Home Sport Il fisioterapista sulmonese Marco Carrozza al raduno pre-mondiale di Riccione 

Il fisioterapista sulmonese Marco Carrozza al raduno pre-mondiale di Riccione 

Scritto da redazione
Marco Carrozza

Sulmona,3 marzo-In previsione dei World Skate Games, che si svolgeranno, per la prima volta, in Italia, dal 6 al 22 settembre p.v., la Federazione Italiana Sport Rotellistici (FISR) si sta preparando nel migliore dei modi per conseguire il maggior numero di titoli e medaglie da mettere nel proprio carniere con la speranza di arricchirlo in modo significativo. 

La manifestazione costituisce una grande vetrina per l’Italia sia sotto l’aspetto dell’immagine sia sotto l’aspetto turistico, in quanto saranno coinvolte alcune tra le più suggestive città d’arte italiane, tra cui Sulmona e il suo circondario, relativamente alle quattro regioni interessate: Abruzzo, Lazio, Emila e Romagna e Piemonte. L’evento che viene definito dagli esperti il “mondiale dei mondiali” è basato sullo svolgimento di 12 discipline che assegneranno 156 titoli e vedrà la partecipazione di circa 100 paesi ed oltre 12000 persone tra atleti, tecnici, dirigenti e sportivi al seguito. 

Nell’ambito della mega preparazione, messa in atto dalla FISR sotto forma di raduni tecnici con la presenza dei migliori collaboratori nei vari settori (dirigenziale, tecnico, medico, sanitario), al fine di dare un impulso al lavoro programmato e verificare soprattutto la condizione fisico-atletica e, se del caso apportare dei correttivi al lavoro svolto con gli eventuali suggerimenti dati dal medico, dal fisioterapista e dal preparatore atletico. Ad uno di questi raduni, svoltosi a Riccione, alcuni giorni addietro, ha partecipato anche il sulmonese Marco Carrozza, in qualità di fisioterapista-osteopata, componente dell’organico federale da oltre tre anni, che con la sua esperienza e competenza è stato di notevole aiuto ai tecnici delle squadre maschili e femminili del pattinaggio artistico, nell’individuare le criticità di una preparazione che ha sviluppato meglio la parte tecnica e meno quello fisico atletica e ad analizzare le positività di un lavoro che ha tenuto conto, in misura proporzionata e, quindi, razionale, di entrambi gli aspetti suesposti. In questo modo i tecnici hanno avuto la possibilità di capire attraverso la manipolazione del fisioterapista gli effetti sulla muscolatura dell’entità del carico di lavoro propinato. Una collaborazione impostata così, sicuramente darà i suoi frutti soprattutto nel prevenire e, quindi, evitare 

eventuali infortuni che potrebbero danneggiare la partecipazione degli atleti a medaglia, eventualità che lascerebbe l’amaro in bocca a tutto l’ambiente azzurro. 

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