di Mario Pizzola*

Sulmona, 12 aprile– Sulmona resterà terra di conquista di interessi alieni fino a quando non esprimerà una classe politica degna di questo nome e fino a quando i cittadini non saranno capaci di sceglierla. L’inadeguatezza della classe politica è sempre lo specchio della inadeguatezza dei suoi elettori.
Tra le cittadine abruzzesi che superano i 15.000 abitanti, Sulmona è l’unica che, con quasi certezza. subirà un elevato livello di spopolamento. Nello stesso tempo, paradossalmente, è quella che in tutta la Regione ha il più alto consumo di suolo (dati Ispra 2023). Molte delle nuove costruzioni sono destinate a rimanere vuote o a diventare case vacanza mordi e fuggi.
Chiuso il rubinetto delle sovvenzioni di Stato è anche tramontato di sogno di fare di Sulmona un importante polo industriale. I capitali vanno dove possono ricavare il maggior profitto. Ma il capitale che nessuno ci potrà togliere è quello che la natura ci ha portato in dono. Storia, cultura, turismo ambientale, agricoltura di qualità sono il nostro oro. Ma questa ricchezza rischia di sparire se non siamo capaci di proteggerla.
Da almeno 20 anni le sole imprese che spingono per entrare nel nostro territorio sono quelle che vogliono distruggerlo. E i nostri politici sono rimasti inermi se non complici di fronte a questo assalto.
Cave, inceneritori, cementifici, mega discarica a disposizione di tutti, impianti inquinanti: sono questi gli alieni che cercano di depredare il nostro capitale naturale e, con esso, rubare il futuro ai nostri figli e ai loro discendenti. Il capolavoro assoluto è la Snam, penetrata nella nostra Valle senza colpo ferire, grazie alla irresponsabilità di chi era stato eletto per difenderci e che invece gli ha aperto le porte.
Ma ci sono alieni altrettanto famelici dai quali dobbiamo guardarci. Sono quei personaggi che appartengono a quella “filiera politica e istituzionale” che da altri lidi pretende di guidare e decidere le sorti del nostro territorio, che promettono magiche soluzioni che non arriveranno mai e il cui unico scopo è di fare gli interessi dei loro luoghi di origine o delle loro conventicole di partito.
Chi aspira a diventare Sindaco non può concepire questo ruolo come un lavoro impiegatizio. Deve dedicarsi a questo compito a tempo pieno. Deve stare tra la gente, ascoltare i suoi bisogni e adottare le soluzioni migliori con il coinvolgimento della cittadinanza.
Deve essere un sindaco militante, sì militante, capace, quando occorre, di “battere i pugni” sulle vetrate luccicanti dei palazzi del potere, scendere in strada e porsi alla testa dei suoi concittadini nelle lotte a difesa dei diritti inalienabili della comunità che rappresenta.
Ma sarebbe un grave errore pensare di delegare tutto agli eletti. Passate le elezioni cosa resterà dei “trecento giovani e forti” che si erano detti pronti a calcare le scale di Palazzo San Francesco? Nulla o quasi. E’ sempre stato così, purtroppo. Tutto questo anelito alla partecipazione, ad occuparsi del bene comune, sparirà. Tanti, troppi, torneranno nella loro quiete privata e magari da anonime tastiere riprenderanno il lamentoso chiacchiericcio contro la politica sporca e corrotta. Ma guai a parlar loro di impegno.
Un vecchio adagio dice: “Chi non vuole manda, chi vuole agisce”. Quei cittadini che non sono capaci di lottare in prima persona per i propri diritti saranno condannati a restare sudditi degli interessi e dei politici alieni.
* (Coordinamento Per il clima Fuori dal fossile – Sulmona)