
Sulmona,6 marzo Nonostante le preoccupazioni per la guerra che per anni abbiamo sempre sognato di non dover mai raccontare a quelli delle generazioni future; nonostante le angosce e la paura che la pandemia continua a diffondere, la settimana che ci siamo lasciati alle spalle è stata carica di segnali per la politica locale e regionale. La vicenda dei fondi per l’Ospedale di Sulmona che oggi non ci sono più (domani vedremo) e che alcuni giochini, veritieri o fasulli, di una certa politica ha consumato sulla pelle della nostra città è uno di quei segnali che invitano alla riflessione anche se, con grande onestà bisogna ammettere, che quando un territorio non ha la forza e le idee per programmare la crescita e lo sviluppo della propria area diventa fragile e quindi facilmente vulnerabile. Da tempo ci sforziamo di far capire che in fondo la Regione non è un mostro inaccessibile ma resta pur sempre l’interlocutore istituzionale di riferimento con cui dialogare costantemente e tenendo conto anche che la Regione è, e resta, il soggetto primario della programmazione territoriale con cui è necessario confrontarsi costantemente e con cui dialogare con la forza politica che solamente un territorio coeso e ben organizzato può assicurare. E diciamocelo con franchezza, quando si subiscono politiche (o scelte) calate dall’alto significa che la politica del territorio ha fallito la sua missione.
Dalle nostre parti questo non è successo negli ultimi anni trascorsi e allora spesso ci si ritrova a piangersi addosso a cose fatte. E i consiglieri regionali del territorio debbono interpretare e ben rappresentare le ansie, i bisogni e le sollecitazioni dei territori che rappresentano e spesso debbono guidare questi processi indipendentemente dai partiti che rappresentano all’Emiciclo. Si può essere disciplinati alle regole interne delle varie formazioni ma gli interessi del territorio vanno difesi e tutelati anche alzando la voce nei confronti di chi non vuol, ascoltare.
Va dato atto a Marianna Scoccia che ha portato alla luce la vicenda dei fondi dell’Ospedale che ora non ci sono piu’ e bene ha fatto Silvio Paolucci Capogruppo del Pd a testimoniare la solidarietà alla città e alla battaglia che si intende portare avanti.A Marsilio e la Verì la poszione della Scoccia non è piaciuta ed era da aspettarselo- Ma cosa deve fare un Consigliere di opposizione applaudire se si procura un danno alla propria città? Fra non molto il Consiglio regionale discuterà l’apposita mozione e allora conosceremo la verità di questa vicenda.Poi ognuno potrà giudicare a carte scoperte come crede e come vuole. A noi preme ricordare che nel maggio scorso veniva annunciata da parte della Regione con grande enfasi e facili entusiasmi la riorganizzazione della rete Ospedaliera. Anzi qualche bontempone locale dava per scontata l’operazione come già fatta e si dava per scontato il riconoscimento a Sulmona dell’Ospedale di primo livello. Lo credereste? Eravamo alla vigilia delle amministrative e qualcuno faceva notare che si trattava di un’operazione elettorale. E’ passato un anno e il problema è ancora in alto mare e se vogliamo essere realisti il progetto che ancora inizia l’iter in Consiglio regionale non avrà un percorso né semplice, nè breve. Ma di queste cose riparleremo presto. Intanto negli ultimi giorni è tornato forte il progetto per la grande Pescara (Pescara, Montesilvano, Spoltore). D’Alfonso sta spingendo molto in questo senso. Dopo l’incontro con il Ministro degli Interni ora c’è anche il coinvolgimento del Premier Draghi che presto sarà a Pescara per chiudere, forse, questa partita. In questi giorni è tornato forte il discorso anche per la grande Marsica con Avezzano riferimento principale. I sindaci delle comunità più grandi demograficamente si sono già incontrati ed hanno condiviso alcune strategie precise da portare avanti. Da noi c’è vivacità in tanti comuni, ci sono amministratori che hanno già portato avanti in questi anni alcune esperienze di gestioni associate e con risultati positivi di alcuni servizi.. Ma non basta. Sulmona deve muoversi e deve agire al piu’ presto. Deve riattivare il tavolo comunale sulla coesione territoriale e deve rilanciare il progetto delle sette Aree funzionali. Anzi quello stesso progetto, promosso dal prof. Mascarucci, deve divenire occasione per un apposito disegno di legge che deve approdare presto in Consiglio regionale.Un progetto che cinque o sei anni fa aveva trovato proprio in città e nel Cento Abruzzo ragioni vere per germogliare anche se molti protagonisti della politica locale andavano nascondendosi per ubbidire a logiche miopi e senza senso. Eppure il nuovo ruolo dopo i quattro capoluoghi di provincia spetta proprio a città come Sulmona,Avezzano,Lanciano.-Vasto al cehtro del progetto Mascarucci e che in città aveva trovato nel prof.Ronci e alcuni suoi amici convinti sostenitori.D’altra parte aneche la recente battaglia portata avanti per la difesa dei quattro tribunali ci ha dimostrato che in Abruzzo oltre alla geografia giudiziaria va riorganizzato l’intero territorio regionale. L’unico anello debole resta il ruolo della politica divenuta un oggetto misteriorso,fantasma che è scomparsa completamente. Ne ripèarleremo presto. Buona domenica a tutti
Asterix