
L’Aquila, 27 maggio “È una scelta sbagliata, grave e senza precedenti quella che prevede lo stop per quattro mesi agli interventi ortopedici programmati negli ospedali di Popoli e Penne , comunicata dal direttore sanitario della ASL di Pescara, Rossano Di Luzio.
Una misura che colpisce solo i due presìdi delle aree interne, privandoli temporaneamente di una delle loro funzioni fondamentali, ovvero la chirurgia ortopedica elettiva, con interventi come protesi all’anca e al ginocchio, tunnel carpale, alluce valgo, menischi e altri. Per questo ho depositato una risoluzione sull’argomento, per evitare o rimodulare la scelta e ho chiesto la convocazione urgente della Commissione Vigilanza e l’audizione del direttore generale Vero Michitelli, del direttore sanitario Di Luzio, dei sindaci di Penne e Popoli e dei medici responsabili Giovanna Fattori, Massimo Andriulli e Giovanni Paolini, per fare chiarezza su un provvedimento che rischia di lasciare centinaia di pazienti senza risposta per mesi”, annuncia il consigliere regionale Antonio Di Marco
.“Questi interventi costituiscono la gran parte dell’attività ordinaria delle sale operatorie di Penne e Popoli e il loro smistamento dai reparti centrali ha finora rappresentato una modalità efficace per alleggerire il carico dell’ospedale di Pescara, permettendogli di gestire con maggiore tempestività le urgenze – spiega Di Marco – . Eppure, paradossalmente, mentre si impone questo stop selettivo per alleggerire il carico del nosocomio pescarese, già al collasso e con un Pronto Soccorso in crisi, lì si continuerà regolarmente anche con gli interventi programmati, smentendo nei fatti le ragioni organizzative invocate.
Una contraddizione evidente, che mina l’equilibrio del sistema sanitario territoriale e colpisce duramente i cittadini delle aree interne, che peraltro essendo di confine con altre province, accolgono pazienti anche da fuori della Asl di Pescara, accade a Popoli con tantissimi utenti delle aree aquilane più vicine e sono sempre più penalizzati da decisioni centraliste, visto che le liste d’attesa per la chirurgia ortopedica programmata sono già molto lunghe”