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L’Iniziazione

Scritto da redazione

Sulmona,8 marzo– Incanta pensare che per la nascita dei quattro cuccioli dell’orsa Amarena, l’Eremo di San Venanzio, ha inteso implementare la sua vocazione naturalistica all’interno della Riserva Naturale delle Gole, con una sala travaglio adiacente ad una sala parto.  Non bastasse tanta innovazione, si è munito di un pastore-ginecologo con a supporto un gregge di ostetriche. Questo smodato coinvolgimento, mamma orsa, deve averlo ben inteso, invero, da giorni e con pacata eleganza calpesta la terra d’Abruzzo insieme ai suoi cuccioli, lasciando trasparire una certa riconoscenza ogni volta che alza gli occhi al cielo.

Tenerli tutti a bada è complesso, soprattutto perché il più piccolo manifesta una certa avversione a tutto ciò che è canonico e rispettoso delle regole. Va saltellando ai bordi delle scarpate, fa lo sgambetto ai fratelli facendoli ruzzolare in continuazione e alla minima distrazione dell’autorità materna si intrufola in anfratti pieni di rovi e spine. 

Si sono succedute un po’ di albe da quella notte tempestosa che li porto alla luce all’interno della grotta. Amarena alterna carezze a lezioni educative, somministra istruzioni alla sopravvivenza ai suoi figli, cerca di educarli ad affrontare il loro viaggio terreno in autonomia e possibilmente con giudizio.

La pioggia che ha assediato per giorni il centro Italia pare resa, la giornata permette lunghe passeggiate, un cielo nuovo di zecca invoglia a gite fuori porta, tanto da spingere la famigliola fin nel territorio di Bocca di Valle, frazione di Guardiagrele. Prima di imboccare il sentiero che si addentra in un bosco, l’attenzione degli orsi-turisti viene catturata dal sacrario dedicato ad Andrea Bafile. Una breve sosta davanti alla grotta che ospita le spoglie dell’eroico Tenente di Vascello Bafile in segno di riconoscimento a questo figlio della Maiella, trova concorde tutta la combriccolaL’orsetto più esile, per dirlo alla paesana maniera “piccolo e mal cavat” cerca di intrufolarsi attraverso la grata di ferro che porta all’interno dell’antro della grotta. Amarena assorta in una personale preghiera dinnanzi al defunto chiamata ad un gesto di prontezza spinge il figlio con la testa nella direzione opposta. Con un cenno del capo più prossimo alla vergogna che al saluto, la femmina, accenna ad un gesto di congedo dal militare che tanto si distinse in battaglie e operazioni, anche al fianco di Gabriele D’annunzio.

Fitto e di varie tipologie il verde del bosco che costeggia il sentiero che stanno per imboccare, piacevole il corposo cinguettio di uccellini che accompagna i visitatori, il variare delle piccole correnti di vento, d’improvviso, lascia intendere sporadiche voci. La presenza umana non scuote, Amarena, più di tanto, quasi volesse avviare i suoi cuccioli alla convivenza con l’uomo e con estrema maturità li chiama a sé senza per evitare scatti incontrollati, senza lasciar trapelare alcunché.

Il sentiero si compone di pietruzze piccole e grandi, venute giù dalle rocce circostanti, la pioggia dei giorni precedenti ha lucidato la vegetazione piena di essenze arboree e di castagni, tutto richiederebbe un cammino prudente, ma il più giocherellone della cucciolata va facendo il diavolo a quattro. Corre, salta, si bagna in continuazione nelle prime acque che incontra lungo il tragitto. La paziente madre gli lancia continue occhiate di rimprovero, ma il tutto sembra non sortire contenimento alcuno, anzi…

La presenza di corsi abbondanti a monte si preannuncia attraverso un repentino sopraggiungere di umido e fresco. Tante le felci che si incontrano man mano che si sale in quota: “questa Maiella è uno scrigno di bellezze”, pensa ad alta voce Amarena.

Orami sono ore che camminano quando all’improvviso si trovano dinnanzi ad una cascata, immensa, rumorosa, carica di acqua e di luce. Tutto toglie il fiato, la bellezza e la sorpresa paralizzano la comitiva, eccetto l’orsetto ribelle, il quale pare attratto da un fascio di luce che si fa strada dall’alto verso il basso, difficile comprendere se questa immensità dall’alto si unisca al corso d’acqua oppure esca dal ventre delle rocce stesse. 

Un uomo avvolto in un lenzuolo marrone, tenuto da uno spago sulla spalla destra e da un laccio in vita si fa strada fra l’acqua e la luce, l’orsetto minuto e totalmente bagnato gli si fa incontro, ne è rapito e si lascia bagnare e segnare la testa. L’uomo dalla barba non troppo lunga gli sussurra frasi nell’orecchio destro, nitidamente si distingue:” il primo nome con cui ti battezzo è Ganimede”. La solennità del momento richiede silenzio e partecipazione, la cascata che altri non è che la Cascata di San Giovanni partecipa al battesimo di questa creatura baciando e carezzando le rocce in religioso silenzio.

Mamma Amarena e gli altri cuccioli hanno il volto colmo di grazia, guardano con stupore l’uomo venuto dalla luce, tornare alla luce e dissolversi fra le acque. La cascata sta tornando al suo consueto fragore e gli ammutoliti spettatori stanno realizzando che, l’impertinente, per eccellenza è stato battezzato da San Giovanni Battista, proprio come fosse un moderno Gesù di Nazareth, un figlio di Dio plantigrado al timone di un’arca di Noè del nuovo millennio.

Ganimede, appena l’uomo è divenuto una sol cosa con le acque, manifesta tutta la sua impazienza verso il resto della famiglia e tornando a sguazzare più di prima, la esorta ad entrare nel corso d’acqua, che copioso va guadagnando la valle. Tra un saltello e l’altro bagna completamente i suoi fratelli e cercando di imitare, alla meglio, San Giovanni Battista li battezza comunicando ad ognuno il proprio nome. Da oggi Amarena ha al suo fianco CallistoEuropa, Annamaria e l’indomabile Ganimede!

Cesira Donatelli -Andrea Salvatore

( ph n. 1 in alto  di Andrea Salvatore)

( ph. n. 2  dal web )

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