Home Regione Abruzzo Sanità: Taglieri (M5S) “Niente tichet ai soggetti con ereditarietà genetica per malattie oncologiche”

Sanità: Taglieri (M5S) “Niente tichet ai soggetti con ereditarietà genetica per malattie oncologiche”

Scritto da redazione
Francesco Taglieri, Consigliere regionale

Sulmona, 26 maggio-Una Risoluzione che impegni la Regione Abruzzo a dare attuazione, in forma strutturata, ai Protocolli di diagnosi, trattamento e assistenza per persone ad alto rischio ereditario di sviluppare il cancro, garantendo ai soggetti portatori di mutazione dei geni Brca1 e Brca2 l’esenzione dal pagamento del ticket per i vari test di sorveglianza.  A presentarla è il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale abruzzese Francesco Taglieri (M5S) che spiega: “I pazienti portatori di mutazioni dei geni Brca1 e Brca2 sono a maggiore rischio di sviluppare tumori: al seno e alle ovaie nelle donne, e al seno e alla prostata negli uomini. I dati ufficiali ci dicono che complessivamente in Italia ogni giorno più di 1000 persone ricevono una nuova diagnosi di tumore maligno e le più frequenti sono quelle della mammella (54.976, pari al 14,6% di tutte le nuove diagnosi di tumore), seguita dal colon-retto (43.702), polmone (40.882), prostata (36.074) e vescica (25.492). Non considerando i carcinomi cutanei, il carcinoma mammario è il più diagnosticato nelle donne. Dagli inizi degli anni novanta per il carcinoma mammario si osserva una moderata, ma costante, diminuzione della mortalità, attribuibile soprattutto alla diagnosi precoce della malattia. Quello al seno, però, rimane comunque la prima causa di decesso per tumore delle donne e attivare ogni tipo di protocollo volto ad aumentare i controlli preventivi, soprattutto nei soggetti a rischio, deve rappresentare un impegno per chi è alle redini del sistema sanitario regionale.  Agire subito- conclude Taglieri- è indispensabile poiché oggi la diagnosi precoce è seriamente compromessa anche dalla drastica riduzione di prestazioni sanitarie registrata negli ultimi due anni per effetto della pandemia, che ha costretto le strutture sanitarie a rimandare prestazioni meno urgenti”. 

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