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Adunata di penne a Torino

Scritto da redazione

Sulmona, 14 maggio– Ci siamo, giovedì prossimo parte la XXXIV Edizione del Salone Internazionale del libro di Torino. In prima linea tante case editrici importanti, autori con all’attivo decine di fatiche letterarie, giornalisti accreditati pronti ad intervistare e a scrivere di volti telegenici, file e file di lettori ai firmacopie, promotori di vendita alla ricerca di nuovi mercati e nuovi contratti.

Stando a queste, colossali premesse, una laboriosa ma non nota, tessitrice di versi come me, perché dovrebbe presenziare, con la sua raccolta di poesie Nettare di Luce edita Masciulli Edizioni, al Salone Internazionale del libro Torino e cosa dovrebbe aspettarsi da questo immenso ritrovo di grandi e noti?

In primo luogo mi aspetto di esserne disorientata, meravigliata, incuriosita e miro a saccheggiare tutto il Salone di motivazioni e di intenti nuovi. Siamo esseri che hanno bisogno di migliorarsi e tutto è fattibile, solo, attraverso il confronto, la partecipazione, la messa in discussione e la condivisione.

Sarò presente, a questa importante rassegna dell’editoria insieme alla Masciulli Edizioni, la mia casa editrice, perché confido nei miei versi e li stimo, tanto da credere, che possono essere, al par del miele, nutrimento genuino per chi se ne lascia spalmare. Perché ogni giorno tocco con mano i sacrifici che fa uno scrittore sconosciuto come me e i salti mortali che fanno le piccole case editrici per sopravvivere, in questo mondo di squali, dove le regole le detta il denaro e non il bello che impera in ogni libro.  Perché vivo le fatiche e i costi che comportano le presentazioni, perché so bene, che basta un temporale a decimare le presenze ad un evento culturale. Perché non tutte le amministrazioni e gli assessorati alla cultura danno spazio agli autori non blasonati, perché basta che la tv trasmetta un reality per cui un evento culturale passa in secondo piano.

Cesira Donatelli

Sarò presente, a Torino, perché ho risparmiato per esserci, perché fino al momento prima di partire starò facendo la spesa per la mia famiglia che resta a casa, perché la mia compagna di stanza, un’altra autrice Masciulli Edizioni, mi ha comunicato che al ferro da stiro da viaggio ha pensato lei. Perché, l’autrice, con figlio piccolo che non può venire a Torino, è rimasta notti in piedi per realizzare centinaia di segnalibro da donare a chi visiterà lo Stand N35 Pad 3 della Masciulli Edizioni all’interno del Lingotto della città della Mole Antonelliana.

Perché se io stessa confinassi i miei scritti alla mia pagina Facebook sarei una madre egoista, perché la mia poesia recita il nostro Abruzzo e non posso tenerla al caldo in un cassetto. Perché sono la madre dell’#poesiaovunque. Perché starà al lettore stabilire se sono in grado di emozionare anch’io. Perché io e gli autori che saranno con me non siamo prodotti commerciali, ma siamo genuinità, entità singole e importanti, perché una mia email resterà fra le non lette dei grandi giornali, perché quando termino un componimento ho il viso bagnato dalle lacrime.

In queste poche righe ho voluto descrivere, il meraviglioso e complicato mondo, di una ignota poetessa come me, che sommata a tanti altri scrittori e a tante altre piccole realtà editoriali saranno il grande popolo del Salone Internazionale del libro di Torino. 
Perché anche noi “comuni scrittori” possiamo avere la nostra opportunità è necessario che il lettore prediliga gli stand delle piccole case editrici. Il libro del momento, che cavalca la guerra, il variare della geopolitica lo si trova anche sotto casa, quasi ci inciampate; la penna sconosciuta   che non ha contratti triennali, che non fa ospitate radio o televisive, che non può contare su recensioni concordate e conta le copie vendute, solo per immaginare quanti occhi sorrideranno o diventeranno lucidi dopo averla letta, la dovete cercare, come si fa con le pepite.

Noi piccoli, ma grandi autori della piccola ma grande Masciulli Edizioni vi aspettiamo allo stand N35 Pad3 del salone del libro di Torino, cercateci rischiando di inciampare in una buona penna.

Cesira Donatelli

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