Home Attualità “Costruiamo un ponte culturale con i Paesi dei nostri emigrati”

“Costruiamo un ponte culturale con i Paesi dei nostri emigrati”

Scritto da redazione

L’appello di Goffredo Palmerini, a Pretoro, alla presentazione del libro Preston Street di Franco Ricci

PRETORO – Nel primo weekend di maggio, nell’ambito dei festeggiamenti che Pretoro dedica al patrono San Domenico Abate, la festività è stata anticipata sabato 4 maggio 2024 con un momento culturale dedicato al tema dell’emigrazione degli italiani e degli abruzzesi ad Ottawa, tenutosi presso il Museo dell’Arte “Nicola d’Innocenzo”, con la presentazione del libro del prof. Franco Ricci “Preston Street – Corso Italia. Una storia informale degli italiani ad Ottawa”. L’evento, presieduto dal padrone di casa, il sindaco Diego Giangiulli, ha visto partecipare i sindaci Camillo D’Onofrio per Fara Filiorum Petri e Rocco Micucci per Rapino, mentre il sindaco di Roccamontepiano Dario Marinelli, impossibilitato a presenziare, ha mandato il suo saluto. Tutte presenze significative della Comunità di Progetto “Abruzzo Marrucino TerrAccogliente”. 

Autore del volume è Franco Ricci, scomparso due anni fa, professore di Italianistica presso l’Università di Ottawa. Residente nella capitale canadese, era fiero delle sue origini italiane (nato a Caracas nel 1953 da genitori di Sulmona, si era trasferito con la famiglia dal Venezuela a Detroit, per poi laurearsi a Toronto e insegnare a Ottawa). Orgoglioso delle sue radici, tornava ogni anno in Abruzzo con i suoi studenti per le Summer School e per lunghi periodi di vacanze estive a Sulmona. Appassionato al culto delle proprie radici, il prof. Ricci è stato un testimone operoso del valore della lingua italiana e del patrimonio incomparabile d’arte, storia e cultura che l’Italia può vantare. Il suo libro, frutto di un accurato lavoro di ricerca, offre la possibilità di riflettere e valutare un secolo circa di influenza italiana e italo-canadese a Ottawa attraverso il racconto degli immigrati dall’Italia e concentratisi nel quartiere della Little Italy, il cui cuore è Preston Street – Corso Italia. In quel quartiere la comunità italiana accoglieva ed aiutava gli immigrati al loro arrivo, ancora spaesati nella città e nel grande Paese, di cui non conoscevano pressoché nulla.


L’idea di pubblicare l’edizione in lingua italiana del volume scritto dal prof. Ricci è stata di Angelo Filoso, emigrato in Canada nel 1956, presente spesso a Pretoro dove sta ristrutturando la casa natale. Angelo, affermato imprenditore, quale presidente della Fondazione Leonardo da Vinci ha finanziato questa iniziativa per valorizzare il contributo reso al Canada dagli immigrati italiani. Ha collaborato alla traduzione del volume lo scrittore Goffredo Palmerini, che ha anche curato, per conto di Filoso, la pubblicazione del volume distribuito in omaggio, in Italia come in Canada. Importante quanto Palmerini scrive nella Presentazione dell’edizione italiana del volume.

La presente edizione di “Preston Street”, il libro del prof. Franco Ricci sulla comunità italiana di Ottawa, vuole essere un tributo di gratitudine e di ammirazione per l’Autore che tanto impegno e una straordinaria passione ha dedicato all’opera di documentazione dell’immigrazione italiana nella Capitale federale del Canada. Questo volume, tradotto in italiano e pubblicato per iniziativa di Angelo Filoso perché possa diffusamente essere conosciuto dagli Italiani residenti ad Ottawa quale indispensabile presidio del patrimonio culturale italiano, è dedicato al Prof. Ricci e a sua moglie Hoda, scomparsi recentemente e prematuramente. Ciò è stato possibile grazie alla espressa autorizzazione resa dal figlio dell’Autore, dr. Alessandro Leonardo Ricci, stimato medico presso l’ospedale di Kingston. Colui che ha avuto l’idea ed intrapreso l’iniziativa della pubblicazione dell’edizione italiana del libro, Angelo Filoso, è lieto di aver potuto realizzare questo gesto in onore del carissimo prof. Ricci, di cui egli vuole sottolineare il significativo impegno culturale ed accademico nel valorizzare il contributo reso al Canada dagli immigrati italiani. Un’opera appassionata, quella del prof. Ricci, in seno all’Università di Ottawa, nel mondo associativo italiano come nell’intera comunità canadese. Sono anch’io lieto di aver potuto prestare collaborazione a questo generoso progetto editoriale, che non ha scopo di lucro, sia per la fraterna amicizia che mi legava al prof. Ricci e alla sua famiglia, sia per aver fortemente apprezzato l’idea dell’amico Angelo Filoso, il cui carattere volitivo non conosce ostacoli e la realizzazione è sempre immediata al pensiero che la genera. 

Sono infine emozionato nell’immaginare che questo libro possa essere occasione ulteriore per ricordare Franco Ricci, la cui premurosa dedizione alle attività della comunità italiana non aveva risparmio. È stata una Persona di grande generosità e cultura, il prof. Ricci, che ha onorato le sue origini italiane, come il Presidente Mattarella ha riconosciuto conferendogli l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica e come il Consiglio Regionale ha fatto nominandolo Ambasciatore dell’Abruzzo nel mondo. La traduzione dell’originale testo in inglese consente di ampliare la platea dei lettori che, scorrendo l’accurata ricerca del Prof. Ricci sulla storia della comunità italiana di Ottawa e del suo primitivo insediamento in Preston Street e dintorni, nell’area della capitale denominata Little Italy, possono meglio conoscere l’evoluzione della presenza italiana e sentirsi orgogliosi del contributo reso alla crescita della Capitale con l’impronta del gusto e dello stile italiano. La lettura di questa magnifica opera, se da un lato consente di preservare la memoria della comunità, offre anche il pregio di far riflettere con senso critico come meglio conservare luoghi e memoria, anche correggendo qualche errore. È un eccezionale stimolo a preservare il nostro patrimonio di cultura e tradizioni, specialmente rivolto alle giovani generazioni. D’altronde è proprio la conoscenza approfondita del fenomeno migratorio italiano che ha riguardato il Canada, e in particolare la capitale Ottawa, ad alimentare adeguatamente una memoria condivisa e la fierezza di essere e sentirci Italiani. 

Proprio Goffredo Palmerini, dopo il saluto del sindaco di Pretoro Diego Giangiulli – che ha richiamato il Turismo delle Radici e il progetto “La valigia di cartone” promosso dal Comune – e l’introduzione di Angelo Filoso, nel corso del suo intervento ha tra l’altro sottolineato: “Il prof. Ricci, nel raccontare la storia della comunità italiana di Ottawa, ha condotto una ricerca approfondita, storica e antropologica. Ha saputo far emergere l’imprinting della presenza italiana e il rilevante ruolo nella crescita della città capitale del Canada. La sua è una ricerca completa sull’evoluzione della mentalità degli italiani a Ottawa, talvolta vittime di pregiudizio che però hanno saputo sconfiggere con testimonianze di vita esemplari. Ottawa conta un’importante presenza abruzzese, circa 15mila su 40mila immigrati italiani. La comunità abruzzese in questa città ha avuto un ruolo attivo e una grande dedizione al lavoro. Laboriosità, talento, creatività, capacità di stare insieme, sono i suoi tratti caratteristici. Gli abruzzesi trainano e sono punto di riferimento per le altre comunità regionali italiane presenti a Ottawa. Il valore degli immigrati italiani ha contribuito a determinare verso l’Italia un atteggiamento di rispetto e di ammirazione per lo straordinario patrimonio storico, artistico e culturale che il nostro Paese possiede. C’è un grande amore per la cultura italiana all’estero, tanto che la lingua italiana è la quarta più studiata al mondo. Molto di questo interesse si deve alla qualità dell’esempio reso nel mondo dagli 80 milioni di oriundi italiani.” 

“L’Italia, specie nelle sue classi dirigenti – ha aggiunto Palmerini –, deve però conoscere e far conoscere la Storia e le storie della nostra emigrazione, nelle sue sofferenze ieri e nelle sue grandi affermazioni oggi. Se noi riusciremo a conoscere e riconoscere queste comunità per quello che hanno fatto per l’Italia e che possono ancora fare, avremo tante opportunità di collaborare e crescere. Potremmo stimolare il desiderio, specie nelle giovani generazioni, di venire a conoscere i luoghi, le bellezze e la storia dei paesi d’origine dei loro avi, nonni e padri, da cui partirono per le terre d’emigrazione. C’è dunque la necessità di costruire un ponte che veda crescere la regolarità di un traffico culturale e affettivo tra l’Italia e i suoi figli nel mondo. L’Italia dentro i confini che riconosce l’altra Italia all’estero. Anche il ruolo politico e diplomatico dell’Italia, 60 milioni di italiani entro i confini più gli 80 all’estero, potrebbe crescere e avere un peso maggiore nello scacchiere mondiale. Per concludere, in Canada come in ogni altro Paese della nostra emigrazione, gli italiani hanno dimostrato di quale pasta sono fatti: si sono affermati con il loro talento e con successo nel mondo dell’impresa, della ricerca, dell’economia, dell’arte e dello spettacolo. Come pure nella politica e nelle istituzioni, con circa 400 personalità d’origine italiana oggi presenti nei Parlamenti, nei Governi e al vertice degli Stati. Qualsiasi cosa abbiano fatto i nostri connazionali all’estero, l’hanno fatta con qualità e dignità. E noi abbiamo un forte debito morale di gratitudine verso tutti gli italiani all’estero, per l’onore che rendono alla terra d’origine e per il riverbero di prestigio che riversano verso l’Italia con il loro esempio e con la stima che si sono guadagnata in ogni angolo del mondo.”

I sindaci Camillo D’Onofrio e Rocco Minucci, portando il loro saluto e contributo di riflessione, mentre hanno testimoniato con vivo interesse delle loro municipalità la condivisione dell’appassionata opera che il Comune di Pretoro sta portando avanti con il progetto “La valigia di cartone”, con lo scopo di tracciare e rintracciare ricordi e documenti dell’esodo migratorio verso il Canada, in uno scambio continuo con le comunità abruzzesi stabilitesi oltreoceano, hanno fortemente apprezzato le considerazioni esposte nell’intervento di Palmerini, stimolo a tenere con le nostre comunità all’estero rapporti di relazione sempre più intensi. 

Anna Crisante

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