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Caserma agenti del carcere dell’Aquila ancora ferma 

Scritto da redazione

Nonostante la disponibilità di risorse importanti- 

L’Aquila, 5 aprile – Negli ultimi tempi non si fa altro che parlare del carcere dell’Aquila ma sempre e solo per un motivo che tutto il mondo oramai conosce. Tuttavia quello che si sta omettendo di fare è rendere evidenti le storture quando ad essere chiamati in causa sono i diritti dei poliziotti penitenziari (autentici baluardi nella gestione dei 170 detenuti ex 41 bis più o meno famosi nel penitenziario abruzzese reclusi) di dotarsi di idonei alloggi per l’accasermaggio.

Sono state fatte delle lotte in passato per riuscire nell’intento di far riconoscere al personale tale diritto e ci eravamo quasi riusciti quando, quasi increduli, ci veniva annunciato lo stanziamento di un milione e seicentomila euro per la riattazione della parte di carcere riservata ai detenuti semiliberi con trasformazione della stessa in caserma agenti.

Stamattina mi sono recato negli uffici della Direzione del penitenziario delle Costarelle per avere notizie in merito e con mio sommo stupore sono venuto a conoscenza del fatto che i lavori sarebbero dovuti essere effettuati nel 2022 ma di essi nessuna traccia. Così sulla vicenda Mauro Nardella, Vice Segretario Generale Abruzzo della Uil Pa  Polizia Penitenziaria-

“L’Amministrazione Penitenziaria – aggiunge – ora più degli anni passati e per ovvi motivi, farebbe bene ad intervenire subito per dirimere la questione. Ad essere messa in discussione non è solo la possibilità per i pendolari di potersi dotare di un posto idoneo per il pernotto ma anche la sicurezza dell’istituto visto che gli stessi accasermati potrebbero tornare utili in caso di emergenza come nel caso di catastrofi naturali o rivolte. Rivolgiamo l’invito alla Direzione Generale del Personale e delle Risorse, oltre che agli uffici per l’Edilizia Penitenziaria, a determinarsi in merito e fare sì che i lavori partano subito. Gli operatori penitenziari e non solo non possono vedere passare altro tempo, non se lo possono più permettere”.

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