Home Prima Pagina Quando la Chiesa elesse il Papa sulmonese Innocenzo VII (1336-1406)

Quando la Chiesa elesse il Papa sulmonese Innocenzo VII (1336-1406)

Scritto da redazione

Un “filo rosso” lega le vicende religiose- diplomatiche nei secoli?

di Sergio Venditti *

Papa Innocenzo VII

Sulmona, 26 aprile– Quando si afferma che la Città di Sulmona, nel suo illustre passato, non è legata solo al grande poeta romano Ovidio, ma secoli dopo, anche alle figure di due Papi, emblematici prima come Pietro Angeleri, “Il Celestino V”. Questo “adottato”, nell’Eremo di  Sant’Onofrio, passato alla storia con il suo “Gran Rifiuto” del soglio pontificio, criticato da Dante Alighieri, nella Divina Commedia”, ma poi esaltato dallo scrittore Ignazio Silone nel “L’Avventura di un povero cristiano” (vincendo il Premio Campiello, nel 1968) e segnando profondamente  la storia della chiesa universale, fino a Benedetto XVI ed ora Francesco, appena tornato nella Casa del Signore. 

Poi, la stessa Città  di Sulmona, ha dato i natali al suo Papa, Cosimo (Cosma) Migliorati nel 1336,da una famiglia di origini nobiliari, anche con interessi mercantili, che prenderà il nome di Innocenzo VII, in una Chiesa di Roma, dilaniata al suo interno, con l’altro “antipapa”, che regnava in Francia, ad Avignone. 

Un periodo turbolento non solo per quest’ultima, ma per tutti gli assetti geo-politici dell’epoca, che sono stati analizzati da molti eminenti  storici e qui ripresi  negli estratti della prestigiosa Treccani. 

Una storia unica e singolare, che si intrecciava e più con le ambizioni di conquista delle  varie “Signorie” italiche, con le loro potenti famiglia, alleate ed in lotta, in periodi diversi della loro storia, con i regnanti d’Europa e  le loro sfere d’ influenza, che con gli Orsini ed i Colonna, arrivavano anche nell’Abruzzo Interno: a Sulmona, già loro punto di riferimento politico, economico e religioso stesso, avevano tra le famiglie in vista, quella dei  Migliorati. 

Cosimo, con la, sua precoce vocazione religiosa, già molto erudita, entro “nel clero secolare, tra i suoi primi in carichi vi fu quello di rettore della chiesa di S.Maria Annunziata di Sulmona. Dal 1370 al 1381 partecipò con questo titolo ad alcune transazioni economiche locali, durante il vescovato di Andrea Capograssi. 

Dal 1373 Cosmato appare nei documenti anche con il titolo di arciprete della città. Nel gennaio 1383 si trova designato come “decretorum doctor”, dunque  come laureato in diritto canonico, probabilmente a Roma. Nello stesso periodo ricoprì la carica di proposito di Valva, cioè capo dei due capitoli di S.Panfilo e di S.Pelino, che costituivano la diocesi valvese. Sempre nel 1383 Cosmato si recò  a Firenze, in missione per conto di papà Urbano VI.

La sua ascesa in Curia fu da allora continua: Urbano VI lo nominò prima chierico di Camera e quindi collettore delle rendite camerali del Regno d’Inghilterra: successivamente Cosmato ricoprì  la carica di tesoriere e vice camerlengo…. Nel 1390 fu nominato legato pontificio in Lombardia e Toscana, con il delicato compito di trattare la pacificazione tra Galeazzo Visconti e i Comuni di Bologna e Firenze. Il 1^ di ott. 1404 Bonifacio IX mori: il 12 dello stesso mese il Collegio cardinalizio in conclave ,sotto le pressioni dei Romani in agitazione.

 Al conclave, oltre allo stesso Migliorati, parteciparono altri otto cardinali… Rapidamente ,il 17 ott.1404, Cosmato Migliorati venne eletto papa, quindi, consacrato con il nome di Innocenzo VII. 

Ma già  due giorni dopo Ladislao D’Angiò Durazzo, re di Napoli, si trovava alle porte dell’Urbe….. la presenza del sovrano costituì per Innocenzo VII un mezzo utile per ristabilire una relativa concordia cittadina. Roma era infatti lacerata dalla contrapposizione tra il partito dei Colonna e dei Savelli e quello degli Orsini…Ladislao venne nominato dal pontefice supremo pacificatore tra le parti”. 

In ogni caso il governo della capi tale della cristianità restava precario, per la lotta delle famiglie patrizie tra loro ,che non poteva che coinvolgere lo stesso papa che” inoltre rifiutò la proposta francese di incontrare l’antipapa Benedetto XIII, in un luogo neutro, subordinandola alla preliminare abdicazione del rivale”. 

Comunque gli scontri  cruenti ed i saccheggi degli appartamenti papali, da parte dei Colonna, alleati del re di Napoli, furono interrotti con il prevalere degli Orsini, nel controllo militare della “Città Eterna”, che riconsegnò al papa. In seguito quest’ultimo nel concistoro del 18 giugno 1406 dichiarò la deposizione di Ladislao, “colpevole di spergiuro, tradimento e cospirazione”, anche se Clemente VII inviò a Napoli il nipote Ludovico Migliorati e Paolo Orsini, che poi “rientrarono a Roma in agosto con ampie assicurazioni di devozione e fedeltà da parte del re”, ratificando cosi il 13 agosto di quell’anno la nuova pacificazione, con una serie di patti”. In conclusione Innocenzo VII, pur nel suo breve pontificato, chiusosi con la morte nel 1406, dimostrò non solo le sue elevate qualità giuridiche, ma anche politico-diplomatiche, da far invidia anche nel “tempo presente”, che viviamo, altrettanto instabile, non solo con la lotta tra famiglie, ma altresì tra Stati e confessioni diverse. Questo papa sulmonese, cosi erudito, dimostrò nella dura azione di governo grande visione e duttilità, da ricordare per certi versi, quello che sarà il Cardinale Giulio R.Mazzarino, che conquistò sempre  da abruzzese il governo della Francia del “Re Sole”. 

Innocenzo VII verrà ricordato, in tutti i libri di storia, ancor più per l’avvio di” una prestigiosa politica di mecenatismo culturale. Il 1^ sett.1406 emanò infatti la bolla “Ad exaltationem Romanae Urbis”, allo scopo di potenziare l’Università romana, incrementando la facoltà delle arti e creando nuove cattedre”, redatta dall’umanista Leonardo Bruni, …. “in modo da rappresentare  una prestigiosa attrattiva per studenti di ogni nazione”. 

Quanta modernità nel passato e visione culturale e religiosa avanzata, che dovrebbe essere un esempio concreto di governo ancora oggi, a partire proprio dalle comunità locali, con le sue classi dirigenti vecchie e (si spera) nuove, riflettendo magari sull’attualità del grande saggio di Giuseppe Capograssi, su “La Nuova Democrazia Diretta”, fatta pubblicare dal giurista sulmonese nel 1922.

*giornalista

(ph da Wikipedia incisione di Giovanni Battista Cavalieri Pontificum Romanorum effigies Roma: Domenico Basa: Francesco Zanetti 1580)

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