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“Il terreno sul quale è stato edificato il carcere aquilano –dice Nardella– stante a quanto emerge dal comunicato, sarebbe stato occupato abusivamente dal 1 luglio 1982 e quindi oggetto di un contenzioso che potrebbe confluire addirittura, seppur questa ipotesi sarebbe da ritenere assolutamente non auspicabile, nella chiusura del carcere e suo successivo abbattimento.Vorrei augurarmi che la decisione che il TAR andrà a prendere tenga conto delle peculiarità che ha il carcere del capoluogo abruzzese ad essere la struttura con il più alto numero di detenuti d’Italia ristretti al cosiddetto regime speciale (e non “carcere duro” come erroneamente spesso si riporta) del 41bis.
Confidiamo quindi nella saggezza dei contendenti affinché si trovi una soluzione condivisa e che faccia porre la parola fine all’annosa vicenda e, conseguentemente, all’infausto rischio della sua chiusura.
Il mio pensiero, a tal proposito, non può che andare a tutti gli operatori che in esso vi lavorano. Quelle persone, cioè, che per un verso o per un altro del carcere dell’Aquila, autentico indotto territoriale, ci vivono.A loro,- conclude Nardella- spero, giunga un positivo riscontro della vicenda”.