Il viaggio in Abruzzo, con lo spettacolo “Costellazioni”, proposto dalla Fondazione PescarAbruzzo.
di Sergio Venditti *

Sulmona, 12 ottobre– Il paese di Fossa, nella Valle dell’Aterno, ha antichissime origini italiche, con il popolo dei Vestini e romane, con lo strategico centro di Aveia e le preziose tracce storiche ed archeologiche, con la sua splendida necropoli, nonché la chiesa di Santa Maria Ad Cryptas, anch’esse “ferite” dal terribile sisma dell’area aquilana del 6 aprile 2009.
Come i tanti borghi delle zone interne appenniniche la stessa Valle ha pagato un prezzo altissimo, per lo spopolamento con un esodo, quasi biblico, verso terre vicine e lontane: dall’Europa alle Americhe, specie in Argentina, dove si diressero molti emigranti, fin dalla fine dell’800 e nei primi decenni del ‘900.
L’imbarco, dopo il viaggio in treno, era sui bastimenti nel porto di Napoli, verso il mitico Paese sudamericano, visitato nel 1884 dallo scrittore Edmondo De Amicis, che poi lo descrisse nel suo libro “Cuore”, alimentando sempre più lo spirito d’identità italiano di milioni di migranti, che prima parlavano solo il loro dialetto regionale.
E qui iniziò la storia della stessa famiglia Ridolfi, partita da Fossa, con Don Tito, assieme al suo talento musicale, trasmesso poi al figlio Angel, che ebbe la fortuna di suonare con il grande Astor Piazzola ed il suo celebre “bandoneon”. La nipote Elizabeth, con lo stesso Dna, ha iniziato una brillante carriera d’artista, con la sua magica viola che ha incantato tanti spettatori, accanto ai grandi nomi della musica latino-americana, come Caetano Veloso, Mercedes Sosa ed al tre star del pop internazionale, del calibro di Ricky Martin, nei tour in ogni parte del mondo.
La musicista, solista dell’orchestra nazionale di musica Argentina, “Juan De Dios Filiberto”, di Buenos Aires ha costituito anche il “Quinteto del Angel” con il fratello Humberto, anch’esso musicista, esibendosi in molti teatri nel mondo, tra cui in Italia, con Milano e Roma, ritornandovi dopo la formazione d’eccellenza presso ” L’Accademia Musicale Chigiana”, a Siena.
Il ritorno alle forti radici familiari, si è avuto nell’estate dello scorso anno, con la visita a Fossa, in occasione delle festività in onore dei Santi Patroni del borgo: Antonio da Padova, Berardino e Cesidio, con un grande concerto di Elizabeth Ridolfi, assieme al cantautore Maxi Manzo, sempre italo-argentino, referente per l’Abruzzo nel progetto MAECI (Turismo delle Radici, Italea-fondi PNRR), presentato dal sindaco di Fossa, Fabrizio Boccabella.
Li si è ricordata la vena musicale di famiglia, con il nonno Tito, la sua fisarmonica ed il tipico organetto abruzzese (“Du Botte”) tutti “emigrati”, in Argentina, nel 1927, durante il regime fascista, che aveva provocato anche la partenza di esuli politici.
Da allora l’emigrazione abruzzese a livello globale è molto cambiata, dalle prime poverissime comunità sparse nei cinque continenti, ora divenute spesso classi dirigenti, in tutti i campi, in molti Paesi. Per questo può risultare utile una revisione della stessa normativa regionale di riferimento, in rapporto con quella nazionale.
Cosi nei giorni scorsi il Consiglio Regionale dell’Abruzzo, ha “riscritto” la vecchia legislazione, prendendo atto della: “profonda trasformazione che interessa sia gli aspetti strutturali di carattere socio-economico sia gli aspetti linguistico-culturali, semplificando l’iter burocratico e delegando la G.R. per la programmazione generale, sui cittadini d’origine abruzzese, per nascita o residenza ,da almeno due anni”.
In tal senso la Regione si avvale del CRAM(Consiglio Reginale Abruzzesi nel Mondo), con il suo c.d. “Osservatorio per l’Emigrazione”, altresì per gestire la Giornata degli Abruzzesi nel Mondo (L.R. N.4/2011).

In verità l’obiettivo da perseguire deve superare il solo formalismo degli atti e dei suoi singoli eventi, sviluppando una coerente visione nei rapporti integrati con le nostre multiformi comunità all’estero, specie interessando le nuove generazioni, che hanno sentito la nostra Terra, solo dai racconti dei nonni e padri, così come per la talentuosa E.Ridolfi.
In questa stagione Lei è stata accompagnata proprio dall’ artista italo-argentino, Max Manzo, la cui famiglia era partita da Tornareccio, nel chietino (il borgo famoso per il suo eccellente miele), con uno spettacolo pieno di suggestioni, sostenuto dalla Fondazione PescarAbruzzo (presieduta dal Prof. Nicola Mattoscio): COSTELLAZIONI.
Questo evento si inserisce nel progetto “Migrazioni: tra radici e futuro”, dedicato al tema dell’emigrazione abruzzese nel mondo, con la stessa rivista (dir.ed. Dr.Antonio Bini) in occasione della “Giornata Nazionale in Memoria delle Vittime dell’immigrazione “, svolta il 3 ottobre u.s. inserito nello stesso “Documento Programmatico Previsionale 2025 dell’attiva Fondazione pescarese:
“Se EL VESTIDO de DORA raccontava il ritorno alle origini, COSTELLAZIONI rappresenta il passo successivo: la scelta consapevole di piantare nuove radici proprio nel luogo da cui un tempo la famiglia dell’artista fu costretta a partire. Attraverso un linguaggio scenico, che unisce musica originale, danza contemporanea e proiezioni video, la performance diventa un’esperienza immersiva e sensoriale, in cui concerto, narrazione e cerimonia collettiva si fondono in un unico atto creativo”.
Lo stesso Presidente, Prof. Nicola Mattoscio ne ha sottolineato il :”significato ancor più profondo, rafforzando il legame tra radici e futuro e riaffermando l’importanza di trasformare la memoria in occasione di crescita, condivisione e accoglienza per il territorio”. In più questo rappresenta un esempio virtuoso per tutta la grande comunità italo-argentina, la prima iscritta all’AIRE, (con oltre 880.mila unità), a cui vanno aggiunti gli italo-discendenti, che in Argentina sono milioni, (alla quarta/quinta generazione), descritta con passione anche da scrittrici e poetesse come la nostra Maria D’Alessandro, da “geografa” che li ha trovato la sua “Terra Promessa”.
“…Vanno coi figli come un gran tesoro, celando in petto una moneta d’oro, frutto segreto d’infiniti stenti……E Iddio vi faccia rivarcar quei mari, e tornare ai villaggi umili e cari, e ritrovare ancora de le deserte Case sui limitari. I vostri vecchi con le braccia aperte. “Gli Emigranti” di Edmondo De Amicis-Poesie (1882).
* giornalista – Rivista “Tempo Presente” – Abruzzo