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Imprudente su Consorzio di tutela vini d’Abruzzo

Scritto da redazione

Sulmona, 27 agosto- Secondo il Vice Presidente della Regione con delega all’agricoltura,Emanuele Imprudente“Il settore vitivinicolo rappresenta un tassello della economia agroalimentare della nostra regione molto importante e purtroppo stiamo vivendo, in merito al rinnovo della governance del Consorzio di tutela dei vini d’Abruzzo, una situazione di assoluto stallo, per non dire un vero e proprio stillicidio, determinato dalla contrapposizione fra i produttori, che sta causando grande nocumento all’immagine del vino e del territorio abruzzesi” 

“Gli ultimi mesi sono stati carichi di tensioni, scontri e rinvii al fine di giungere all’appuntamento elettorale per la convocazione assemblea dei soci chiamata ad eleggere il nuovo consiglio di amministrazione – continua Imprudente – La mia posizione, quella della Regione, è sempre stata quella di osservatrice esterna, attenta alla questione ma orientata anche ad evitare ogni possibile ingerenza e a tutelare l’immagine dell’Abruzzo”.

Emanuele Imprudente,Assessore regionale agricoltura

“Ho lavorato per far sedere intorno ad un tavolo i vari rappresentanti del mondo vitivinicolo per giungere ad un accordo, ma anche questo si è rivelato ad oggi inefficace rispetto ai risultati sperati”.

“Si assiste adesso ad un continuo rimbalzo di dichiarazioni contrapposte, mentre il mercato del vino, con la vendemmia ormai iniziata, risente di contraccolpi sul prezzo di vendita del prodotto al ribasso, e questo non possiamo permettercelo, soprattutto in questo particolare, delicato e devastante momento di crisi che tutti ben conosciamo”. 

“La Regione sta seguendo con silente attenzione gli sviluppi della vicenda, che purtroppo ha ormai valicato i confini regionali, ed auspica che si arrivi presto alla nomina della nuova governance di un Consorzio importantissimo per il mondo del vino e per l’Abruzzo, invitando tutti i soggetti coinvolti a trovare la quadra per il bene del vitivinicolo abruzzese e dell’economia di tutte quelle famiglie che per il loro duro lavoro devono essere giustamente remunerate per i sacrifici fin qui fatti”.

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