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Autonomia: Boccia, grave falsificazione Calderoli

Scritto da redazione

Nessuna intesa, parere sospeso per Enti Locali e strappo a maggioranza  nella Conferenza Stato – Regioni

Sen. Francesco Boccia (Pd)

       Sulmona, 3 marzo – “Il Ministro Calderoli non pago della spaccatura prodotta nel Paese, ora divide le Conferenze e spacca i tavoli di Regioni e Comuni. Se c’è un valore istituzionale prioritario, che è stato sempre preservato, è il lavoro unanime delle Autonomie territoriali nella Conferenza Stato Regioni e nella Conferenza Unificata“. Lo sostiene il sen. Francesco Boccia (Pd) facendo chiarezza sulla vicenda.

 “Il governo sul Ddl Autonomia di Calderoli prima ignora Regioni ed Enti locali e porta il provvedimento in Consiglio dei ministri, annunciando un’approvazione in realtà mai avvenuta formalmente; poi, conscio della gaffe istituzionale – prosegue Boccia –  non trasmette il testo (perché mai approvato) al Parlamento, ma torna indietro e trasmette il testo che aveva ricevuto solo un applauso in Cdm alle conferenze Stato-Regioni e Unificata. Il risultato di oggi è che il Governo Meloni anziché ottenere ‘l’intesa’ (così come avviene per ddl condivisi e provvedimenti che incidono sulla vita di Regioni, Province e Comuni) spacca le Conferenze finendo con il voto a maggioranza tra le Regioni e senza alcun voto per Comuni e Province che, invece, sospendono il parere. Oggi si consuma un ennesimo grave strappo istituzionale che Calderoli tenta di coprire falsificando anche la comunicazione pubblica parlando di approvazione.

Non c’è alcuna ‘Intesa’. Per le Conferenze o c’è l’intesa o non c’è. E su un provvedimento così delicato per la vita del Paese- rileva ancora il sen. Boccia– il governo Meloni ha deciso di andare avanti a testa bassa. Saremo conseguenti in Parlamento. Troviamo grave anche la mancanza di dibattito preventiva sul Ddl spacca Italia da parte dei consigli regionali delle Regioni che hanno dato il loro assenso. Nei prossimi giorni chiederemo a tutti i gruppi consiliari del Partito democratico di chiedere conto nei rispettivi consigli regionali ai Presidenti che hanno votato a favore. Soprattutto le Regioni del sud, quelle con alta densità di aree interne e di montagna a guida centrodestra dovranno giustificare pubblicamente il loro voto favorevole su un provvedimento che farà danni evidenti sociali ed economici”. 

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