Home Cultura “Tu non c’era ancora”, domani la presentazione dell’ultima raccolta poetica di Jean Portante

“Tu non c’era ancora”, domani la presentazione dell’ultima raccolta poetica di Jean Portante

Scritto da redazione

Sulmona,28 settembre-  Domani,Giovedì 29 Settembre 2022,alle ore 17 ,presso il Dipartimento di Scienze Umane, si svolgerà, nell’ambito del ciclo di iniziative “Territorio e Letteratura” organizzato dalla collaborazione tra Udu L’Aquila, Abruzzo Crocevia e Spazio Praxis, la presentazione dell’ultima raccolta poetica dell’italo-lussemburghese Jean Portante, “Tu non c’era ancora”.

L’iniziativa si svolgerà presso l’aula 1G del DSU, in Viale Nizza.

Gli interventi proposti saranno caratterizzati dalla Prof.ssa Lina Calandra, docente di Geografia dell’Università dell’Aquila, e dal Prof.Luigi Colagreco, Direttore del Centro di Poesia ed altri Linguaggi di Chieti.

L’iniziativa è aperta alla cittadinanza con il patrocinio dell’Università degli studi dell’Aquila ed è valida per gli studenti dei corsi dell’area pedagogica e sociale come attività didattica riconosciuta nell’ambito dei segmenti di crediti liberi dei rispettivi piani di studio.

L’opera dello scrittore Jean Portante è edito da “La vita Felice” e riporta la prefazione di Loretto Rafanelli.

“Se c’è una poesia che si insinua segreta e labirintica e si fa profondo incrocio di enigmi e di vasti pensieri, non c’è dubbio sia quella di Jean Portante. Il suo corpo a corpo con la parola è uno scavo turbinoso, è una tensione continua verso l’origine. Un percorso, quello di Portante, che si inoltra sui grandi temi dell’esserci e del vivere, delle radici e dello sradicamento, delle piaghe del mondo e della memoria. Negli infiniti intrecci arteriosi di questo libro, vi sono i lati più intimi della sua esistenza, con la voce della madre che diviene uno struggente inno d’amore e si affacciano le sostanze di un giusto tempo, con l’immagine della fatica atavica dei propri avi, alcuni dei quali addirittura spentisi nei bui tunnel invasi dalla morte. 

Una scrittura che pare incunearsi, pur nell’inerpicarsi in rupi e botri, ansie e scalate, in sentimenti, amori, memorie, fiato familiare, strutturata in una lingua che brilla di metafore e di analogie, di punti sospesi e di aforismi, di anafore e di inversione dei soggetti, di piraterie linguistiche e neologismi arrischiati dall’orecchio del poeta in un territorio spinato. Una poesia mai diretta, nel senso di un tratto che graffia per via del suo colpire, ma indiretta per via dell’uso linguistico più sospeso che si possa immaginare, ma che si fa spigoloso anfratto che salta agli occhi. Infine dolce litania aggrovigliata, musicale adagio, che diviene fondante pensiero, perché in linea con la vita del poeta, che ha nel rispetto dei popoli e delle etnie, della difesa della libertà, e della tutela del diverso, un tratto peculiare della sua esistenza.” 

Chiara Del Signore

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