Home Cultura I giovani e la cultura, la grande scommessa di Bugnara

I giovani e la cultura, la grande scommessa di Bugnara

Scritto da redazione

Nuovo e riuscito appuntamento quello di ieri sera  sul ruolo della poesia dialettale  che resta un valore aggiunto per la crescita di questi territori e che ha visto la partecipazione   di studiosi,esperti,gente normale e sopratutto  di molti studenti. Davvero un bel segnale ma anche la ricetta giusta per il nuovo processo di crescita 

Maria Rosa Ferrusi, Enea Di Janni,Massimo Pasqualone a sx Domenico Taglieri

Bugnara,15 ottobre- Concluso nella giornata di ieri il convegno dialettale “Bugnara poesia dialettale” promosso dal Centro Studi e Ricerche “Nino Ruscitti” e dall’amministrazione comunale. 

Un nuovo appuntamento che segna l’inizio delle attività per  la stagione autunnale, dopo il grande successo riscontrato negli appuntamenti di rassegna estiva di “Libri sotto le stelle”. 

Ad aprire il dibattito i saluti del Vicesindaco Domenico Taglieri e del Vicepresidente del Centro Studi Sara Di Censo. Entrambe le figure hanno chiosato anticipando ai presenti la presenza di ulteriori impegni di tale natura nel futuro prossimo. Con la speranza e l’obiettivo di riportare il ruolo della cultura al centro di Bugnara. 

Il pubblico presente nella Sala Congressi

“Noi stiamo buttando tutte le cose che ora definiamo vecchie per poi riprenderle. Un giorno andremo anche a ricercare i nonni. Nel 1985 partì il primo Certamen della lingua dialettale della Valle del Sagittario. In quell’anno riportammo l’uso e il suono del dialetto”, ha apostrofato il Prof. Enea Di Ianni, moderatore dell’evento. 

Interessanti le parole spese in onore del Poeta Vittorio Clemente della Professoressa Maria Rosa Ferrusi. Un’analisi caratterizzata anche dal parallelismo tra il panismo dannunziano e le semplici cose in Pascoli. Un apporto fruttuoso che ha sortito effetti positivi nelle conoscenze dei presenti.

 Un discorso appassionato che ha trasmesso, con potere evocativo, tutto lo studio e l’amore per la Terra e la poesia. A seguire la testimonianza sul rapporto con i giovani attraverso la terza edizione del concorso “Vittorio Clemente terra e cuore”.

 Un lavoro essenziale al fine di un riavvicinamento alle radici, all’autenticità. “Le radici parlano di noi, di quello che siamo stati. Il paradigma di riferimento deve essere la sincerità, la passione e la nostra devozione per ispirarci a questi maestri e di essere d’aiuto ai nostri figli e nipoti” conclude. 

Alcuni giovani del Liceo Ovidio

“Ho la fortuna di presiedere quasi tutti i concorsi di poesia dialettale abruzzese. Questa valle ha generato una serie di autori e poeti straordinaria. In luoghi così belli è più facile fare poesia. Le poesie dialettali sono strutture filologicamente corrette perché sono lingue vere e proprie. Le emozioni hanno una grammatica. In questa sede stiamo ricordando due intellettuali che hanno saputo sapientemente utilizzare la poesie per esprimere i sentimenti” ha sostenuto il Prof. Massimo Pasqualone. 

Alcuni dei giovani musicisti “Ambasciatori di Ovidio”

Ad amplificare l’emozione artistica, le letture su musica dei giovani musicisti del Liceo Classico “Ovidio”. Gli “Ambasciatori di Ovidio”, coordinati dalla Professoressa Sabrina Cardone, hanno suscitato forte commozione grazie all’empatia trasposta su note. 

In seguito la lettura dei versi di Vittorio Clemente con la voce di Romeo Colangelo e del poeta Prof. Raffaele Santini a cura del figlio Mario. 

A suggellare il momento di cultura e sentimento,  la poesia del Prof. Raffaele Santini resa in musica grazie al maestro Vincenzo Polce, eseguita dai ragazzi del Liceo Ovidio.

Chiara Del Signore

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