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L’altra città

Scritto da redazione

Sulmona, 28 ottobre– In questa fredda domenica di fine ottobre nessuno ha piu’ voglia di parlare di politica, almeno quella di casa nostra. Non fa piu’ notizia. Negli ultimi tempi siamo stati abituati a vedere e sentire cose che non trovano riscontro nel tempo, nemmeno nelle peggiori esperienze amministrative che si sono avvicendate nella storia di questa città. La gente sembra quasi rassegnata e si sente impotente.

Davvero un peccato perché mai come oggi Sulmona avrebbe bisogno a Palazzo san Francesco di un governo prestigioso, autorevole, unito in grado di ‘aggredire’ le emergenze che sono tante e capace di rappresentare nei palazzi della politica e delle istituzioni l’orgoglio di una comunità intera. Eppure niente. Lunedì Chiodi è stato ad Avezzano ad inaugurare al presidio ospedaliero della città marsicana bem tre nuove sale operatorie mentre alcune altre strutture sono in via di completamento ed ha definito questo Ospedale un’eccellenza all’avanguardia. Un altro Ospedale, della stessa Asl, quello della nostra città, sta cadendo a pezzi. Chiudono reparti e si riduce l’offerta dei servizi Ebbene nessuno degli inquilini di Palazzo san Francesco ha inteso alzare la voce e chidere al Presidente della Regione perché i nostri concittadini debbano essere considerati dei figliastri. Non lo ha fatto il sindaco ( ma se n’è accorto?), non lo hanno fatto i consiglieri comunali, soprattutto quelli di opposizione, che hanno sciupato malamente un ghiotta occasione per fare bella figura. Ma non è tutto. Il giorno dopo Chiodi è stato nella Val Vibrata(Teramo) a parlare di fondi Fas e delle opportunità riservate alle aree di crisi riconosciute dalla Regione (come Sulmona) per uscire fuori dalla condizione difficile in cui versano.

E anche in questa occasione i nostri amministratori, consiglieri provinciali, parlamentari non si sono accorti di nulla. E allora? In questa fredda giornata, dicevamo prima, vogliamo pensare all’altra Sulmona, quella di cui pochi parlano e di cui troppo spesso pochi si accorgono. E la Sulmona che soffre ovvero la città dei nuovi poveri che sono diventati tanti,molto di piu’ rispetto allo scorso anno. Si tratta di famiglie monoreddito dove, all’improvviso, il capofamiglia perde il posto di lavoro, pensionati che vivono soli con poche centinaia di euro al mese oppure di donne separate e disoccupate con i figli. Sono loro la maggior parte di questo esercito di nuovi bisognosi, 1500 in piu’ nel 2011 rispetto al l’anno precedente, hanno bussano alle porte della Croce Rossa o della Cartitas diocesana in cerca di aiuto. Migliaia i pasti caldi,oltre 2000,preparati in per loro.

Prima, riferiscono i tanti volontari, erano soprattutto le famiglie straniere che si avvicinavano a bussare alle porte della solidarietà, oggi la maggior parte sono quelle italiane. Il lavoro che non c’è piu’ e quello nuovo che non arriva spingono queste persone a richiedere con grande dignità, quasi vergognadosi , un aiuto. A questa altra città, quella che soffre, interssano poco o nulla le alchimie della politica locale, i fiumi di chiacchiere a vuoto, l’incapacità di tante persone di concepire la politica come un servizio per conseguire il bene comune. Questione di tempi difficili, è vero, ma secondo noi è anche questione di cultura e sensibilità verso la gente che soffre che non esiste o non c’è in maniera adeguata. Proprio oggi l’Assessore alle politiche sociali del Comune dell’Aquila, Stefania Pezzopane, ha annunciato il bando per la concessione di sussidi da parte del Comune pari a 500 euro per quei giovani bisognosi senza reddito o con redditio lassismi. Non è molto ma è certamente un bel segnale di buona politica. E in fondo da questa politica che non ci piace piu’ ci saremmo aspettato, qualche volta, anche segnali come questi.Buona domenica a tutti

Asterix

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