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Il Comune dell’Aquila e le illusorie promesse sulla TARI

Scritto da redazione

di Gianni Padovani *

Gianni Padovani

L’Aquila, 13 aprile- Il governo cittadino aquilano gioca spesso la carta degli annunci fantasiosi per coprire le sue mancanze, e ne sia esempio emblematico l’assenza di reali soluzioni per il grave problema dei parcheggi. Molta curiosità ha pure suscitato la promessa di tagli alla TARI nel 2024 che si aggiungerebbero ai modesti sgravi già approvati, tra l’altro proposti dalle opposizioni, e che sono stati riservati dal Comune ad una platea assai ristretta di cittadini. 

E’ possibile un sostanziale taglio alla Tari nel 2024? Cosa dicono i conti? L’analisi dei documenti contabili non prelude in alcun modo ai pirotecnici risparmi annunciati dal Sindaco. Nell’anno 2023 le aliquote sono state confermate, sono molto più alte di quelle della maggior parte dei Comuni capoluogo, e non sono certamente le modeste agevolazioni previste sufficienti a cambiare un quadro sconfortante.  

La promessa di ridurre la TARI nel 2024 appare quantomeno temeraria. L’inevitabile aumento dei costi generato dall’inflazione, a partire dai costi energetici e per i trasporti,  porterà  ad incrementi per il conferimento dei rifiuti indifferenziati aquilani nella discarica di Sulmona. Ed infatti proprio sull’aumento delle tariffe è in corso un forte contenzioso tra Asm e Cogesa che, se non si risolverà a breve, costringerà il Comune a cercare un’altra discarica da reperire con gara europea. All’Asm conviene un accordo con Cogesa, perché le altre discariche disponibili sono più lontane di Sulmona, e quindi lasciare la discarica di Sulmona porterebbe ad un ulteriore incremento dei costi! In definitiva, che si conferisca a Sulmona oppure no, subiremo in ogni caso un aumento dei costi per il conferimento dei rifiuti stimabile, dati alla mano, in almeno 800mila Euro/anno. 

La promessa di Biondi di ridurre la TARI nel 2024 è fondata su un obiettivo irrealistico: l’incremento della differenziata del 15% in un solo anno! Mission impossible, semplicemente perché l’Asm dovrebbe portare la raccolta differenziata dal 42% del 2022 al 57% nel 2023. Una crescita appunto di 15 punti percentuali in un anno, quando lo stesso incremento in passato ha richiesto ben 9 anni di duro lavoro (dal 2013 al 2022). 

Ad oggi, i dati sulla raccolta differenziata nella città dell’Aquila sono semplicemente imbarazzanti e non crediamo che l’Asm abbia la bacchetta magica!  Ricordiamo inoltre che la Giunta Marsilio è stata costretta già a “punire” L’Aquila con la DGR n.633/22, con la quale la Regione ha applicato una addizionale del 20% sul tributo dovuto per lo smaltimento in discarica a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi minimi di raccolta differenziata, che per legge avrebbe dovuto raggiungere il 65% entro il 2012. 

In questa situazione drammatica, premesso il sicuro aumento dei costi, il Sindaco prova quindi ad imporre un obiettivo quasi impossibile all’ASM (differenziare il +15% in un solo anno) e, sulla base di questo, promette uno sconto TARI ai cittadini. La promessa di ridurre la TARI è dunque difficile da credere, e sarebbe cosa buona per un amministratore della cosa pubblica evitare di fare promesse fondate su ipotesi non credibili. Al contrario, è facile prevedere che nel 2024 la TARI aumenterà confermando un’amara realtà per il cittadino aquilano che va avanti da anni: tariffe alle stelle e palese fallimento del centrodestra sulla gestione dei rifiuti. La severa realtà dei numeri lo certifica senza appello. 

*Consigliere comunale dell’Aquila – 99 L’Aquila

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