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Il Consorzio Tutela IGP agnello Centro Italia si rinnova

Scritto da redazione

Dopo l’Assemblea di mercoledì scorso a Celano nel nuovo Consiglio di Amministrazione anche quattro giovani  donne imprenditrici abruzzesi

Sulmona, 6 maggio– Si è tenuta a Celano , con un ottimo successo di partecipazione dei soci, la prima assemblea del Consorzio di Tutela Agnello IGP del Centro Italia, presieduta da Nunzio Marcelli. Il consorzio, che è stato riconosciuto come IGP dal Ministero dell’Agricoltura nel gennaio 2019; guidato fino ad oggi da Virgilio Manini, il Consorzio ha rinnovato il suo consiglio di amministrazione allargato a 12 consiglieri di cui 9 abruzzesi e 3 marchigiani.

Nel nuovo Consiglio di amministrazione sono presenti quattro giovani donne, imprenditrici abruzzesi, a dimostrazione del ruolo sempre maggiore della componente femminile anche in campo agro-pastorale. Rilevante anche il ricambio generazionale impresso dalla presenza di molti giovani, che investono e credono in questo settore, nonostante le molte difficoltà.

Il Consorzio tutela le carni di agnello del Centro Italia, prodotto tradizionale ottenuto da greggi al pascolo per almeno 8 mesi, e garantito al consumatore grazie ad un preciso sistema di tracciabilità. Negli ultimi anni, le produzioni certificate IGP hanno visto un’attenzione sempre più forte da parte dei consumatori, e l’agnello IGP ha raggiunto, nella sola Regione Abruzzo, una produzione di circa 400 tonnellate, anche grazie anche all’adozione di un QRcode che consente con immediatezza al consumatore di rilevare luogo di produzione e di trasformazione del prodotto. 

Una produzione che tuttavia è ancora insufficiente a coprire il consumo regionale, ma che potrebbe tranquillamente duplicare, viste le potenzialità di foraggere disponibili sugli Appennini, offrendo una occasione di occupazione e imprenditoria con impatto positivo sul territorio, tenuto conto delle esternalità positive della conduzione tradizionale al pascolo, come dimostrano diversi studi: manutenzione del territorio, prevenzione incendi, conservazione della biodiversità e della fauna selvatica, e riduzione delle emissioni di CO2, con ricadute positive sia a livello paesaggistico che turistico.

Per attrarre giovani a questa attività sono necessari accordi di filiera e programmi di produzione: le istituzioni devono garantire che le produzioni di qualità vengano riconosciute e ricompensate, anche per il loro contributo alla sostenibilità; e la Grande Distribuzione Organizzata e la filiera in generale devono favorire accordi commerciali che garantiscano redditività agli investimenti sulle strutture, sul benessere degli animale e sul miglioramento della qualità. In questo modo i consumatori e la distribuzione potranno avere garanzie sulla qualità e la provenienza del prodottoladdove oggi sono tenuti a ricorrere all’importazione per oltre il 60% dei consumi regionali.

I pastori propongono un “patto“ alla filiera e ai consumatori, che assicuri reciproche utilità: a fronte della fornitura di agnello del Centro Italia IGP, all’attività pastorale viene riconosciuta la sua funzione di conservazione e tutela ambientale e del paesaggio e della qualità, ambientale e nutrizionale, dei prodotti; il consumatore partecipa con un acquisto consapevole, che porta in tavola un prodotto sano e buono, che contribuisce a preservare il futuro di questi territori e l’attività agro-pastorale anche per le prossime generazioni.

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