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Malanotte anzi Buonanotte

Scritto da redazione

Montebello sul Sangro borgo dell’entroterra abruzzese dal doppio nome

Il caratteristico borgo di Montebello in provincia di Chieti

Montebello, 16 luglio– E’ unica e sola, la rosa vermiglia che impera, sulla scomposta scala d’accesso al borgo di Buonanotte o Malanotte. Si scorge dalla strada, purtroppo inganna, non lascia trapelare il tempo, fermo ed immobile, che caratterizza quei luoghi. Molti i petali caduti nelle sue prossimità, al par di soldati freddati dal nemico, che fra tanta e silenziosa pietra, colpiscono più per il colore caldo e non per essere orfani di gambo…

…d’ un tempo differente

è figlia

la rosa vermiglia

che accoglie il peregrino,

i vinti petali

tappeto del borgo immobile.

A questo accenno di flora si unisce un gatto, abbastanza timido, che costeggia le vuote mura, facile supporre che ami la solitudine, altrimenti, non avrebbe ragione per presenziare un borgo abbandonato da decenni a causa di una frana.   

Montebello sul Sangro, paesino in provincia di Chieti,  si compone di due anime, quella a valle abitata e vissuta e quella a monte, vuota e cadente. Avere due anime è un po’ come essere una moneta dalle due facce, si dispone, sempre, di angolature di lettura differenti e possibilità di scommessa.

Anche la leggenda che narra, di una battaglia, persa, da parte degli abitanti con dei vicini sembra avallare la necessità di prospettive di osservazione differenti. Le narrazioni sull’accaduto vogliono che i vincitori, come premio per l’ottenuto successo, chiedessero di passare la notte con le mogli dei vinti. Da qui una Malanotte per gli sconfitti e una Buonanotte per i trionfanti. Le leggende sono belle perché varie e variegate, per questo è diffusa anche la teoria per cui un re, con annesso seguito in una notte di intemperie trovò rifugio nel castello di questo borgo, da ciò, una Malanotte si trasformò in una Buonanotte.

Oggi a evocare imponenza e potenza vi è solo una torre, tutto il resto è frantumato e desolato…

…d’un rintocco

orfano è padrona

la torre,

torre del tempo fasto,

dei raccolti colmi,

delle fatiche sane,

delle corone imperanti.

Tuttavia, da qualche parte vi dev’essere un’orchestra, perché fra i selciati delle vie, dai balconi, ormai ostaggio di folta e determinata edera, dai forni vuoti, dalle ciminiere piene di fuliggine, giunge una sinfonia. A dirigere il tutto, probabilmente, un’entità superiore, munita di leggio e bacchetta, capace di armonizzare il suono dei frantumati vetri, mossi dal vento, con il sillabare che le folate creano entrando nelle fessure delle pareti, tutto accordato allo stridere delle testiere di ferro…

…di liturgico canto

si ha fame,

vetri spaiati,

misti a brandelli

di foto,

destati da folate,

elemosinano quiete.

Parrebbe un cimitero in cui pregare se non fosse per quel forno, che avrà sfornato tante sante pagnotte, posto nella corte comune di due abitazioni, per quella scarpa orfana di sorella che attraverso il balcone guarda a valle, per quel calendario di Sant’ Antonio in mostra sul pavimento di un tinello impolverato, ma dignitoso, per quelle bottiglie di vetro ordinate e composte nelle nicchie, per quel setaccio corteggiatore di farine. In questi giorni è più facile incontrare un setaccio che non disporre di farine! La vita, pur nel mezzo di un borgo, abbandonato, è maestra, non perde occasione per porre l’individuo dinnanzi, ai risultai delle sue guerre e del suo agire irrispettoso e sfacciato.

Le installazioni di arte moderna, nel mezzo di tanta vita semplice e contadina, mi appaiono una forzatura, sarà che poco amo gli “ossimori”, pur essendo divenuta amante di Malanotte e Buonanotte.

Questo è l’Abruzzo della dignità e della forza. Non v’è luogo più deputato, di un borgo desolato, per trovare ispirazione alla vita ossequiando di una Buonanotte Madre Terra…

…eppur v’è,

v’è la vita di quelli andati e venuti,

v’è nel battente a riposo…

…v’è perché ogni creato è scia.

Cesira Donatelli

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2 Commentii

Angela 16 Luglio 2022 - 17:56

Che bello!! Bravi davvero il giornale e l’autrice. Un modo diverso per descrivere le bellezze di questo nostro Abruzzo e sopratutto dei piccoli paesi

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Luigi Gizzi 17 Luglio 2022 - 8:59

L’Abruzzo è ricco di questi angoli che raccontano storie bellissime e che meriterebbero maggiori attenzioni.Sono le immagini di una regione straordinaria, genuina,pulita

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