Home Politica Nuovi mercati e “nuovi diritti”: il dilemma dei cattolici di sinistra

Nuovi mercati e “nuovi diritti”: il dilemma dei cattolici di sinistra

Scritto da redazione

Sulle politiche sociali, famiglia, gender, maternità surrogata, l’inquietudine del PD

Sulmona, 31 marzo– Azionisti del PD. Cosi definisce i cattolici di sinistra Stefano Lepri in una recente intervista su Famiglia Cristiana del 23/03/2023 a firma di Francesco Anfossi.

Membro della direzione del PD, rivendica il valore della componente cattolica del partito rifiutando il concetto di minoranza perché “ con la Margherita, già quindici anni fa contribuimmo a fondare il PD, con persone del calibro di Prodi, Marini, Castagnetti, Bindi, Franceschini, Letta, Delrio, Renzi, Sassoli e Mattarella, solo per ricordare i più noti”.

In questi giorni però l’anima cattolica del Partito vive una profonda riflessione che li trova disorientati, sospesi, dubbiosi su alcuni temi particolari: i cosiddetti “nuovi diritti” in cui si riuniscono principalmente rivendicazioni di minoranze, nicchie, lobby economicamente potenti. 

L’avvento della Schlein, infatti, ha portato a galla tutta la serie di contraddizioni insite in alcune battaglie molto virtuali, ma evidentemente poco virtuose in termini di condivisione e percezione. 

Già con Enrico Letta, nel programma di partito, era presente una proposta sul “matrimonio egualitario”, quale anticamera potenziale alla maternità surrogata o “utero in affitto” che dir si voglia. 

Da Lepri a Bonaccini, sono moltissimi i cattolici di sinistra che si sono dichiarati apertamente contrari, ma allo stesso tempo sono divisi sulle ripercussioni che il mancato riconoscimento anagrafico di filiazione dei bambini già nati, attraverso questa pratica, possa ricadere sugli stessi, togliendo loro dei diritti. 

La legge 40/2004 ha vietato espressamente in Italia la pratica della maternità surrogata, ma di fatto, le coppie, sia omo che etero vi ricorrono all’estero, per soddisfare il loro desiderio di avere un figlio. 

La maternità surrogata consiste nell’utilizzo a pagamento del grembo di una donna, come mezzo per avere, al termine della gravidanza, un neonato generato in laboratorio, con i gameti – ovuli e spermatozoi –forniti da donatori esterni alla coppia “committente”; oppure, in caso di coppia omosessuale maschile, con gameti femminili di una donatrice e liquido spermatico di uno dei due aspiranti genitori (detti anche “genitori intenzionali”). Si tratta di una pratica che nasce e si realizza in un contesto puramente mercantile, un vero e proprio business milionario che si serve di donne in stato di bisogno, sia per la gestazione che per il prelevamento dei necessari gameti. Un servizio offerto da numerose agenzie con un volume di affari milionario, che prevede perfino la scelta del patrimonio genetico del bambini e un’assicurazioni in caso di “mancato buon fine del prodotto”.

L’orrore di questa moderna forma di schiavitù, ormai innegabile, sta spingendo diversi governi e persino associazioni LGBT, a rivedere alcune politiche legate alla questione gender- in Spagna una bruttissima legge, la Ley Trans, sta provocando disordini in tante città – e così la maternità surrogata ha già un paio di disegni di legge in Parlamento che vorrebbero dichiararla reato universale, cioè perseguibile anche se compiuta all’estero. 

La soddisfazione di un desiderio non può essere trasformata in diritto di sfruttare corpi altrui. Anche Benedetto XVI definiva questa pretesa: “dittatura del relativismo” che non considera le gravi implicazioni che essa produce.

Per Monica Ricci Sargentini del Corriere, “è astratto il modo di comunicare sul tema. Riguardo alla maternità surrogata viene fatta passare l’idea del dono. Vengono presentate madri surrogate felici. Sull’utero in affitto non si dice la verità”

Per il prof. Gianpaolo Nicolais  “è il grande inganno per cui si può pensare che non affezionandosi al proprio bambino, come viene chiesto alle madri surroganti, questo determini una possibilità di salvaguardia da possibili implicazioni emotive. Di solito non avviene così e di solito tutti questi processi si attivano e si verificano indipendentemente dall’attaccamento o meno della madre durante i 9 mesi. Sono processi di natura intercellulare, di matrice biologica sostanzialmente”. Ma prendere coscienza di questo cosa può significare? “Credo che tagli alla radice qualunque discorso sull’accettabilità della maternità surrogata – risponde Nicolais – : cioè, la maternità surrogata, come ho scritto nel mio libro” Il bambino capovolto”, è una pratica inumana nella misura in cui non rispetta questo principio fondativo dell’essere umano”. 

Per alimentare questo mercato vengono spazzate via tutte le oggettività:  i diritti fondamentali del rispetto della dignità umana,  il diritto imprescindibile dei bambini , la figura delle madri, i legami profondi tra madre e bambino, la mercificazione dei corpi, l’ipocrisia di una pseudo scienza che produce aberrazioni  a solo scopo di lucro.

Il conflitto interiore della sinistra cattolica su questi temi è quindi comprensibilissimo, anzi, forse anche un po’ in ritardo rispetto alla presa di coscienza di tanti altri paesi occidentali, che hanno già fatto dietrofront su questi argomenti, nonostante le richieste della UE di omologare i riconoscimenti di filiazione. 

Il maggior disagio tuttavia, soprattutto per le donne, e non solo del PD , cattoliche e di sinistra,  è di assistere alle esternazioni di una Segretaria appena eletta,  che rivendica a gran voce e in piazza  la legittimità della pratica che sfrutta altre donne,  e il silenzio delle altre, le deputate e le senatrici del PD che negli ultimi 10 anni non hanno mai proferito parola, ma sempre eseguito gli ordini della leadership di partito, anche a danno delle donne stesse. 

Mira Carpineta

Leggi anche

Lascia un commento