Oney Tapia: Ho iniziato a vedere solo quando sono divenuto cieco

SULMONA– È diffusa, nella nostra civiltà, la prassi per cui la parola Buio, venga introdotta nel quotidiano dei bambini, come un elemento negativo, una condizione da scongiurare, uno stato che è più alleato della paura che della serenità. Vero che la psicologia, gli riconosce spazi di qualità, affidandogli la custodia della riflessione o del potenziale inespresso in cerca di propulsione. Insomma, nel tempo qualche angolo si va smussando, si impara a non avere paura del buio. In molti casi, nelle fasi di innamoramento e di effusioni ci si allea al buio per celare imbarazzo o inesperienza. Seppur tutto sommato, la reputazione del buio non raggiunge mai l’apice del successo, qualche variante positiva la si può annoverare.
A scandagliare il buio, a dialogarci e a riconoscergli, addirittura, poteri superiori a quelli della luce ci ha pensato Oney Tapia, il campione nel lancio del disco nelle Paraolimpiadi di Parigi 2024.
Oney Tapia ha iniziato a vedere, solo quando a causa di un incidente sul lavoro ha perso la vista. Questa che a leggerla è una contradizione in termini forte e quasi irriverente, non è altro che una testimonianza e un esempio fra i più autorevoli e attendibili.
Ne ha scritto, come fosse un fiume in piena Oney Tapia, in Più Forte del Buio, di come il buio abbia cambiato in modo radicale il suo approccio alla vita, e continua a parlarne ai suoi lettori nel suo secondo libro La Luce Oltre La Siepe.
Un’intervista inizia sin da quando se ne concorda la data, le modalità e l’orario della stessa. Quella che ho vissuto con Oney è durata mesi. È iniziata dalla recensione del suo primo libro, l’abbiamo assaporata nei commenti reciproci dei nostri post, nei messaggi di auguri e nella telefonata in cui concordammo un’azione di sostegno per un amico comune. Tutti questi momenti di congiunzione e di sensibilità umana, hanno fatto sì che questa chiacchierata si concludesse con un pianto formativo, di gioia e di condivisione vera da parte mia e, con un bacio spontaneo e rispettosissimo, che Oney affidò al palmo della sua mano per me.
- Oney abbiamo imparato a conoscerti come sportivo, come ballerino, come scrittore, ultimamente anche come cuoco. Come riesci a tenere legate fra loro queste professioni e queste passioni tanto diverse e tanto lontane?
Le accomuna la grande voglia di vivere, la grande voglia di mettermi in discussione, ogni giorno e a 360° gradi. Voglio imparare sempre più dal dono della vita stessa e desidero essere sempre più autonomo ed indipendente.
- A proposito di autonomia e di indipendenza ho rilevato che ti stai occupando e stai sperimentando, tu stesso, l’accessibilità all’arte. Ti ho visto impegnato in una visita al Colosseo. Un progetto innovativo ed insolito, come lo stai portando avanti?
Qualcuno deve pur fare da cavia nelle cose e nella vita! In questo caso è stato necessario sapere come ci si deve comportare con delle persone non vedenti in un contesto artistico. L’ambito culturale, per me e fino ad adesso era una cosa sconosciuta. Grazie all’aiuto di amici come Dino Angelaccio e Odette Mbuyi sono stato inserito in questo ambiente. Mi è stata chiesta la disponibilità di fare questi percorsi e queste sperimentazioni nel mondo dell’arte. Trattasi di un’esperienza bellissima, perché si scopre che la bellezza artistica che possiede il nostro paese, può essere vissuta da tutti. Io in queste visite scopro l’arte attraverso il tatto, per mezzo di cuffie che forniscono spiegazioni; in base alla forma di disabilità si studiano e si perfezionano metodi di comprensione e di avvicinamento, vengono usati anche i segni. Sono felice di essere stato utile in questo progetto di accessibilità all’arte e alla bellezza.
- Tu ci hai insegnato che la cecità non è un limite, bensì un punto di partenza, una sfida. Al buio sono connesse tante sfide, quale è stata la sfida più difficile che hai dovuto superare?
Se devo dirti la verità, devo confessarti che la sfida più difficile da accettare e da portare avanti è stata quella con le persone. Finché sono io da solo in un ambiente, è tutto più facile, me la cavo. Nel momento in cui ho bisogno di una persona che mi aiuti, che mi dia una mano, è in quel preciso momento che mi ricordo che sono un non vedente. Succede che all’ultimo momento mi danno buca, si dimenticano qualcosa, tutto questo essendo fuori dal mio potenziale e dalla mia capacità mi ricorda che non vedo. Sono questi i momenti in cui entro in difficoltà!
- Quindi siamo noi altri ad incarnare il limite, creando le difficoltà, perché probabilmente non abbiamo una profonda e completa percezione della vita?
Esattamente, proprio per questo ogni giorno faccio sempre più cose e sperimento il nuovo. Più riesco ad essere autonomo e più dimentico di essere cieco. Non so se rendo il concetto?
- Certo che rendi il concetto. Possiamo dire che puoi contare più su te stesso che sugli altri?
Ti rispondo con un esempio. Vi era una signora che aveva bisogno di un aiuto per la carrozzella della figlia. Le difficoltà erano tante, in un primo momento, per mettersi in mostra, si sono presentate tre o quattro persone, il giorno dopo la signora era nuovamente da sola e con tante difficoltà.

- Il giubileo delle persone con disabilità che cos’è? Spiegacelo per favore.
Il Giubileo delle persone con disabilità non è altro che una concentrazione di persone, ognuno con la sua disabilità, ognuno con la sua bellezza fisica. Tutto questo patrimonio personale e singolo si cerca di donarlo, attraverso una preghiera, con un canto, per mezzo di una sfilata, agli altri. Non ci si aspetta che un disabile abbia tempo e attenzioni da dedicare agli altri, eppure è così ed anche questo è meraviglioso. Possiamo dire che in questo caso non è tanto importante il Dio in cui si crede o la fede che si professa, è importante quello che noi possiamo donare. Io sostengo, sempre, che la vita non è solo ricevere, è anche dare qualcosa. Anche se abbiamo problemi fisici o altri problemi, non dobbiamo mai dimenticare che possediamo, sempre, qualcosa da poter donare agli altri.
- I tuoi traguardi, il tuo oro in Francia nel 2024, tutto ciò per cui sei divenuto noto ed apprezzato, possono essere stati ulteriori mezzi e strumenti per abbattere i pregiudizi? Serviva anche questo, alle persone, per avere meno pregiudizi nei confronti della disabilità?
Diciamo che sono stati un modo per far comprendere che la vita può essere vissuta anche con dei problemi. Chiunque può avere un problema o un limite, il mio fare è orientato a far capire che si può sempre trovare un modo per affrontare e vivere l’esistenza, può accadere di doverlo fare in maniera trasversale, l’importante è farlo e sapere di poterlo fare. Nessuno si scoraggi! La disabilità non è più un segreto, i problemi quando arrivano non avvisano ed è utile preparare ad affrontarli. Questo aiuta a spianare il campo e permette di reagire. Conoscere o sapere che esistono strumenti e metodi per affrontare le disabilità allontana la solitudine e non crea limiti insormontabili nella vita stessa.
- Sei sempre più fra i giovani e nelle scuole. In cosa sono forti i giovani e cosa manca loro?
I giovani hanno una grande potenzialità, devono fare esperienza come tutti. Viene facile dire che sono una generazione diversa da quella dei loro genitori, ma la colpa è degli stessi genitori. I ragazzi “rubano” le azioni e i gesti dai genitori. Le paure che hanno i giovani della nostra società vengono proprio dai genitori, trattasi di un riflesso automatico.
- Ti ho visto impartire lezioni di autonomia ai non vedenti. Anche in questo caso sei stato innovativo e contro corrente.
Io ho imparato sulla strada, andando, andando ho imparato. Ogni ostacolo che ho incontrato l’ho fatto mio. Il mio metodo può essere migliorato, variato o seguito. Come ho detto in precedenza si parla molto, ma si potrebbe fare di più; quindi, bisogna farsi forza da soli e provare a migliorarsi senza mai arrendersi. Rimboccarsi le mani per essere sempre più indipendenti.
- Ho letto il tuo primo libro e l’ho recensito con passione e coinvolgimento totale. Non ho ancora letto il tuo secondo libro, La Luce oltre la Siepe, possiamo definire quest’ultimo un proseguo?
Leggilo, è una sorpresa, quando lo leggerai scoprirai!
- Ora a cosa ti stai preparando, per cosa ti alleni?
Adesso sto preparando i Campionati Italiani che si terranno a Grosseto. Poi a settembre il Mondiale.
- Vedo, spesso le tue figlie al tuo fianco. Possono definirsi una diversa e particolare forma di allenamento per te?
Diciamo che il nostro insieme è uno scambio vicendevole. Io ritengo che tutti noi siamo dei grandissimi maestri, dobbiamo imparare anche dai piccoli. Fino ad adesso, loro non si sono pronunciate, però percepisco che stanno, piano piano tirando fuori le idee e le propensioni del papà. Dal loro parlare e dal loro comportarsi arrivano dei segnali, di questo sono felice.
- Questo tuo tramandare lo sport e quello che sei alle tue figlie è bellissimo. In questo contesto in cui i giovani sono spesso violenti ed insensibili, l’importanza dello sport è essenziale. Tanta rabbia gli è stata trasmessa dagli adulti secondo te?
Io posso, solo, dirti che ho assistito a situazioni di violenza e i genitori hanno difeso il proprio figlio definendolo non colpevole. Ti assicuro che il figlio era colpevole e dentro la situazione totalmente. Far crescere i figli fra le giustificazioni non li aiuta, non intendo generalizzare, ma esistono delle situazioni errate.
L’intervista è divenuta, con naturalezza, una chiacchierata fra coetanei. Oney mi ha fatto notare che siamo entrambi nati nel 1976 e che abbiamo ricevuto la stessa forma di educazione. Posso affermare di aver vissuto, durante questa intervista, un momento di formazione e di umanità altissima e non comune. Questo è Oney Tapia e il bello di tutto questo, risiede nel fatto che la sua cara mamma lo ha partorito così, speciale e singolare. Alla vita dobbiamo dire grazie per averlo portato alla nostra attenzione, nei nostri cuori e nelle nostre esistenze. Oney Tapia è lo sport di vita di cui abbiamo bisogno per essere migliori e sempre più fraterni. Grazie Campione ed in bocca al lupo per sempre!
Cesira Donatelli
( ph. 1-2 Oney Tapia) da Internet