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Patto per Sulmona? Si,no…forse

Scritto da redazione

 Sulmona,17 dicembre– La campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale è ormai entrata nel vivo. Si voterà il prossimo 10 marzo ed il tempo reale  ancora  a disposizione    dell’Assemblea  è davvero pochissimo, qualche settimana, prima dello scioglimento della stessa. Poi il tutto resterà nelle mani degli elettori,  anche quelli di casa nostra, per fare, speriamo, le scelte giuste di uomini e donne capaci di tornare utili  per il territorio.

In questi giorni un po’ ovunque  nei diversi collegi provinciali c’è una corsa affannosa da parte dei partiti per cercare di chiudere le liste e ogni formazione sogna di preparare la squadra migliore, competitiva, elettoralmente utile. Un fatto abbastanza normale, anzi necessario. 

Quello che invece   ci sta meravigliando è che  mai in passato il fenomeno aveva avuto analogo effetto come quello che ci viene offerto oggi  dai partiti. Molte di queste scelte sono arrivate quasi per sbaglio, incuranti della coerenza che molti di questi candidati esprimono, della loro storia politica, oppure della loro affidabilità  tenendo conto  e che magari in tanti (troppi)  non hanno   partecipato a due turni elettorali di fila con la stessa formazione.

 Molte   scelte , magari paracadutate dall’alto, perfino con scarsa conoscenza  della complessa macchina della organizzazione e del funzionamento  delle istituzioni regionali, delle sue competenze, dei rapporti con lo Stato centrale, della sua organizzazione e dei ruoli precisi che viene assegnato alle Regioni a Statuto ordinario Un fatto quasi culturale. 

Una mia amica carissima, Melania, che in Regione è stata per tanti anni svolgendo un ruolo di dirigente amministrativo  mi ha raccontato in più occasioni che negli ultimi tempi c’è stato un forte abbassamento della qualità della politica regionale e quindi anche delle scelte portate avanti, delle decisioni assunte. Per rendersene conto, mi diceva, basta analizzare la qualità della produzione legislativa 

E così mi  ha raccontato, nonostante le tante  attese e i bisogni della comunità regionale, anche la recente vicenda delle modifiche al logo della Regione che è un simbolo che dovrebbe unire e rendere orgogliosi tutti gli abruzzesi. Invece è stata una decisione che ha diviso, scatenato nuove e velenose polemiche  anche per le pesanti critiche che hanno avanzato gli studiosi di araldica, per i costi (assai salati) del progetto che la Regione ha sostenuto  e poi il messaggio che questo nuovo prodotto riesce a trasmettere.

 E in questa occasione non vogliamo parlare affatto della storia della vicenda del Napoli calcio  che doveva  rappresentare un’operazione  per promuovere l’immagine dell’Abruzzo. Noi che pure pensiamo di non essere osservatori distratti non siamo riusciti ancora a cogliere il significato vero di questa operazione, i vantaggi che ne sono derivati, né a leggere qualche messaggio  allo stadio Maradona con cui si promuove l’immagine dell’Abruzzo e magari si stimola a visitare la nostra regione. Comunque non parleremo di questi aspetti, vogliamo riflettere su altro.

E che dire del progetto di legge approvato la settimana scorsa sulla riorganizzazione della rete ospedaliera arrivato a chiusura della legislatura con la scarsa partecipazione e confronto per migliorare il testo arrivato all’esame dell’Aula ed ora con le tante incognite che si trascina dietro e i tempi reali, prima dell’entrata in vigore della nuova normativa?

E per la nostra città, il nostro territorio com’è andata questa legislatura? Sicuramente negli ultimi otto anni il ruolo del Centro Abruzzo  si è indebolito fortemente. Lo spopolamento è stato pari a cinquemila abitanti con una intensità a quattro volte superiore quella nazionale. In sostanza la perdita di popolazione è stata pari agli abitanti di dieci comuni del territorio come Anversa, Campo di Giove, Cansano, Castel di Ieri, Castelvecchio, Cocullo, Corfinio, Gagliano, Molina e Prezza.

Ma c’è di più. Il territorio peligno ha perso nello stesso periodo 167 imprese, buona parte nel settore del commercio, con una decrescita pari a 11 volte quella nazionale.

Una realtà che ci colloca all’ultimo posto per tasso di disoccupazione e al penultimo per il tasso di occupazione e secondo  recenti studi del prof. Aldo Ronci che da anni si batte per far cambiare passo alla politica tra i 18 Centri per l’impiego abruzzesi quello peligno si piazza nella graduatoria regionale all’ultimo posto per tasso di attività.

Ma in questa legislatura regionale chi ha pensato a questi problemi? Quale partito, al di là di chiacchiere vuote, si è sforzato di operare a favore della nostra città? Quali le iniziative prodotte che possono alimentare una speranza nuova per i mesi che verranno? In quale occasione il Consiglio regionale (o la Giunta) si è interessata in maniera decisa per questo nostro territorio oppure ha posto al centro dell’attenzione della politica regionale problemi prioritari come la sanità, la viabilità, i servizi, gli investimenti, occupazione, trasporti?  E che dire della problematica ambientale come il caso del metanodotto? Non spetta a noi giudicare, a noi spetta analizzare e valutare i fatti ma non ci sembra  che questo governo regionale sia sia mosso meglio degli altri del passato. Anzi  l’impressione diffusa resta  quella  che nella graduatoria della storia del regionalismo abruzzese sia collocato all’ultimo posto 

Ieri sera un gruppo di amici che  alcuni anni fa diedero vita  in città al  “Patto per Sulmona” un Movimento di politica e cultura  animando, stimolando e provocando un confronto continuo attraverso  una serie di proposte ,alcune delle quali appassionarono non poco l’opinione pubblica, sono tornati ad incontrarsi in un locale della zona. Si è parlato anche della condizione della città alla vigilia di una campagna elettorale complicata che non può più caratterizzarsi solamente per l’assenza di proposte come sta accadendo in questa occasione.

Un confronto lungo, serrato, appassionato e tutti si son detti convinti che per il Centro Abruzzo la vecchia politica non serve più.  Ci vuole altro, ci vogliono idee nuove, forti e ci vuole una adeguata coesione sociale per divenire interlocutori attenti di una Regione sempre più lontana. Ci vuole insomma un vero “Patto per Sulmona” che finora non abbiamo mai visto.

Per troppo tempo ognuno si è mosso (partiti, candidati, pseudo intellettuali ecc.) in maniera autonoma e a seconda delle convenienze politiche del momento. I risultati ottenuti sono sotto gli occhi di tutti. Purtroppo. Chissà se è necessario ripartire proprio da qui e  chissà se questa può essere già una prima ricetta. Buona domenica a tutti.

Asterix

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4 Commentii

Peppino 18 Dicembre 2023 - 14:29

Nun creder a suonne!!! Sulmona si divide sempre su tutto figuriamoci se per le regionali riesce ad unirsi

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Piazza XX 18 Dicembre 2023 - 14:32

Il problema è sempre lo stesso, questa cittànon potrà mai esprimere nulla in politica perché ci si divide su tutto,perchè non è capace di farsi ascoltare e rispettare da nessuno

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Lucilla 18 Dicembre 2023 - 14:35

I dati sullo spopolamento, quelli sulla chiusura delle imprese, quelli sull’occupazione dovrebbero far riflettere tanto i nostri amministratori e chiunque assolve a ruoli politici e istituzionali. Invece..

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temp 18 Dicembre 2023 - 16:43

Per unire un territorio, una popolazione, serve che la politica sia di per se coesa e fuori degli schemi soliti.
Se sono i loro i primi a dividersi, come pensare che siano gli elettori a seguirli?
Diversamente saremo sempre perdenti.

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