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Ma che politica è questa ?

Scritto da redazione

Sulmona, 21 gennaio.La campagna elettorale è ormai entrata nel vivo anche perché i giorni scorrono velocemente e la città ed il territorio aspettano risposte che non arrivano. Finora non ne abbiamo sentito. Domani chissà. Sono già  passati personaggi della politica nazionale per Sulmona, altri ancora ne passeranno nei prossimi giorni. Molto rumore, passerelle, annunci secondo copione ma di proposte vere non ne abbiamo sentito. Eppure tutti applaudono  al trombettiere di turno, si alzano soddisfatti e poi si torna a casa in attesa di altra occasione. Poi  da metà febbraio, cioè il giorno dopo le elezioni, ricominciano  le lamentazioni e le preoccupazioni dei cittadini del Centro Abruzzo. Già perché la qualità della politica non si misura dalla  quantità delle truppe cammellate ma dalle cose concrete e dalla qualità delle  proposte credibili.

Ieri l’altro  è stato a Sulmona anche Lorenzo Cesa segretario dell’Udce di quello che resta. Dalle cose che abbiamo letto non abbiamo percepito nessuna idea su  cosa  questa formazione intende fare  per la nostra città e soprattutto per questa regione dove la storia, quella vera, dei cattolici democratici con  la Democrazia Cristianaè stata straordinaria, carica di successi e di risultati. Dal Governo Centrale, a quelli regionali e fino a quelli  della città sono state scritte pagine importanti non solo in materia di infrastrutture, investimenti, occupazione ma anche di risultati politici significativi. Il territorio era più coeso e la città aveva un ruolo in Consiglio Regionale e in Parlamento dove  l’Abruzzo nel Governo nazionale ha contato davvero.

Oggi non più e se il territorio è ridotto a piccolo  borgo di periferia qualcosa non ha funzionato in questi anni ed i responsabili principali sono color che hanno alimentato, fallendo completamente, una politica farlocca sulla pelle della città. Gli ultimi dati Istat lo stanno a testimniare a cominciare dal decremento della popolazione, degli occupati, dalla riduzione del  numero delle  imprese.  Una politica improntata sul civismo da quattro soldi, senza regole e senza idee, alla quale hanno creduto ciecamente i sulmonesi.

 I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Mai in Consiglio regionale la città è stata considerata così poco come in questa legislatura regionale.  Eppure l’Esecutivo guidato da D’Alfonsoha fatto un lavoro straordinario per iniziatiave e per fiumi di risorse europee e nazionali  riversate  sul territorio delle quattro Province che mai nessun altro governo regionale nella storia del regionalismo abruzzese  aveva fatto in predecenza.  Provare per credere.

Basta sfogliare il“Rapporto”dei 1500 giorni della Giunta D’Alfonsoe analizzare dati, iniziative, investimenti e priorità per rendersene  conto e capire  tante cose. E che dire dei documenti politici o delle proposte di legge presentate all’attenzione dell’Assemblea regionale? Anche in questo bisogna sfogliare gli atti  e riflettere perché mai c’è stata così poca attenzione ai problemi della città e del territorio. E quando  sono apparsi all’esame dell’Aula o erano per tagli e sacrifici o venivano bocciati comela risoluzione sul riconoscimento di Sulmona fra i ‘Poli di attrazione’. La domanda resta una sola: chi aveva il compito di tutelare il nostro territorio?

Questi scarsi risultati sono anche il frutto di un’Amministrazione comunale inadeguata e poco rappresentativa  dei bisogni reali della città, figlia di quella politica del civismo casereccio, che non ha mai avuto voce e forza nell’Assemblea regionale. Peccato perché  l’Amministrazione precedente, quella guidata da Ranalli, almeno sulla coesione territoriale aveva fatto una scelta strategica mettendo in piedi la cosidetta “Giunta del territorio”ed aveva individuato un gruppo ristretto di persone che stava lavorando, gratuitamente, alla elaborazione di alcune idee guida.

Quella strategia è stata  cancellata e si è subito visto cosa è successo dopo soprattutto  per la storia della scelta dei vertici di enti sovracomunali e partecipate quando l’Amministrazione civica Casini  ha svenduto tutto con Sulmona che è stata perdente su tutte le trattative e il territorio lacerato politicamente. Anzi, se vogliamo dircela tutta, questa politica  dell’Amministrazione comunale  è stata pure irritante  come  ha dimostrato la vicenda del doppio voto a favore del progetto di riorganizzazione della rete ospedaliera e con tutto quello che ne è derivato.

E a  quei candidati che oggi  parlano, a vanvera, attribuendosi meriti non propri  sulla vicenda della salvaguardia del punto nascita è bene ricordare che se la Struttura non è stata finora chiusa o smantellata lo si deve  alla decisione dell’Agenasche ha garantito  la proroga del servizio in mancanza del servizio di elisoccorso h.24.

E  il discorso potrebbe proseguire all’infinito. Ecco perché il futuro di questo  territorio è legato alla  necessità di conoscere bene quello che è capitato nei cinque – sei anni  nella politica cittadina  e misurarsi su quelle poche idee guida  su cui imperniare il progetto di sviluppo per i prossimi anni.

 Per questo è determinante l’apporto degli aspiranti consiglieri regionali che, in questi giorni, dovrebbero litigare di meno e riflettere di.. più. Insomma inaugurando una politica diversa. Se ci riescono e  senza dimenticare, come ha ricordato qualcuno, che il pianeta Regione è una macchina straordinaria, bellissima, ma molto complessa che va studiata in tutti i suoi aspetti e guidata bene. Diversamente si macina acqua e si fa del male alla propria città. Ne riparleremo presto. Buona giornata a tutti.

Asterix

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