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( primo piano)- Scemi di guerra

Scritto da Cesira Donatelli

La tragedia dell’Ucraina, la farsa dell’Italia.Un paese pacifista preso in ostaggio dai nopax

Sulmona, 11 aprile- Priorità all’economia, rispetto alla vita? Il caposaldo dei dilemmi dalla venuta di Cristoai giorni nostri. Eppure, qualche dritta in tal senso dovevano averla contemplata, quelle benedette tavole della legge, sbandierate da Mosè. Sennonché stando allo stato attuale della situazione in Ucraina e nel resto del mondo, la trasmissione da fonte scritta a fonte orale e viceversa deve aver smarrito, per qualche secolo, il segnale giusto. Al fine di alleviare responsabilità dirette e indirette, potrebbe essere d’aiuto citare in giudizio persino il Monte Sinai. Per scagionarlo dalla poca incisività delle prescrizioni a perseguimento della pace, una visuale d’altri tempi o ristretta, rispetto a quella odierna di RussiaAtlantistiEuropaCinaNatoTurchia e via discorrendo.

 L’elenco preciso, minuzioso e verificabile di tutti gli attori che hanno ottenuto o si sono accaparrati sgomitando, il ruolo di narratore o mediatore, in questa guerra voluta dalla Russia e ogni tanto forgiata dai “passanti di turno”, in maniera eminente lo ha stilato Marco Travaglio in Scemi di Guerra. Se degli stessi esegeti si potesse annoverare tanto pathos, anche, nel rispetto della Carta costituzionale, la quale ripudia la guerra, nella difesa delle voci di verità, della pace, del disarmo e dell’antifascismo, questo volume non avrebbe avuto ragion d’essere. La narrazione, altresì, si rivela necessaria e per fortuna possiede il dono della comprensibilità incoraggiando il fruitore a leggere e ad appurare ogni informazione. Dettaglia tanto e ben altro rispetto alla sola campana che i più tentano di far suonare, dimenticando che ogni campanile ha più squille. Guai a pensare che si voglia deresponsabilizzare qualcuno, anzi! Ogni singolo italiano o europeo che non ostacola l’ormai consueta e quotidiana propaganda a favore della morte e non della pace è uno scemo di guerra. 

Sanzioni che affamano, quasi di più, chi le pratica non chi le riceve, gas, petrolio e derivati vari divenuti gli ufficiali giudiziari per le imprese, facile ritrovarsi con la lettera scarlatta pro-Putin solo per osare chiedere di non parlare per mezzo di carrarmati ma per mezzo di coltivazione della pace, linciaggi mediatici e lavorativi per chi osa chiedersi che diamine sia successo in Donbass per decenni. Nulla giustifica nulla, meno che mai una dichiarazione di guerra travestita da denazificazione, ma per lo stesso principio risulta complesso capire perché, pare, che Amazon abbia concesso all’occidente e non solo, l’esclusività di recapitare armi? Armi che per quanto riguarda l’Italia non è possibile tracciare, si deve dare, dare e dare, senza sapere fino a quando e che cosa si invia. Forse anche per questo è utile trarre qualche risposta da Scemi di Guerra?

Interfacciarsi con questo tomo porta a ipotizzare che vi sia una schiera di “principi del foro” pronti a difendere l’autore, che senza alcun ritegno fa nomi, scrive date, cita commentatori, emittenti televisivi, firme autorevoli di testate altrettanto autorevoli, inchioda capi di stato alle loro stesse parole, delizia con piccoli incisi ironici, ma chiari e precisi. Forse Travaglio è sempre stato campione di tirassegno o forse è tutto talmente riscontrabile da non far temere querele?

Si è condotti a riflessioni rare, si scopre che per colpire e affondare il dittatore Putin, si compiono azioni che finiranno per ingrassare altri dittatori e siccome è abbastanza noto che dittatore e guerra sono quasi sinonimi, stiamo investendo nella guerra o nella pace del mondo? E poi quanto manca per affondare Putin visto che sia lui sia il suo sistema bancario erano decrepiti e moribondi da più di un anno stando ai titoloni dei giornali?

Le fasi iniziali di una guerra, annientano pensieri, portano a solidarietà e sostegno immediati, senza se e senza ma. Il tempo, il sangue che invade e pervade, i disastri economici a catena in un mondo globalizzato, portano a riflessioni aggiuntive e opportune. Se è vero che Putin ha reso orfano il suo vocabolario della parola guerra è altrettanto vero che buona parte del restante mondo, ha letteralmente disconosciuto e diseredato la parola pace e siccome il ridicolo non trova mai ostacolo, si continua a sentire, per bocca della maggior parte delle voci protagoniste, che non si tratta con il nemico e con chi dovremmo trattare con l’amico del campetto di bocce?

Piace ricorrere alla saggezza popolare, anche in vicende di caratura mondiale, perché essa si dimostra saggia nelle pronunzie: mettiti con chi è meglio di te e fagli pure le spese!”

Si sospetta che per tal ragione, Marco Travaglio, faccia notare in più sezioni del suo “testo sacro” che la stessa Nato negli ultimi trent’anni, proprio come la Russia, non abbia mai coniato espresse dichiarazioni di guerra, pur facendo guerre, e che guerre! Insomma, il fatto che nessuno possa scagliare la prima pietra perché senza peccato non implica che non vi possa essere una redenzione che non porti, sfiorando il ridicolo, a bloccare l’accesso a Pornhub ai russi, ma bensì ad aperture di dialogo, dialogo che non passa per il censurare ogni spiraglio di cultura, arte, storia e di identità russa. La popolazione russa non lavora nella zecca dove si fonde la guerra, la popolazione russa piange la morte di creature affamate e povere come l’Ucraina, e si spera sia pacifico che le guerre le dichiarano, semmai le dichiarano, i dittatori e le combattono i semplici e ignari soldati.

La verità, proprio come una telefonata allunga la vita! Una delle denunce più importanti di Scemi di Guerra è la mancanza di obiettività, è la cristallina denuncia dei continui sabotaggi inferti a chi cerca di far luce su verità scomode. Chi stabilisce quale sia la verità più vera, con quali criteri si esilia una voce rispetto ad un’altra, la verità non dovrebbe essere figlia del confronto aperto e pubblico? Perché il professor Orsini, la professoressa Di Cesare, Santoro e i sempre più crescenti sostenitori di negoziati di pace meritano la lapidazione in pubblica piazza? Perché nel 2022 in Europa e nel mondo democratico e civile si è stati capaci di coniare liste di proscrizione, quando per ragioni più o meno accreditate stringiamo la mano ad Erdogan che sicuramentenon può vantare la stessa integrità e coscienza dei professori e di molti giornalisti? Perché Papa Francescoparla di un abbaiare della Nato alle porte della Russia?

Oroscopo del giorno è l’introduzione, è il cappello che la penna informata e documentata di Travaglio, usa “smisuratamente” per aprire le centinaia e centinaia di narrazioni astrali, a sentimento e di propaganda che dal 24 febbraio 2022 al 1 febbrai 2023 (ultimo giorno riportato nella narrazione dei fatti di Scemi di Guerra) per mettere il lettore a conoscenza di tutto e il contrario di tutto che è stato “astralmente” detto di questo conflitto da tutti. E se gli oroscopi classici svelano solo il futuro, Scemi di Guerra, può permettersi il lusso di sbeffeggiare le attuali “costellazioni pro guerra” e i pregressi magheggi, con puntuali riferimenti a comportamenti e citazioni del passato che qualche allarme, in tal senso lo avevano lanciato. Se solo qualcuno li avesse considerati e non tacciati!

Certosina la ricerca, l’attenzione e la competenza di cui si può disporre leggendo. Le affermazioni, le date e il dettaglio sugli interessi e i propositi di chi viene menzionato perché si esprime su questo conflitto, sul prezzo del gas, su quanto si venga salassati perché nessuno tenta di incoronare la pace, sono molteplici e soprattutto alla portata di tutti. La bellezza, la potenza e la contradizione di questo libro passa per la continua citazione di eventi politici, economici e storici degli ultimi decenni che mai si rivelano, solo, per addetti ai lavori o destinati a pochi, ogni rigo è per tutti e di tutti. Si metta a verbale: “per fortuna!”

Armi prodotte, armi inviate, armi richieste, armi per cosa e per chi? Alla fine di tutto dove saranno finiti questi quintali e quintali di armi, contro chi saranno imbracciate e contro chi partirà una nuova “missione di sanguinoso bene?“ Quanto sarà costato aiutare a distruggere e quanto costerà aiutare a ricostruire, o forse anche queste sono mire?

Turismo di guerra a guerra aperta, pose sulla rivista Vogue, pacchetti turistici appetibili per fiere di settore, chi volesse con un trattamento in B&B potrebbe immortalarsi con selfi nella città Bucha o di Irpin, questa genialata, fa capo a Zelensky e alla sua consorte. Ora ci si dovrebbe chiedere perché siamo nel ruolo di dover fornire armi e non siamo nella confidenza di poter dare dei suggerimenti di buona e opportuna condotta in un contesto di guerra e di morte?

Si potrebbe, alla luce di quanto si vede e si sente, essere tacciati di mala fede se ci si azzardasse a supporre che la guerra, forse, si presta di più alla spettacolarizzazione rispetto alla pace?  Che la guerra riempie di più i forzieri della pace e pazienza se svuota quelli del grano e quindi affama intere nazioni? La libertà d’espressione e di pensiero, se tale, dovrebbe farsi paniere di tutti i quesiti e non essiccarne quelli non allineati con i titoloni che da un anno soffiano sul fuoco delle bombe.

Gli eventi bellici, come risaputo, amano falciare la verità. Questa prerogativa, in questo come in altri conflitti, è sia degli aggressori che degli aggrediti. Mentre in passato le smentite o la poco prossimità alla verità arrivava in differita, oggi basta la ripresa di un drone o il video su una chat per sollevare dubbi su quanto gli ucraini possano aver ideato per peggiorare, la già grave, stage di Bucha.

Viene da scartare l’ipotesi che Marco Travaglio abbia partorito con dolore fisico le 475 pagine che narrano della tragedia in Ucraina, della farsa italiana e mondiale nei riguardi del concetto e del principio della pace, perché è palese che nulla è lasciato al caso, tutto seguito, studiato e considerato al livello mondiale e locale. Viene facile, altresì, supporre che il dolore del giornalista sia marcato nello spirito, non fosse altro per quello che lascia in eredità al lettore quando lo congeda con la nota frase di Totò contro Maciste, 1962. “Armiamoci e partite, io vi seguo dopo!”

A conclusione di questo diverso percorso conoscitivo-informativo dei fatti, è doveroso estrarre da Scemi di Guerra, pensieri che in maniera idonea e ironica hanno condotto, quasi per mano, il lettore a guardare da più angolature a questo conflitto che troppo spesso esterna “nucleari a azioni” e “nucleari conseguenze” da troppe parti:

  • Le guerre non le hanno mai fatte per prendere, ma per dare…
  • “L’Italia ripudia la guerra” è, per costoro un consiglio di benessere inserito in Costituzione, tipo la colazione è il pasto più importante”
  • Cosa è più importante: non avere politici corrotti o avere una stampa libera? Senza libertà di stampa non sapremmo mai che esistono politici corrotti.
  • È bene, che, di tanto in tanto il denaro si separi dagli imbecilli
  • È tardi per il negoziato?
  • Quindi ciò che più conta è l’informazione libera

Cesira Donatelli

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SCEMI DI GUERRA di Marco Travaglio

( Paper FRIST)

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1 Commento

Di Battista Pasqualina 12 Aprile 2023 - 21:08

LA GUERRA CONTRO LA RUSSIA,É UN’AVVISO A TUTTI I DITTATORI CHE VORREBBERO RIPETERE L’ESPERIENZIA DI CONQUISTARE UN TERRENO ,CHE NON GLI APPARTIENE.

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