
Sulmona,29 maggio- Il fenomeno dello spopolamento in Abruzzo soprattutto nei territori delle zone interne non accenna a diminuire e continua ad alimentare il dibattito politico degli ultimi tempi.
Pochi però, al di là di generiche enunciazioni, riescono a fornire qualche ricetta utile attorno alla quale costruire qualche strategia positiva per capire le cause vere e combattere il fenomeno
Secondo uno studio pubblicato di recente da Abruzzo Openpolis non accenna a interrompersi il calo delle nascite nel nostro paese. È quanto certificano gli ultimi dati disponibili recentemente pubblicati da Istat. La tendenza che colpisce un po’ tutte le regioni tocca anche l’Abruzzo. Infatti secondo la ricerca sono -4.165 nati in Abruzzo nel 2023 rispetto al 2008.
Lo stesso istituto di statistica (Istat) specifica come il fenomeno abbia molteplici spiegazioni. Alcune cause sono strutturali (sono diminuiti i potenziali genitori) altre no. È proprio su queste ultime che sarebbe necessario intervenire con delle politiche pubbliche mirate per cercare di arginare il fenomeno. Specie nelle aree interne, particolarmente colpite dalla denatalità e dallo spopolamento.
Eppure l’Abruzzo è una delle regioni italiane ad aver introdotto, nel 2021, un assegno di natalità finanziato con risorse proprie e dedicato specificamente ai residenti dei comuni più piccoli e che sorgono in area montana.
Lo stesso istituto di statistica (Istat) specifica come il fenomeno abbia molteplici ragioni . Alcune cause sono strutturali (sono diminuiti i potenziali genitori) altre no. È proprio su queste ultime che sarebbe necessario intervenire con delle politiche pubbliche mirate per cercare di arginare il fenomeno. Specie nelle aree interne, particolarmente colpite dalla denatalità e dallo spopolamento.
Per quanto riguarda i nuovi nati complessivamente a livello nazionale in quest’anno le nascite sono state 379.890. In valori assoluti nel confronto fra le varie regioni, l’Abruzzo si posiziona al quattordicesimo posto con 7.578 bambine e bambini nati vivi sul proprio territorio in quell’anno.
Rispetto al 2008 la diminuzione della natalità è piuttosto evidente ma non riguarda solo l’Abruzzo. In tutte le regioni infatti si registra un calo più o meno significativo. A livello nazionale nel periodo considerato la diminuzione si attesta su circa 197mila nuovi nati in meno, pari a un calo del 34%. Il dato abruzzese risulta essere superiore rispetto alla media nazionale. Parliamo infatti di una riduzione del 35,5%. Da notare però che, tenendo in considerazione la differenza percentuale, ci sono 9 regioni con una diminuzione ancora più marcata. Tra queste ce ne sono 3 in particolare in cui si registra una diminuzione superiore al 40%. Si tratta di Sardegna (-46,2%), Valle d’Aosta (-44,6%) e Umbria (-42,4%).
Restringendo il periodo di osservazione agli anni della pandemia, possiamo osservare come la diminuzione delle nascite sia proseguita. Facendo un confronto in valori assoluti si nota che nel 2023, rispetto al 2019, in Italia sono nati oltre 40mila bambini in meno.
-922 nuovi nati in Abruzzo nel 2023 rispetto al pre-Covid. Anche in questo caso si registra una diminuzione in tutte le regioni del paese. Se a livello nazionale la diminuzione è stata del 9,6%, l’Abruzzo si attesta sul -10,8% rispetto ai bambini nati nel 2019. La regione si colloca all’ottavo posto, mentre la Sardegna si conferma l’area con la percentuale più elevata (-18,2% di nuovi nati nel 2023 rispetto al pre-Covid). Seguono Basilicata (-15%) e Valle d’Aosta (-14,6%).
Lucilla Ventresca