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Tre rose per chiedere scusa

Scritto da redazione

lo scrittore Andrea Salvatore compie un importante gesto simbolico

Sulmona, 23 novembre– Il numero tre sin dal I sec. a.C., per concezione Pitagorica, è stato accostato all’idea di perfezione. Pensiero figlio di un movimento filosofico e scientifico che ha sempre riconosciuto a questo numero il dono della sintesi tra il pari (2) e il dispari (1). Il tre simbolo, anche, di vitalità e di conciliazione perché unificante. Il trascorrere dei secoli e le varie civiltà succedutesi non devono aver restituito al meglio il concetto di vitalità e di unificante se in uno stesso giorno e per la stessa mano muoiono, a Roma, tre donne.

Di certo lo scrittore Andrea Salvatore, autore di Delitto a Piazza Barbolani, non scopre in questi giorni l’entità e la drammaticità delle diverse forme di violenza di cui sono destinatarie le donne in ogni angolo di questo mondo sempre più votato al femminicidio. 

La trama di Delitto a Piazza Barbolani edito Lupi Editore, si incentra sull’assassinio della giovane Agnese,le vicende descritte e lo svolgimento delle indagini, durante tutta la narrazione, saranno punto di congiunzione fra Colledimacine luogo dell’assassinio e Roma.

Questa e altre assonanze con il proprio romanzo devono aver sollecitato, il già sensibile animo dello scrittore, a donare alla fine della presentazione di Delitto a Piazza Barbolani, tenutasi domenica scorsa nella sala consiliare del municipio di Lama dei Peligni, a tre delle donne intervenute tre rose. Un gesto, inaspettato che avrebbe meritato di per sé un applauso importante e spontaneo, a collocare ulteriormente tutto nella giusta cornice, le parole ferme e sentite con cui Andrea Salvatore ha accompagnato la consegna delle rose.

Andrea Salvatore

 – Questo non è un omaggio floreale, è il mio personale modo per chiedere scusa alle donne per tutta l’inumana violenza che sono costrette a subire.

 Il numero tre ha immediatamente portato il cuore e la mente degli intervenuti alla mattanza che in questi giorni, ha vigliaccamente, stroncato tre vite nel cuore della nostra capitale.

Questa esemplare condotta si è andata concretizzando alla fine di una presentazione letteraria dove si dialogava di un omicidio efferato avvenuto per mano di uno sconosciuto ai danni di una donna sola, timorata di Dio e dipendente modello, tornata da anni in Abruzzo dopo del tempo passato a Roma per ragioni di studio.

 A fare gli onori di casa, in quello che doveva essere un incontro culturale come tanti, un sindaco donna, la dott.ssa Tiziana di Renzo, all’interno di un luogo deputato a garantire diritti, improntato a creare soluzioni e benessere cittadino e che si è trasformato in un momento di coinvolgimento e riflessione letteralmente alto.  L’importanza del gesto e l’invito a non abbassare mai la guardia è fra gli intenti con cui ognuno è tornato a casa. Un messaggio, questo, che può solo rafforzare in prossimità del 25 novembre, le celebrazioni e gli intenti tutti legati alla giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Tante le assonanze che si evincono fra il triplice assassinio e l’opera composta dallo scrittore montenerese durante la reclusione pandemica…

Donne, ragazze molto giovani soprattutto, tutte malconce, con il trucco impiastricciato da chissà cosa, il rimmel scolato lungo il viso come se piangessero lacrime nere…

…corpi mercificati comprati per un pugno di banconote stropicciate, arrotolate da ricchi uomini, visibilmente molto più avanti con gli anni…coperti di folta peluria e bagnati da fetido sudore…

I numeri tornano anche nel romanzo, un professore appassionato di numerologia al limite dell’ossessivo, aiuterà ad individuare la mano assassina legata in qualche modo agli ambienti corrotti della capitale italiana. Anche se la mente dello scrittore ha saputo creare una trama intrigata e coinvolgente, purtroppo la brutalità e la ferocia dell’uomo supera sempre la più arguta delle fantasie.

L’atto signorile di Andrea Salvatore merita di essere raccontato perché concreta ed effettiva testimonianza che la salvezza, intesa come miglioramento dell’agire umano, può e deve attingere  da pozzi salubri. La cultura, non intesa come sterile contenitore di nozioni, ma come bagaglio di bellezza messo a disposizione della collettività può divenire esempio, insegnamento, prevenzione, cura, può portare alla tanto inseguita e poco praticata civiltà.

Per Karl Krauss –I diritti delle donne sono i doveri degli uomini– Andrea Salvatore il suo dovere di uomo e scrittore dimostra di compierlo al meglio, a tutti il compito di imitarlo, a tutte l’onore di sostenerlo.

Cesira Donatelli

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