida in un abbraccio ancora possibile.

Roberta Rubino trascina il lettore nel suo stesso giaciglio confidandogli ogni sua essenza…

sarebbe stato meglio per me morire di parto, come dire morire sul campo, sul posto di lavoro. Con tanto di encomio e medaglia

L’antidoto perché la mano torni ad impugnare la chiave per aprire la giusta serratura, è il tempo. Un tempo soggettivo e maturo che porta un nome ed un cognome, non può e non deve essere universale.

Uno scritto fatto di rintocchi, di mescita di luoghi intesi come stagioni della vita. Un fazzoletto del pianto che va tenuto sul cuore, una scarpa per i percorsi scoscesi, un mantello per il freddo, una borraccia per la sete, questo e altre infinità di cose è Per boschi e per vivere.

Quanto è, e può essere, una madre non è dato saperlo è doveroso ammirarla, sia nei giorni di non vita, sia nei gironi della Divina Vita! 

Acclarato che la Divina Vita talune volte si trovi ad errare, “concesso” alle madri cadere per poi rialzarsi!

Cesira Donatelli

PER BOSCHI E PER VIVERE – Roberta Rubino

( Arte Tipografica Editrice)

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