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Fosse così semplice tracciare il virus del secolo sarebbe stato molto più facile circoscriverlo e combatterlo e a Sulmona non si sarebbe vissuto l’inferno che tutt’ora si sta vivendo”. Lo sostiene oggi Mauro Nardella segretario generale territoriale UIL PA polizia penitenziaria
Secondo Nardella “Come è ormai noto sapere potrebbero essere moltissime le possibilità di contagio ed affermare senza ombra di dubbio che siano stati i reclusi provenienti da Sulmona mi sembra un po’ troppo.Vale la pena a tal proposito evidenziare che i detenuti, in virtù di un protocollo rigidissimo impartito dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, non possono essere trasferiti altrove se non attraverso un’opportuna certificazione sanitaria che ne attesti l’assoluta mancanza di sintomi riconducibili a Covid.Gli stessi inoltre facevano parte a Sulmona di un gruppo di persone ristrette in un reparto reso ermetico proprio per evitare l’allargamento del focolaio e, a quanto pare, previamente sottoposte, prima della partenza, a tampone molecolare che non può che aver dato esito positivo negativo.
Al di là del sol fatto che i trasferimenti potevano essere fatti qualche giorno prima all’Amministrazione penitenziaria non credo si possono rimproveri aver attuato questo tipo di movimentazione. Anzi…se Sulmona non ha visto collassare irremidiabilmente il sistema è stato proprio grazie a questa decisione presa dai vertici dell’amministrazione.Fermo restando il fatto che si sta vivendo in un periodo storico che purtroppo lascerà un’impronta negativa mi sembra opportuno sottolineare che a sacrificarsi, in qualche caso anche rimettendoci la vita, sono stati anche e soprattutto agenti, comandanti e direttori dei penitenziari.Al garante Anastasia chiedo quindi che su questo tema più che dividerle credo sia opportuno unirle le forze”