Home Politica (dibattito) –  C’era una volta un’idea che si chiamava Sulmona

(dibattito) –  C’era una volta un’idea che si chiamava Sulmona

Scritto da redazione
Sulmona,piazza XX Settembre luogo simbolo della città

 Sulmona,10 marzo- Una delle cose a cui si fa più fatica ad abituarsi è la perdita di un affetto. Ciò è vero tanto più quando, in vita, ci si lega con particolare intensità ad una persona, ad un posto o ad un ideale. 

Nella meravigliosa opera “Il Gladiatore” di Ridley Scott si comprende come ciò che ha mosso i romani per un millennio, dai Re all’impero, fosse l’incessante desiderio di grandiosità del nome di Roma. Nell’opera Roma si definisce spesso come “un’idea” tramite la bocca di vari personaggi del film. Al di là delle trovate cinematografiche, il nastro evidenzia come la grandezza dei popoli sia essenzialmente l’amore per il loro nome. Non è solo questo certamente che rende prosperosi i territori. E si potrebbe obiettare che l’entroterra abruzzese è integralmente svantaggiato da almeno 30 anni rispetto alla costa. E questo è vero, ma non deve diventare la scusa per nasconderci dietro un dito.

 La Marsica, (nello stesso agognato entroterra) muoveva, già nel 2019 un terzo del PIL agricolo abruzzese e il settore dell’industria è in continua crescita. Ha sul suo territorio svariate sedi universitarie, pur non esistendo nessuna università degli studi della Marsica.

 A differenza di Sulmona, Avezzano ha visto nel 2024 aumentare la sua popolazione. Come dite? Certo, Avezzano ha beneficiato di una grande iniezione di forza lavoro dovuta all’immigrazione. Sarà forse per questo che gli affari vanno meglio, con maggiore offerta di lavoro il costo si abbassa. Ci si potrebbe domandare allora come l’industria agroalimentare di L’Aquila-Navelli vada egualmente bene (sia pure con qualche acciacco) e come la sola città di L’Aquila sia tornata ad avere complessivamente un quinto dell’intero Pil della sua immensa provincia. 

Come dite? Sarà solo una questione di infrastrutture a rendere agli occhi degli investitori più interessanti le altre realtà a noi contigue?

Può essere. Ma vi invito a fare uno sforzo mentale e mnemonico e dunque di tentare di ricordare cosa pensano gli avezzanesi o gli aquilani del loro territorio e quanto tengono a questo. Riterrebbero mai la loro piccola-patria (dal tedesco Heimat) un posto “finito” e “senza speranze”? 

Ebbene la grandezza è anche nella nostra speranza, che infatti non c’è. Va bene così? Scelta nostra. E allora tra qualche decennio, quando qui le case verranno probabilmente comprate ad un euro come nei paesi disabitati del profondo sud Italia ci sentiremo soddisfatti di essere stati profeti. Profeti di qualcosa di cui nessuno si sente responsabile, perché tutto dipende sempre da qualcun altro.  Buona fortuna Sulmona.

Luigi Marrese

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