Home Prima Pagina Sulmona: il voto incerto spinge a vincere al primo turno? 

Sulmona: il voto incerto spinge a vincere al primo turno? 

Scritto da redazione

Secondo gli osservatori più attenti “I più forti prima possono arrivare secondi“ 

di Sergio Venditti *

 Sulmona,3 maggio- L’elezione amministrativa nella “Città di Sulmona” rischia di essere complessa, quanto un rebus, nell’incertezza del peso elettorale delle quattro aggregazioni in campo, più che per “l’appeal” dei loro aspiranti alla carica di sindaco.

 Infatti al primo turno, il voto è trainato dai vari candidati, alla ricerca di “un posto al sole” ed il capolista ha un compito importante, ma non decisivo, ovvero di presentare al meglio la propria squadra ed illustrare bene il programma adottato.

 L’esperienza insegna che l’equilibrio tra questi aspetti è decisivo per favorire
il risultato finale, soprattutto in caso di vittoria al primo turno, più che in quello successivo del ballottaggio, dove pesa più l’immagine dei “capisquadra”.

 In quel caso le coalizioni sia di Cdx che di Csx hanno più vincoli e responsabilità delle altre aggregazioni civicheche possono comporsi e scomporsi con più facilità, senza troppi problemi. 

Se si esaminano le tendenze elettorali degli ultimi anni, (con l’astensionismo crescente dell’elettorato, deluso dalla politica) si vede chiaramente che il centro-destra è più forte, sulla carta, ma se non vince al primo turno, rischia di più al secondo. E cosi in quest’ultimo il polo moderato ha meno “chance” di prevalere, senza la spinta di più liste e di tanti candidati, per richiamare al voto un elettorato di opinione e meno “militante”, pur residuale.

 Queste le insidie del “ballottaggio“, difficili da prevedere, dove in genere il “quorum” si abbassa sensibilmente, senza più la spinta dei candidati esclusi dal C.C, che tendono ad astenersi dal continuare la campagna elettorale.

Di contro la coalizione di centro-sinistra, che sulla carta ha

meno liste e peso elettorale, può ribaltare il voto, pur ridotto, magari anche con le aggregazioni civiche, contando su di un elettorato più compatto e motivato, a cui aggiungere i delusi ,davvero tanti, che dimorano in una Città, che è stata messa ai margini, da anni, della scena politica territoriale e regionale, altresì con un “voto di protesta“, sempre più presente. 

Per questo tra le qualità richieste al “rassemblement” vincente, oltre la forza e la compattezza, occorre il “gioco di squadra”, vero e non di facciata,  coordinato dalla forte personalità del candidato sindaco, più che un “notabile”, deve dimostrarsi un” leader”(uomo- donna che sia), tra l’altro, evitando e critiche di essere più’ all’ombra di altri  personaggi, della vecchia e nuova politica locale e regionale.

 Per  carità, nel manuale del “buon sindaco” sono indispensabili anche le abilità diplomatiche e le attitudini al compromesso, necessarie in politica, ma poi l’elettorato attivo pretende una guida forte, autorevole, con una visione del futuro, per traghettare Sulmona verso un nuovo “Rinascimento”.

 Ora, con i candidati impegnati nel “porta a porta“, si aspetta il confronto incrociato tra i vari candidati sindaci, per capire se sono portatori di programmi diversi o fin troppo simili, anche se poi, siamo tutti consapevoli, che solo una minoranza dell’elettorato ne sarà fino in fondo consapevole, mentre la gran parte dei cittadini sarà sempre attratto dalle vecchie “sirene” del messaggio politico, più personale che pubblico.

 Un appello, se consentito fare, è di coinvolgere tutte le fasce della popolazione, specie quelle tendenti all’astensionismo, perché esse potrebbero fare la differenza e dare un messaggio di maggiore speranza per una città, che deve guardare più al futuro e non solo al suo glorioso passato.

 Tutto questo con maggiore entusiasmo e meno rassegnazione, facendo appello al meglio delle risorse culturali, sociali ed imprenditoriali, anche richiamandole da tutti gli angoli del mondo (con il talento di Ambasciatori come Filippo Frattaroli negli USA Maurizio Bevilacqua in Canada), sognando magari che tutte le strade che portano a Roma, passino anche nel “Centro-Abruzzo”, ora o mai più’. 

“Verranno tempi in cui G. Capograssi guarderà alla crisi con altri occhi e avvertirà fremere nell’energia effusa delle nuove formazioni sociali (sindacati, autonomie locali, partiti, gruppi parlamentari) la possibilità di rinnovare radicalmente le forme di partecipazione individuale e collettiva di vita pubblica.

 Sarà il tempo del terzo libro, “La nuova democrazia diretta”, tutto intento a cogliere l’attività spontanea di formazione del diritto”…. lasciatasi alle spalle la descrizione di un mondo scomposto…… elevi lo sguardo del giurista a contemplare il problema dell’ordine-cioè il problema dell’autorità, della sua crisi e della sua restaurazione”. G. Capograssi: (Andrew J. Cecchinato-University Of.Michigan-USA-2023). 

*giornalista

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