–Ascoli Piceno : Il modello europeo 2025–
di Sergio Venditti *

Sulmona,17 maggio– Quando arrivano dichiarazioni di personaggi di peso come Gabriele Gravina, riconfermato Presidente della Figc, vanno ponderate con attenzione dai futuri amministratori della Città, sul progetto di costruire una “cittadella dello sport”.
Questo in primis per il ruolo di G.Gravina, centrale nello sport nazionale, ma altresì per la sua formazione imprenditoriale, che portano a valutare la concreta fattibilità della proposta avanzata.
Per questo, si immaginano, positivi i riscontri, al di là del vecchio e nuovo, per aprire una riflessione a “tutto campo”, prima sui presupposti e poi sui punti di caduta di un grande progetto, nel contesto ambientale, sociale ed economico di un territorio come la Valle Peligna e l’Alto Sangro.
Quindi il tema merita attenzione ed approfondimento, in un ambito altamente positivo come quello dello sport, che prima di sviluppare valore aggiunto nell’economia locale, genera un immagine di saldi valori nella formazione dei giovani, prima ancora di quella degli atleti.

Inoltre il forte valore unificante che lo sport assume, senza steccati e frontiere internazionali, può portare a ricreare l”Immagine di Sulmona” molto più attrattiva, già con una comunanza d’intenti con lo stesso Altipiano delle Cinque Miglia, che al di la delle congiunture “climatiche”, resta un avanzato “distretto della neve”, tra i più competitivi del Centro-Italia.
E proprio lì si possono riprendere le tematiche sugli effetti critici dello “Overturism“, dopo la recente “invasione“, con la carica della tiktoker napoletana. In questo caso, non per generare chiusure aprioristiche, veramente incomprensibili, ma per riflettere su come integrare un grande progetto di promozione dello sport, in un ambiente incantevole e protetto, in un’area “cerniera” tra due parchi nazionali, nella “Regione Verde d’Europa “.
Secondo i dati Eurostat, la U.E. spende ogni anno per attività sia ricreative che sportive una somma rilevante, che si avvicina ai 60 Mld. di euro, pari quasi all’1% della sua spesa pubblica. L’Italia si posiziona in questa classifica nella media, con una cifra comunque ingente, intorno ai 25 Mld. di Euro ed un’incidenza ancora maggiore sul PIL nazionale.
Inoltre come rileva l’ENIT nel 2024 ben 556 mila viaggiatori internazionali (+4,7% sul 2023) hanno scelto la vacanza sportiva in Italia, generando 1 milione 992 mila di pernottamenti (+8,7% sul 2023).
Tutto questo fa immaginare il peso di un settore in crescita, abbinato poi a un “asset” strategico come il turismo, che nel nostro Paese veramente si può declinare, in tanti ambiti, che aiutano a riscoprire la stessa storia, cultura, patrimonio architettonico ed ambientale, nonché religioso, (nella terra degli Eremi e dei Cammini), fino alle raffinatezze delle sue tradizioni enogastronomiche, inserite anche in circuiti “stellati”.

E la Regione Abruzzo che ruolo dovrebbe svolgere, insieme a tutto il vitale mondo delle autonomie locali?
Essenziale, insieme al governo nazionale, per fornire rapidamente le risorse necessarie per rendere più competitivo il sistema delle infrastrutture e dei servizi fondamentali, a partire dai trasporti e dell’innovazione delle varie reti, colmando il “gap” dovuto si alla conformazione montana dei nostri territori, ma ancor più dalla carenza di investimenti e manutenzioni, che hanno privilegiato le aree costiere, più popolose.
Una sfida “titanica”, che dovrebbe far tremare ogni amministratore, ma che può essere vinta, con visione, lungimiranza e con un approccio manageriale, in una positiva simbiosi tra poteri pubblici e privati, capace di portare a termine puntualmente gli interventi previsti.
Un patto avanzato, in piena trasparenza, che fissi obiettivi condivisi, sostenibili, con verifiche nel cronoprogramma ed anche con poteri speciali e sostitutivi, difronte alle lentezze della nostra “burocrazia- lumaca”.
Oggi il mondo corre veloce ed ancor più quello dello sport, dove il nostro Paese è indubbiamente cresciuto, nelle classifiche internazionali, contribuendo e non poco, ad un immagine più positiva ed attrattiva, del “Made in Italy”, nel quale far meglio conoscere la nostra regione. In tal senso riprendendo come “Testimonial” di prestigio i tanti atleti che vi hanno avuto le origini, ma che spesso si sono affermati altrove. Qui ricordiamo solo alcune delle “stelle sportive”, in tutte le discipline, che hanno portato nel mondo la nostra identità “forte e gentile“, partendo dai passati grandi campioni del mondo: Rocky Marciano, Bruno Sammartino, J. Manuel Fangio.
Accanto a loro, veri miti senza tempo, i talenti sportivi più recenti o ancora in attività , anche con l’emergere di tante donne atlete. Nel ciclismo, dai campioni come Vito Taccone, alla “dinastia Masciarelli”, fino a Giulio Ciccone. E poi nel calcio, da Fabio Grosso a Massimo Oddo al campione di pallanuoto, Francesco di Fulvio all’atletica leggera, con Gaia Sabbatini e Serena di Fabio e per chiudere a “colpi di sciabola”: la campionessa italiana Under23 di Sulmona, Manuela Spica.
“Nello sport si vince senza uccidere, in guerra si uccide senza vincere”: Shimon Peres
- giornalista